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chiesa giulietto web15di Lucia Bigozzi
“Il Sinodo finirà con una vittoria di Papa Francesco”. Genere:“E’ un ostacolo che la Chiesa non supererà e se non accadrà, farà bene perché dire che non esistono più due sessi è un’intromissione ideologica dentro la natura biologica”. Due temi ‘caldi’ che incrociano l’agenda di Palazzo Chigi e quella della Santa Sede nei giorni del Sinodo, sui quali Giulietto Chiesa, giornalista e scrittore, calibra un’analisi che mette al centro il pontificato di Francesco nella conversazione con Intelligonews

Tra unioni civili e Sinodo, l’Italia sta cambiando? E come?
«L’Italia sta cambiando a prescindere dalle unioni civili e dal Sinodo, ci mancherebbe altro… Secondo me si tratta di un problema un po’ generale che è questo: abbiamo un’agenda politica che è stata inventata da qualcuno ma non è la nostra agenda del giorno. La questione delle unioni civili non è la prima questione all’ordine del giorno dell’Italia così come non lo è per il mondo intero; ma siccome gli Stati Uniti d’America hanno la pretesa di dettare l’agenda non solo politica ma anche culturale e filosofica del mondo, allora lo diventano. Quello delle unioni civili è un serio problema ma non è il primo problema all’ordine del giorno e mettere davanti a tutto un problema che non è il problema essenziale, la trovo un’operazione abbastanza truffaldina e che non corrisponde alla realtà»

C’è molta attesa sull’esito finale del Sinodo. Secondo lei come finirà? 
«Finirà con una vittoria di Papa Francesco, perché in questo momento è l’unico che ha un’iniziativa per così dire offensiva, nel senso di militare; ovvero nel senso che è lui che sta andando all’attacco; è lui che pone a vescovi, cardinali e gerarchie ecclesiastiche, i problemi che ritiene validi e questa sì che è un’agenda importante; l’agenda di Papa Francesco che io appoggio moltissimo e cioè questa: la Chiesa cattolica sta cercando di parlare al mondo intero. La differenza con le Chiese precedenti, in particolare con il pontificato di Giovanni Paolo II, sta nel fatto che quella di Wojtyla era una Chiesa che parlava all’Occidente. Invece, Papa Francesco ha capito che se la Chiesa continua a parlare all’Occidente si allontana da sei su sette miliardi di abitanti del pianeta. Questo Papa sta cercando di parlare a tutto il mondo, con molta difficoltà che non dipende da lui ma dalla storia e dalla tradizione della Chiesa. La Chiesa precedente, si era identificata piano, piano con l’Occidente e questo è stato disastroso per la Chiesa perché a perso contatti con il resto del mondo. Se questo Sinodo riuscirà a far fare un passo in avanti alla Chiesa io non lo so e non sono in grado di dirlo; io non sono credente e tuttavia non sono cieco e vedo ciò che sta facendo questo Papa, ovvero un grande sforzo di riconversione della Chiesa, questo sì, veramente ecumenico perché significa parlare a tutto il mondo»
 
Secondo lei cambierà e in che modo il rapporto tra Chiesa e omosessuali?
«Io credo che ci siano ostacoli obiettivi. Nella visione dell’uomo che ha la Chiesa, c’è quella della tradizione, molto retriva perché riteneva il sesso femminile al servizio di quello maschile, mettendolo per questo in secondo piano. Una visione che non reggerà alla prova della storia. Io, invece, ritengo che la questione del genere, l’annullamento della realtà biologica, fisica, e anche psicologica esistente per cui si tende a dire che non ci sono più i due sessi, è un ostacolo che la Chiesa non supererà e, aggiungo, se non lo supera fa bene perché si tratta di un’intromissione ideologica dentro la natura biologica. Penso che ci sono infinite forme di sessualità, con tutte le gradazioni possibili, ma i sessi sono due e non si può dire che sono 4 o 5. Dopodichè, le manifestazioni sessuali possono essere molteplici e ciascuno sceglie la sua; ma dire che non ci sono più i due sessi è una esplicita violazione del buon senso».

(23 ottobre 2015)

Tratto da: intelligonews.it
 

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