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caceres berta 1di Martino Mazzonis
Le Nazioni Unite, Ong internazionali e non e gruppi di attivisti stanno facendo pressione sul governo honduregno affinché protegga come si deve l’unico testimone presente all’omicidio della attivista per i diritti degli indigeni Berta Caceres il 3 marzo scorso.

Gustavo Castro Soto, cittadino messicano e coordinatore di Amici della Terra Messico, sopravvissuto all’attacco di una banda di uomini armati nella città honduregna di La Esperanza teme per la sua vita. Eppure l’Honduras ha intimato all’uomo di non uscire dal Paese nonostante sia l’Onu che il Messico sostengano sia troppo pericoloso.

«A Gustavo dovrebbe immediatamente essere fornita una protezione efficace e gli dovrebbe essere permesso di ritornare nel proprio Paese», ha detto Michel Gelo, relatore speciale dell’Onu sui difensori dei diritti umani. «È giunto il momento che il governo dell’Honduras affronti il livello di impunità e l’aumento del numero di esecuzioni di difensori dei diritti umani nel Paese, in particolare vengono presi di mira coloro che difendono i diritti ambientali e della terra», ha aggiunto.

Più di 200 gruppi per i diritti hanno anche chiesto la protezione di Soto e della sua famiglia. Le autorità honduregne hanno promesso che Castro Soto riceverà una protezione speciale. Ma intanto avrebbero sospeso per 15 giorni il suo legale, che quindi non riesce a difenderlo o ad avanzare istanze e chiedere che gli venga concesso di tornare in Messico – ha già testimoniato e tornerebbe immediatamente a farlo per un processo. Il nipote di Berta Caceres ha dichiarato che il testimone è stato trattato malamente per i primi tre giorni dopo l’assassinio – che le autorità hanno inizialmente derubricato come una rapina – che non gli è stao nemmeno concesso di cambiarsi al camicia insanguinata. Castro Soto ha invece detto ai media che la scena del crimine è stata alterata e che, quando gli è stato chiesto di individuare gli assassini guardando delle foto, tutto quello che gli è stato mostrato sono immagini delle manifestazioni della Copinha, l’organizzazione guidata da Berta Caceres.

Tratto da:
left.it

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