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clandestino-sbarredi Kofi Annan -  2 gennaio 2014
La notizia della sorte toccata a diverse centinaia di Africani annegati in prossimita` dell'isola italiana di Lampedusa lo scorso ottobre fece il giro del mondo. Questa tragedia porto` ad un raro momento di compassione e di riflessione sui pericoli che corrono molti migranti. L'unico aspetto eccezionale del disastro fu la magnitudine del numero di decessi. Per i residenti di Lampedusa, i naufragi che coinvolgono rifugiati e migranti sono all'ordine del giorno: una settimana piu` tardi, una barca che trasportava rifugiati Siriani e Palestinesi si rovescio`, lasciando altre 27 persone morte.
L'anno 2013 ha dimostrato, come se ce ne fosse stato bisogno, che queste catastrofi non sono un fenomeno che appartiene unicamente alle coste Europee o all'area Mediterranea. A novembre sono morti quasi 30 Haitiani durante un tragitto in barca che li avrebbe portati negli Stati Uniti – il terzo caso avvenuto nel settentrione dei Caraibi dallo scorso ottobre. Lungo il confine Messico – USA, lo spiegamento di sofisticati controlli di frontiera conduce le persone alla fame mentre tentano la traversata nei luoghi piu` remoti del deserto. Centinaia di migranti e rifugiati sono annegati quest'anno nella Baia del Bengala oppure mentre cercavano di raggiungere l'Australia.

Le nazioni e le regioni piu` ricche si trovano davanti al dilemma di dover disegnare controlli di confine che coincidono non solo con le necessita` e le pretese dei propri cittadini, ma altresi` con le responsabilita` nei confronti di coloro che vorrebbero entrare in quei territori. Nulla di tutto cio` costituisce una novita`: la gente attraversa le frontiere da quando furono inventate, sia formalmente che sotto i radar. Che lo abbiano fatto per cercare opportunita` economiche o per fuggire alla violenza o ai disastri ambientali, la reazione delle nazioni ospitanti e` stata sempre a meta` strada tra un timido benvenuto e la cautela.
Gli stati che ristringono i propri confini incoraggiano le persone disperate, sfruttate da trafficanti e contrabbandieri, a correre rischi ancor piu` gravosi per arrivare dall'altra parte. Come dichiarato dall'Organizzazione Internazionale di Migrazione, poco dopo la tragedia di Lampedusa, il potenziamento dei controlli di confine “non ha avuto un impatto sufficiente ne ha visto diminuire il numero di arrivi verso il sud delclandestino-tragedia-lampedusal'Europa nel lungo termine. Al contrario, i migranti hanno iniziato ad esplorare rotte alternative, nella maggior parte dei casi pericolose determinando un tasso frequente di morti in mare.”
Ovviamente, non tutti i migranti sono rifugiati o necessitano di protezione. Di fatto, i migranti che viaggiano sulla stessa barca possono avere ragioni molto diverse per voler abbandonare la propria casa – un fenomeno che i legislatori chiamano “migrazione mista.” Tuttavia, posti davanti ad una situazione complessa, gli Stati hanno affrontato l'indesiderato flusso migratorio con un atteggiamento del tipo, “lontano dagli occhi, lontano dal cuore.” Questo e` particolrmente vero quando insorgono sentimenti anti – immigrati , tipici durante i periodi di depressione economica come quelle fronteggiate oggi in molte regioni del mondo.
Sigillare le frontiere, questa la preoccupazione maggiore – un andamento particolarmente preoccupante da parte degli Stati nell'approccio alla regolamentazione del fenomeno migratorio oggi. Tende a far percepire i migranti come intrusi indesiderati ancor prima di aver determinato il loro status, di aver riconosciuto i loro diritti, o di aver preso atto del contributo che possono dare. Un modo di agire che scoraggia la solidarieta` delle persone verso i piu` vulnerabili: dal Mediterraneo vengono riportati casi di vascelli privati che ignorano le barche dei migranti per paura di essere rimproverati dalle pattuglie di confine Europee.
Dobbiamo riconoscere la disperazione di coloro che affrontano questi viaggi. Per voce di amici o dai mass media sanno benissimo cosa li aspetta. Sono consapevoli dei rischi e hanno udito le storie orribili di coloro che li hanno preceduti. Vedendo che le opzioni per arrivare dall'altra parte diminuisono, si pongono alla mercee di contrabbandieri senza scrupoli, spesso facendone le spese. Vengono costipati sopra navi precarie che non possono sostenere il carico. Viaggiano di notte, quando ne la polizia di frontiera ne i soccorritoti possono vederli.
clandestino-naufragioAltrettanto importante e` il fatto che i governi dovrebbero riconoscere la migrazione come una dimensione dell'espereinza umana profondamente vincolante. Attraverso la migrazione, gli esseri umani condividono la comprensione del dolore, della speranza e della compassione. Tale consapevolezza ha ispirato alcune delle missioni di solidarieta` piu` importanti della comunita` internazionale, come la Convenzione dei Rifugiati del 1951, che definisce il diritto della persona a trovare un rifugio sicuro oltre confine.
Il continuo aumento delle morti degli immigranti in transito pone un enigma: nel mentre che questi migranti vengono spinti verso le reti di trafficanti e contrabbandieri, sono trascinati sempre piu` all'interno delle aree grige della risposta della comunita` internazionale. Per esempio, la polizia di frontiera della Comunita` Europea non dispone di linee guida di ricerca e di soccorso chiare per le imbarcazioni di migranti in difficolta`. Gli stati membri sono divisi su come affrontare il fenomeno, e recenti discussioni a Bruxelles hanno appena iniziato a dare qualche frutto.
Mentre il 2014 si fa strada, il mondo necessita sempre piu` di politiche di responsabilita` chiare per evitare tragedie future. Come comunita` internazionale, dobbiamo ai migranti ed ai rifugiati maggiore compassione. Altrimenti, al nostro risveglio, troveremo solamente altri cimiteri lungo le coste del mondo.

Articolo originale tratto da: www.theelders.org

Traduzione di Christina Pacella

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