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scalia-mauriziodi Salvo Palazzolo - 10 ottobre 2013
La Dda di Palermo indaga sulla tratta dei migranti. Vertice con i pm agrigentini
Anche la direzione distrettuale antimafia di Palermo indaga sull’ultima tragedia di Lampedusa, per il reato di tratta degli immigrati. Alla ricerca degli organizzatori del viaggio e dei basisti, che potrebbero essere pure in Sicilia, magari legati alla criminalità organizzata. Il procuratore aggiunto Maurizio Scalia (foto), che coordina le indagini antimafia nella provincia di Agrigento, è arrivato con un piano di lavoro ben preciso al vertice con i colleghi della Procura agrigentina, che già si occupano del reato di immigrazione clandestina e della posizione di uno degli scafisti. All’esame dei magistrati ci sono le testimonianze dei superstiti, che hanno raccontato i vari passaggi del lungo viaggio finito in tragedia.
Dall’inchiesta è emersa l’esistenza di un centro di raccolta a Tripoli, coordinato da tale Ermyas, che incassati i soldi — da 1.000 a 2.000 euro a persona — concedeva il lasciapassare per il viaggio. In Libia i migranti sono stati ospitati, per settimane, in un grande capannone e poi condotti, su cassoni di camion chiusi, in un porto. Infine, sono stati condotti con piccole barche al largo, su una nave. «Sull’imbarcazione — ha spiegato un etiope di 30 anni — eravamo 545 persone, di cui circa 20 bambini di un’età compresa da pochi mesi fino a 8 anni». Dopo 24 ore di navigazione, stipati come sardine su tre livelli, l’arrivo a Lampedusa e la sosta di due ore. «Lampedusa era illuminata — ha raccontato agli inquirenti Alay, 35 anni, che nel naufragio ha perso la sorella, un cugino e tre compaesani — Lampedusa era illuminata, ero certo che dall’Italia stessero venendo a prenderci». Poi, all’improvviso, gli scafisti hanno dato fuoco a una coperna.ta. Forse, per attirare l’attenzione dei soccorsi. Ed è scoppiata la tragedia.

Per i magistrati, dietro a quei viaggi c’è un giro d’affari stimato tra i 500 mila e un milione di dollari a tratta. Scoprire chi ci sta dietro non sarà facile, anche perché sono necessarie indagini all’estero. Ma per la Procura di Palermo non è un’indagine nuova, già nel recente passato sono stati aperti dei fascicoli per il reato di tratta degli immigrati. A seguirli sono adesso i sostituti procuratori Rita Fulantelli e Geri Ferrara, che ieri mattina erano con Maurizio Scalia ad Agrigento, al vertice tenuto al palazzo di giustizia con i vertici delle forze dell’ordine.
Intanto, allo scafista dell’ultimo viaggio sono state contestate le accuse di naufragio e di omicidio plurimo volontario. Molto diversa la posizione dei migranti, che sono pure loro indagati, ma per immigrazione clandesti- Spiega il procuratore aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo: «Dal 2009 abbiamo dovuto indagare oltre 13 mila persone, per le quali abbiamo sempre chiesto l’archiviazione». Sottolinea di «avere solo applicato una leggeche abbiamo sindacato nella sede competente. Ma la Corte costituzionale ci ha detto che è compatibile con l’ordinamento: scandalizzarsi oggi perché noi indaghiamo i migranti è inqualificabile».

Tratto da: La Repubblica

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