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psicofarmaci-webdi Paolo Tessadri - 7 aprile 2012
Il sorbitolo, che ha ucciso la donna di Barletta, non è l’unico farmaco killer in circolazione. “I medicinali falsificati sono assassini silenziosi in quanto privi di effetto o poiché contengono sostanze tossiche che possono danneggiare, o addirittura uccidere, coloro che li assumono”, ha avvertito un anno fa Marisa Matias, eurodeputata portoghese, che si occupa di traffico illegale dei pseudofarmaci.


Quasi una premonizione che può mietere nuove vittime in un mercato illegale sempre più grande e globale. L’allarme è stato infatti lanciato più di un anno fa dall’Unione Europea con la pubblicazione “False medicine, problema globale”. Il 62 per cento di tutti i farmaci venduti in rete, rivelano gli esperti, non sono in regola e il 95,6 per cento delle farmacie è illegale e in quasi tutti i casi è impossibile risalire al nome del farmacista. Mentre si stima che almeno 100 mila persone al mondo muoiano ogni anno per i farmaci killer.

Benché l’Agenzia italiana del farmaco abbia precisato che la percentuale dei farmaci contraffatti sul mercato è pari allo 0,1 per cento, contro l’1 per cento della media europea e il 10 per cento a livello mondiale, una recente indagine del Q-Tech Research and Study Centre dell’Università di Brescia, in collaborazione con Altroconsumo, dimostra l’alta pericolosità dei prodotti acquistati online. Dalle analisi su alcuni medicinali, “in otto farmaci vi erano tracce di solventi classificati come possibili cancerogeni; in cinque campioni è stato rilevato lo stirene e in tre il cloroformio”. E nel 10 per cento dei casi il principio attivo risulta inferiore rispetto a quello scritto sulla confezione. In commercio non c’è, infatti, solo il Viagra, la pillola del sesso, derivati dell’antidepressivo Prozac, prodotti per curare infezioni, ma anche salvavita per patologie cardiache e oncologiche. Malattie impossibili da guarire con il “fai da te” e basta un dosaggio sbagliato per rischiare la vita a improvvisati medici o a disperati.

I ricercatori bresciani hanno visitato 98 farmacie virtuali e in 17 sono riusciti ad acquistare 19 prodotti. Solo per tre prodotti è stata richiesta la ricetta e spesso più siti facevano capo a un’unica organizzazione, oppure erano collegati tra loro. In Italia, la Commissione Sanità del Senato nel 2010 ha stimato che più di un italiano su tre ha fatto acquisti di farmaci sul web e il 50 per cento è taroccato. Nel settembre dello scorso anno ci fu una grande retata contro le farmacie fantasma di Internet. L’Interpol sequestrò quasi 2,5 milioni di medicinali contraffatti, che se fossero stati venduti avrebbero reso 4,6 milioni di euro. Le autorità chiusero quasi 13.500 siti che vendevano prodotti in 81 Paesi. La conferma che dietro le variopinte pillole si maschera la criminalità organizzata, che agisce in tutto il mondo, come una multinazionale. Il presidente e il vicepresidente dell’Efpia, la Federazione europea delle associazioni e delle industrie farmaceutiche, avvertono infatti che il traffico illegale di farmaci è gestito dalle stesse organizzazioni mafiose che hanno anche il controllo degli stupefacenti. Il bottino della malavita è, dunque, rimpinguato dagli pseudofarmaci: più conveniente e meno pericoloso del traffico di droga. Ogni euro investito nella contraffazione della medicina rende circa 2.500 euro: 150 volte più della droga! Così si può capire la crescita vertiginosa del mercato illegale, che si moltiplica ogni anno. Con un incremento in Europa del 400 per cento rispetto al 2005 e con almeno un cittadino europeo su cinque che si è infilato nella rete illegale dal proprio computer per acquistare farmaci. Un mercato difficile da stanare e in continuo movimento come Internet, dove droga e falsi medicinali hanno lo stesso spacciatore. Le stesse organizzazioni criminali, gli stessi sicari.

Tratto da: Il Fatto Quotidiano

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