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ilva-taranto-bambinodi Fabio Albanese - 4 luglio 2014
L’istituto superiore di Sanità: colpiti da tumori e malattie respiratorie
Negato da improbabili studi e, a più riprese, dai vertici dell’Ilva e perfino dai politici locali; sospettato da anni dalla popolazione, soprattutto da quella che vive attorno al mega impianto siderurgico nel quartiere Tamburi, ora il dato, terribile, ha il timbro dell’ufficialità: a Taranto muoiono molti più bambini che nel resto d’Italia e perfino della stessa regione Puglia.
Lo svela l’aggiornamento dello studio epidemiologico «Sentieri», pubblicato dall’Istituto superiore di sanità che, peraltro, ha pure confermato l’elevata percentuale di mortalità per gli adulti, già rilevata da precedenti edizioni della stessa ricerca.

A Taranto muore il 21% in più di bambini. Un dato sconcertante che il rapporto più o meno velatamente pone in relazione con la situazione ambientale della città, dominata dall’impianto siderurgico che da tempo è, proprio per questa ragione, al centro di inchieste della magistratura: «Lo studio - dice l’Istituto superiore di sanità - conferma le criticità del profilo sanitario della popolazione di Taranto emerse in precedenti indagini. Le analisi, effettuate utilizzando i tre indicatori sanitari, sono coerenti nel segnalare eccessi di rischio per le patologie per le quali è verosimile presupporre un contributo eziologico delle contaminazioni ambientali che caratterizzano l’area in esame, come causa o concausa, quali: tumore del polmone, mesotelioma della pleura, malattie dell’apparato respiratorio nel loro complesso, malattie respiratorie acute, malattie respiratorie croniche».
Secondo lo studio, nell’area sottoposta a rilevamenti c’è un eccesso di incidenza di tutti i tumori nella fascia compresa tra 0 e 14 anni, pari al 54%; nel primo anno di vita l’eccesso di mortalità per tutte le cause è del 20%. Per alcune malattie di origine perinatale, iniziate cioè durante la gravidanza, l’aumento della mortalità è addirittura del 45%. «Per quanto riguarda la fascia d’età pediatrica (quella appunto 0-14 anni) - è scritto nel rapporto - si osserva un eccesso di mortalità per tutte le cause, e di ospedalizzazione per le malattie respiratorie acute; inoltre, per tutti i tumori si osserva un eccesso di incidenza».
Sconcertanti i dati che riguardano i neonati: «Nel corso del primo anno di vita - rivela lo studio dell’Iss - si osserva un eccesso di mortalità per tutte le cause», come pure «si osserva un eccesso di ospedalizzazione». Lo studio dell’Iss ha affrontato anche la situazione nella «Terra dei fuochi» campana. Qui la mortalità è superiore del 10% per gli uomini e del 13% per le donne in provincia di Napoli, e del 4% e 6% in provincia di Caserta, rispetto al resto della Campania, con un eccesso di ricoveri per una serie di tumori.

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Negato da improbabili studi e, a più riprese, dai vertici dell’Ilva e perfino dai politici locali; sospettato da anni dalla popolazione, soprattutto da quella che vive attorno al mega impianto siderurgico nel quartiere Tamburi, ora il dato, terribile, ha il timbro dell’ufficialità: a Taranto muoiono molti più bambini che nel resto d’Italia e perfino della stessa regione Puglia.
Lo svela l’aggiornamento dello studio epidemiologico «Sentieri», pubblicato dall’Istituto superiore di sanità che, peraltro, ha pure confermato l’elevata percentuale di mortalità per gli adulti, già rilevata da precedenti edizioni della stessa ricerca.
A Taranto muore il 21% in più di bambini. Un dato sconcertante che il rapporto più o meno velatamente pone in relazione con la situazione ambientale della città, dominata dall’impianto siderurgico che da tempo è, proprio per questa ragione, al centro di inchieste della magistratura: «Lo studio - dice l’Istituto superiore di sanità - conferma le criticità del profilo sanitario della popolazione di Taranto emerse in precedenti indagini. Le analisi, effettuate utilizzando i tre indicatori sanitari, sono coerenti nel segnalare eccessi di rischio per le patologie per le quali è verosimile presupporre un contributo eziologico delle contaminazioni ambientali che caratterizzano l’area in esame, come causa o concausa, quali: tumore del polmone, mesotelioma della pleura, malattie dell’apparato respiratorio nel loro complesso, malattie respiratorie acute, malattie respiratorie croniche».
Secondo lo studio, nell’area sottoposta a rilevamenti c’è un eccesso di incidenza di tutti i tumori nella fascia compresa tra 0 e 14 anni, pari al 54%; nel primo anno di vita l’eccesso di mortalità per tutte le cause è del 20%. Per alcune malattie di origine perinatale, iniziate cioè durante la gravidanza, l’aumento della mortalità è addirittura del 45%. «Per quanto riguarda la fascia d’età pediatrica (quella appunto 0-14 anni) - è scritto nel rapporto - si osserva un eccesso di mortalità per tutte le cause, e di ospedalizzazione per le malattie respiratorie acute; inoltre, per tutti i tumori si osserva un eccesso di incidenza».
Sconcertanti i dati che riguardano i neonati: «Nel corso del primo anno di vita - rivela lo studio dell’Iss - si osserva un eccesso di mortalità per tutte le cause», come pure «si osserva un eccesso di ospedalizzazione». Lo studio dell’Iss ha affrontato anche la situazione nella «Terra dei fuochi» campana. Qui la mortalità è superiore del 10% per gli uomini e del 13% per le donne in provincia di Napoli, e del 4% e 6% in provincia di Caserta, rispetto al resto della Campania, con un eccesso di ricoveri per una serie di tumori.

Tratto da: La Stampa del 4 luglio 2014

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