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di Sonia Cordella - 19 maggio 2015

Mafia e poteri forti: l'intervento di Giorgio Bongiovanni
Buja (Udine).
Quali sono i rapporti tra questi poteri e la criminalità organizzata? E' la domanda alla quale viene chiesta risposta al direttore di Antimafia Duemila, Giorgio Bongiovanni. “Diamo uno sguardo sul mondo” - suggerisce Bongiovanni - “ci troviamo in una profonda crisi economica, con circa 20 conflitti nel mondo, abbiamo tre miliardi di persone che vivono con due dollari al giorno, diversi miliardi muoiono di fame, un esodo biblico di persone che scappano dai loro paesi. Penso siamo d'accordo sul fatto che la situazione del mondo va male. Allora la domanda è: di chi è la responsabilità? Qualcuno sta facendo qualcosa di errato se oggi ci troviamo sull'orlo di una guerra mondiale. La responsabilità è di chi possiede il valore assoluto che domina il mondo cioè il denaro che viene gestito da chi ha questo potere in modo materialista, cinico, delittuoso e violento”. Occorre prendere coscienza della realtà, esorta Bongiovanni, affermando che anche la criminalità organizzata è una grande menzogna. “Ci viene detto che la mafia è stata sconfitta, i boss sono in carcere, mentre invece sappiamo dai magistrati che ogni giorno svolgono indagini che la mafia è più potente di prima perchè è più ricca di prima, perchè ha stabilito un rapporto con il potere più forte di prima.

Patto d'acciaio tra mafia e potere economico
Ai tempi dell'Unione Sovietica e degli Stati Uniti d'America la mafia siciliana fu usata, sfruttata dal potere occidentale per cercare di tenere lontano il comunismo. Ma oggi la mafia potrebbe essere funzionale a una metodologia politica strategica per preparare la guerra? Ci sono dei numeri che ci indicano che la risposta è sì. La mafia fattura 150 miliardi di euro l'anno in nero. Quei giudici che sono i veri magistrati italiani ci dicono che la corruzione è l'altra faccia della medaglia della mafia che fattura 100 miliardi di euro l'anno. Quindi siamo a 250 miliardi di euro l'anno che circolano illegali nel nostro paese e vanno in tutto il mondo. Di fronte a questa cifra spaventosa questo potere mondiale cosa potrebbe fare? Nel 1982 viene ucciso Pio La Torre che aveva portato un milione di persone a Comiso in Sicilia perchè la Sicilia e tutta l'Italia non voleva i missili nucleari. Pio La Torre era quindi un potenziale nemico non della mafia, che lo aveva ucciso attraverso i suoi uomini, ma di qualcuno più in alto che aveva chiesto la sua morte in cambio di altri favori. Ci siamo chiesti perchè il potere della mafia è aumentato se i suoi uomini sono in carcere, se non si spara più, ci deve essere una ragione politica se si è rafforzata. L'unica ragione è che il potere, e mi riferisco agli uomini delle istituzioni, al potere economico, alle banche, alla grande finanza, ha stretto un patto d'acciaio con le organizzazioni criminali ora più che mai. Ma perchè? Le organizzazioni criminali rappresentano per i governi una specie di fronte militare ma soprattutto economico. Noi oggi abbiamo dei giudici minacciati di morte dalla mafia siciliana e dalla 'ndrangheta mentre ci dicono che la mafia non c'è più e poi dobbiamo sentire invece i collaboratori di giustizia raccontare: abbiamo ricevuto l'ordine dal capo mafia di uccidere quel giudice perchè si è spinto “oltre”. Ma cosa sta facendo quel giudice? Quel giudice sta indagando e processando uomini di stato potentissimi che hanno avuto e che hanno ancora oggi relazioni economiche e militari con la mafia. Quindi dal mio osservatorio di persona impegnata nella lotta alla mafia il quadro di Giulietto non è delirante ma molto logico. Noi sappiamo dal procuratore di Reggio Calabria che la 'ndrangheta ha relazioni con l'organizzazione terroristica dell'Isis, che in realtà sono mercenari al servizio di quel potere mondiale di cui parliamo, significa che la mafia oggi ha rapporti ad altissimi livelli con altissimi esponenti di nazioni”.


Una resistenza ideologica contro il sistema criminale
"Se la mafia non è stata sconfitta in 150 anni di storia italiana - continua Bongiovanni - è proprio perchè è al servizio di questa strategia politica. I presunti terroristi per fare un attentato, per esempio su Roma, devono passare dalla Sicilia e la mafia che controlla tutto il territorio dell'isola deve sapere cosa vuole l'Isis, scoprendo così che la storia del terrorismo è una grande farsa perchè in realtà stanno aiutando lo stato a raggiungere un determinato obiettivo politico. “Dobbiamo parlare di sistema criminale integrato” ha detto di recente il magistrato Giuseppe Lombardo. La mafia ha la sua cultura, il suo folklore, i suoi riti con i suoi santini ma solo per una questione di costume. Nei rapporti, nell'azione, nella strategia la mafia fa parte di un sistema criminale formato da uomini di cosa nostra, 'ndrangheta, camorra, massoneria, chiesa, politica, alta finanza, che fanno capo a questi poteri. La situazione è grave. Dobbiamo difenderci con tutti i mezzi possibili, meno che con le armi, perchè siamo pacifisti. I partigiani quando hanno visto che non c'era più niente da fare hanno fatto una resistenza e hanno vinto. Noi possiamo fare una resistenza ideologica. Possiamo cercare di convincere alcuni politici dell'opposizione a premere per poter cambiare perlomeno le sorti politiche del nostro paese. Forse una speranza ancora c'è. Per me che sono credente la speranza è Gesù Cristo ma siamo anche tutti noi. L'Italia potrebbe giocare il ruolo più importante in questo momento, potrebbe essere l'esempio nel mondo con la nostra poesia, la cultura, la resistenza, noi possiamo fare scelte forti come quella di uscire dalla Nato, possiamo recuperare 250 miliardi di euro l'anno abbattendo la corruzione, possiamo diventare uno dei paesi più potenti al mondo a livello economico, noi possiamo fare scelte coraggiose come quella di appoggiare la Russia che in questo momento si trova in difficoltà non per sfidare ma per dare una alternativa, ci sono degli uomini che lo possono fare, Giulietto Chiesa è uno di questi. Quando andremo nella cabina elettorale facciamo una protesta generale non votiamo o scegliamo un candidato nostro. E come dice Salvatore Borsellino: Resistenza! Noi dobbiamo resistere, non rassegnarci. Io credo che il mondo risorgerà attraverso nuovi pensatori e grandi uomini che esaltano la pace” afferma il direttore di Antimafia Duemila.

VIDEO (Inizio conferenza a 15' 45'' - A breve il video in Full HD)
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L'esodo dei migranti e le conseguenze della politica europea
“I sette miliardi di abitanti su questo pianeta io li sento come miei fratelli - spiega ancora Giulietto Chiesa - sono vittime come noi, scappano e scapperanno a milioni dai paesi più poveri del mondo e questo è solo l'inizio. Una divisione della terra in forma così disuguale, in una situazione in cui le risorse diventeranno sempre più scarse e più costose non può che portare a questo. Noi occidentali abbiamo creato questo disastro. Due anni fa la Libia era il migliore e più ricco paese dell'Africa del nord, noi li abbiamo bombardati e distrutti e se scappano adesso è per colpa nostra, Italia compresa. Questa Europa è una Europa imperiale, aggressiva, non va bene. Prima di tutto dobbiamo sapere quali sono le nostre responsabilità. L'esodo sarà sempre più grande perchè i giovani oggi con i telefonini vedono un mondo diseguale, un Europa ricca, prima i loro padri non lo vedevano, è cambiato il quadro, per loro noi siamo tutti ricchi, e scappano dalle loro terre perchè pensano che qui potranno risolvere i loro problemi. Viviamo tutti nello stesso pianeta per cui o noi diamo una mano a risolvere i loro problemi o saremo invasi”.
"Abbiamo scavato e prelevato petrolio, diamanti, oro - aggiunge Bongiovanni - e ci siamo portati via il cento per cento delle loro ricchezze non lasciando niente a loro, anzi quando hanno reagito li abbiamo uccisi. Le nostre multinazionali, i nostri imprenditori sono lì. La nostra politica è vendergli le armi affinchè le loro tribù possano ammazzarsi tra di loro mentre noi sfruttiamo le loro terre. Siamo noi ad aver messo i dittatori africani, noi abbiamo usurpato le loro terre. Ora il fatto che loro vengano qua è assolutamente naturale, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, non accoglierli nei lager ma ricordarci che siamo noi i ladri”.

(fine)

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