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mensa-otto-x-milledi Paolo Fantauzzi - 3 febbraio 2014
Per le iniziative umanitarie ci sarebbero a disposizione 170 milioni. Ma verranno impiegati solo 400 mila euro (lo 0,24%) perché da anni i governi usano le risorse per altri scopi, dalle missioni internazionali agli aerei della Protezione civile. E adesso il fondo è stato svuotato del tutto
Niente solidarietà, siamo in crisi. E pazienza per quanti, devolvendo l’otto per mille allo Stato, ancora credono di finanziare iniziative di interesse sociale o di carattere umanitario. È un autentico schiaffo in faccia quello che si profila per i milioni di italiani (in genere il 10-15 per cento dei contribuenti) che preferiscono la “mano pubblica” alle confessioni religiose. Nonostante sia previsto un impiego ben preciso di queste risorse (lotta alla fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati e conservazione di beni culturali), la legge viene infatti puntualmente disattesa. Fino al paradosso assoluto di quest’anno: allo Stato andranno 170 milioni ma a disposizione ci saranno solo 404.771 euro, appena lo 0,24 per cento del totale. Pochi spicci, insomma, a fronte di un cospicuo tesoretto.

IL BANCOMAT DEL GOVERNO
Una situazione figlia della cronica indifferenza dei vari esecutivi in carica, che hanno sempre considerato i soldi per dell’otto per mille come un bancomat con cui finanziare gli interventi più disparati. Dalla riduzione del debito al salvataggio di Alitalia passando per il rifinanziamento delle missioni militari all’estero, come fecero il governo D’Alema per l’Albania e quello guidato da Berlusconi per l’Afghanistan e l’Iraq.

Il punto è che, una decurtazione dopo l’altra, in un decennio si è arrivati al sostanziale azzeramento del fondo: cinque milioni in meno nel 2004, un altro milione e mezzo fra il 2008 e il 2010, fino al gran colpo della finanziaria varata nel 2011 dal centrodestra, che toglieva 64 milioni l’anno per finanziare “la gestione dei mezzi della flotta aerea del dipartimento della Protezione civile”.

La vera mazzata, però, la assestano i tecnici del governo Monti, che con la prima legge di stabilità arrivano a decurtare 85 milioni per il 2013 e 14 milioni per il 2014 per destinarli alle per le emergenze. Da ultimo è arrivato il governo Letta, che in pochi mesi ha raschiato le ultime risorse rimaste: 10 milioni per le piccole e medie imprese col decreto del Fare e un altro milione e mezzo col decreto Lavoro per incentivare l’assunzione giovanile.

Così, al netto dei vari prelievi, in cassa è rimasto meno di mezzo milione, nonostante lo stesso Letta all’atto del suo insediamento avesse inserito la cooperazione internazionale fra gli asset dell’azione di governo.

LA LOTTERIA DELLA BENEFICENZA
La conseguenza di questo storno continuo è che resteranno a bocca asciutta tutte le associazioni che avevano presentato richieste di contributi. I progetti erano 1.187 e, dopo settimane di lavoro, la commissione tecnica che svolge l’istruttoria ne aveva giudicati ammissibili 936, 151 dei quali classificati con “priorità alta” in virtù dell’urgenza dell’intervento. Avendo pochissimi fondi a disposizione, però, alla fine l’esecutivo ha deciso di concentrare tutte le risorse nel contrasto alla fame nel mondo per promuovere l’autosufficienza alimentare nei Paesi in via di sviluppo.

Obiettivo più che nobile, se a essere “premiati” in questa sorta di lotteria della beneficienza non fossero appena quattro progetti. Davvero una goccia nel deserto, specialmente a fronte delle risorse che effettivamente sarebbero state disponibili.

A ricevere finanziamenti sarà l’associazione “Persone come noi”, una onlus con sede in provincia di Cuneo impegnata nella difesa e la protezione dei diritti dei minori attiva in 11 nazioni. Aveva presentato cinque progetti e uno (il più economico) riceverà 97.197 euro per assicurare l’accesso all’acqua e la sicurezza alimentare in sette villaggi del Burkina Faso. Al Paese dell’Africa occidentale finiranno anche i 71.242 euro assegnati alla ong bresciana Medicus mundi Italia, che ha presentato un progetto per la lotta alla malnutrizione infantile.

Il Gruppo missioni Africa, fondata 40 anni fa da padre Vitale Vitali, riceverà 108.184 euro per produrre marmellata per i bambini denutriti in Eritrea, mentre alla ong cattolica Vis, una delle principali della galassia salesiana, andranno 128.151 euro per ridurre l’insicurezza alimentare delle etnie somale in Etiopia.

Tutti progetti di indubbia valenza sociale ma selezionati apparentemente in base a criteri soggettivi, visto che nella sola categoria “Fame nel mondo” quelli classificati con priorità alta erano ben 20.

Tratto da: espresso.repubblica.it

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