di Pino Cabras - 2 settembre 2014
Evocare la guerra è facile, ma essere davvero pronti all'anticamera dell'Apocalisse è un'altra cosa. Ecco le mappe di chi ha preso le misure della vera sfida
Consiglio a tutti i lettori la visione della conferenza stampa tenuta il 24 agosto scorso dai capi dei territori ribelli dell'Ucraina orientale. Per chi vorrà capire davvero chi è pronto alla guerra e chi non lo è, sarà una mezz'ora ben spesa.
Il video di Pandora TV riporta l'intera conferenza stampa di Aleksandr V. Zakharchenko, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Nazionale del Donetsk, tenutasi il 24 agosto 2014 nel pieno dell'offensiva delle forze armate ribelli, che hanno sbaragliato le meglio armate e più numerose forze armate del governo di Kiev.
Sarà l'Ucraina, sarà il richiamo bellico dell'anno quattordici, sarà che ormai le dichiarazioni di molti politici europei già annunciano la carneficina all'orizzonte, sarà a causa di tutto questo che si stanno moltiplicando ogni giorno le nuove evocazioni di una guerra mondiale, mentre cresce per molti una sensazione di pericolo.
Evocare è facile, ma essere davvero pronti all'anticamera dell'Apocalisse è un'altra cosa.
Non sono certo pronti i popoli europei: vivono in una bolla televisiva che fa loro sperare di essere ancora a lungo i consumatori che sono stati negli ultimi decenni. La cuccagna non è stata ancora smontata, perciò il ricordo dell'ultima guerra mondiale rimane annacquato. Gli europei medi non riescono più a immaginare la guerra come catastrofe. I telegiornali e i grandi quotidiani li ammaestrano all'isteria bellica, alla propaganda più sfacciata, alla russofobia, questo sì. Ma occultano l'idea che la distruzione possa entrare nelle loro case o sommergere intere coorti dei loro figli.
Dall'altro lato abbiamo i militari del Donbass che vediamo nella conferenza stampa che vi esponiamo. Colpisce la sicurezza e l'agghiacciante autorevolezza - in un dosaggio di gravitas e brutale ironia - con cui questi partigiani dei nostri giorni parlano di migliaia di vittime di guerra.
«Per alcuni, forse questa sarà una terribile notizia: Ci sono ancora diverse centinaia di soldati delle forze armate dell'esercito ucraino presso Panovka, Saur-Mohyla, che risultano dispersi. Le famiglie ricevono lettere che li dichiarano "dispersi in azione". In realtà sono morti. Le autorità di Kiev lo fanno apposta. Centinaia e migliaia di morti in qualche decina di tombe. Lo annuncio ufficialmente. Ognuno sappia che se hai ricevuto una lettera che lo definisce "disperso in azione", allora molto probabilmente, tuo marito, fratello o figlio è stato ucciso».
«Purtroppo, cari giornalisti, l'Occidente cerca di invaderci con una frequenza di 30-50 anni. Cioè, ogni 30-50 anni la civiltà occidentale cerca di imporci la sua opinione e il suo modo di vivere. La prima guerra mondiale, la Grande guerra patriottica, la guerra di Crimea prima ancora, e così via nelle profondità della storia. Come risultato, l'Occidente tradizionalmente ottiene la caduta di Berlino, Parigi, ecc. [...] L'Occidente arriva ogni 30-50 anni per ottenere ciò che si merita. Ora nel 2014, sono un po' in ritardo.»
«Kiev aveva detto che avrebbero marciato in parata a Donetsk il giorno 24. E così han fatto».
«Lord Salisbury, ministro degli esteri e Primo Ministro ai tempi dell'Impero Britannico, irradiò un potere globale immenso; il che non significa che amasse giocare con questo potere. Di fronte a proposte di scelte politiche britanniche che riteneva in grado di danneggiare profondamente gli interessi di altre grandi potenze, Salisbury avrebbe guardato i suoi colleghi negli occhi chiedendo semplicemente: "siete davvero pronti a combattere? Altrimenti, non imbarcatevi in questa politica".»
«Siete davvero pronti a combattere?», è la domanda giusta, quella che non vi hanno ancora fatto.
Sappiate dunque la risposta, che potete udire dai due comandanti militari del video, ossia da chi ha preso le misure della guerra:
«Diremo a chiunque venga a farci del male sul nostro territorio: ci batteremo con le unghie e con i denti per la nostra Patria. Kiev e l'Occidente hanno fatto un grosso sbaglio a risvegliarci. Noi siamo gente laboriosa. Mentre altri saltavano a Maidan per 300 grivne, la nostra gente era giù in miniera a estrarre carbone, a fondere metallo e a seminare le colture. Nessuno di noi ha avuto il tempo di saltare, eravamo impegnati a lavorare. Quando un tizio che appena ieri lavorava con un martello pneumatico o guidava una mietitrebbia, oggi si trovi a stare dietro al volante di un carro armato o di un Grad, o a raccogliere un mitra, la linea è stata passata e non lo potete più fermare. Quello che ha dovuto lasciare il proprio lavoro sa che combatterà fino alla fine e fino al suo ultimo respiro. Potete dirlo in giro: non svegliate la bestia. Non fatelo, davvero. Finché c'è ancora la possibilità, lasciate che le madri risparmino i propri figli.»
Tratto da: megachip.globalist.it