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di Alejandro Díaz
Hanno ucciso Eduardo Trasante. È accaduto lo scorso 14 luglio, nelle prime ore del pomeriggio. Due individui, non ancora identificati, si sono introdotti nell'abitazione dopo aver minacciato con un’arma la persona che apriva la porta. Entrambi avevano il volto coperto da mascherine. Mi chiedo se avevano il permesso per spostarsi. Una volta dentro hanno sparato a Trasante colpendolo alla testa, di fronte a sua moglie e una delle sue figlie che non sono state toccate. Hanno raggiunto la casa a piedi e a piedi si sono allontanati percorrendo alcuni isolati prima di salire sull’auto che li aspettava.
Freddo, misurato, calcolato, rapido. Omicidio su commissione?
Eduardo Trasante ha lottato per anni per strappare i giovani dalla droga. Ha lottato per portare dignità e cultura nei quartieri sempre più pericolosi di Rosario, in Argentina. Purtroppo la sua vita è stata segnata dalla tragedia. A Eduardo, la città di Rosario, la "Chicago argentina", ha ucciso due figli: Jeremías e Jairo. E dico che ad ucciderli è stata la città, perchè oltre al fatto che dietro le armi c'è sempre qualcuno che preme il grilletto, quando bisogna trovare i responsabili, dobbiamo tenere in considerazione chi, e da dove, a Rosario, alimenta questa tragica cultura del omicidio su commissione.
Proliferazione incontrollata di armi, narcotraffico su larga scala, cucine e bunker della droga, disoccupazione, istruzione precaria, un sistema penitenziario pietoso, anni di gestione "socialista" e "progressista" per abbellire la zona costiera e abbandonare i quartieri a se stessi. Una cultura di polizia corrotta, dove anche se si taglia qualche testa, la base resta. È stata la città ad uccidere Eduardo Trasante.

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Eduardo, pastore evangelista, ha acquisito notorietà dopo il triplice crimine di Villa Moreno, dove furono assassinati Claudio Suárez di 19 anni, Adrián Rodríguez di 20 anni e Jeremías Trasante di 17 anni. Erano le prime ore del 2012. Rosario li ricorda come Mono, Patom e Jere. Furono assassinati per errore. I loro carnefici, componenti di una banda di narcos del sud della città, legati a Los Monos, li scambiarono per membri di un'altra banda di narcos che tentavano una vendetta. Niente di più lontano. Questa storia è narrata nel libro "Soldaditos de Nadie” (Soldatini di Nessuno), delle case editrici El Colectivo e Puño y Letra.
Mono, Patom e Jere erano giovani con un forte senso solidale, i tre hanno partecipato alle attività sociali e politiche del Movimento 26 de junio, il Frente Popular Darío Santillán. Ma questa è una verità che è dovuta essere conquistata, perché all'inizio tutti credevano che fosse stato un regolamento di conti tra narcos. Era ciò che più conveniva alla città, perché così non era necessario approfondire su chi fossero gli assassini, sulle molte cause e i precedenti che i sicari avevano a loro carico, sui loro legami con le barras bravas e con i dirigenti dei club di calcio della città. Non era necessario ammettere la complicità della polizia che cercò in tutti i modi di insabbiare tutto. Ecco l’affare: un paio di pibes (ragazzi) morti in cambio di una città moderna che si finanzia con il traffico di droga. In questa lotta, nella rivendicazione delle loro storie, e nella pretesa di giustizia, Eduardo Trasante, padre di Jere, trovò una motivazione di vita.
Il 2 febbraio 2014 uccisero Jairo Trasante, un altro dei 7 figli di Eduardo. Il fatto avvenne dopo una discussione in un bar, un furgone inseguì il giovane che era in moto, sparò e lo uccise.
Eduardo Trasante per anni ha visitato le carceri, nel tentativo di avvicinarsi, nel suo ruolo di pastore, a quei giovani che cercavano un'altra vita. Arrivò perfino a ricevere gli assassini di suo figlio.

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Nel 2017, diventò primo consigliere comunale con lo schieramento Ciudad Futura, un raggruppamento politico locale, in cui ha condiviso la militanza con il giornalista Carlos Del Frade. Insieme hanno tenuto numerosi incontri, presentando libri, indagini e rapporti sulla situazione del narcotraffico in città e anche nella regione. Un anno dopo, Trasante si dimise dal suo incarico e anche dall'organizzazione politica, su indicazione dei dirigenti del partito. Si presume a causa di un fatto di violenza di genere, sebbene non fosse stata presentata alcuna denuncia formale in sede giudiziale, ma a causa dei regolamenti del partito, fece un passo indietro. Abbandonò la politica e ritornò al suo credo, e alle richieste di giustizia. Fino al giorno in cui la sua vita è stata stroncata per mano criminale.
Nelle ultime ore, gli agenti delle forze di sicurezza hanno localizzato l'automobile usata dai due assassini. Era stata rubata qualche giorno prima.
"Il pubblico ministero Matías Edery durante la conferenza stampa ha dichiarato: Le indagini sono appena iniziate, dietro il piano di morte ci sono più persone. Abbiamo dati certi che l'ordine è partito dalla prigione di Piñero, stiamo indagando, risponde a tutte le teorie che abbiamo sulla motivazione del crimine", si legge sul portale Rosario Bonus.
"Chiediamo giustizia per chi chiedeva giustizia", ha detto Caren Tepp di Ciudad Futura.
Al momento della stesura di questo articolo, il Ministro della Sicurezza, Marcelo Fabián Saín, e la Provincia di Santa Fe non hanno ancora rilasciato dichiarazioni al riguardo. In questi giorni il governatore Perotti, riceverà i famigliari di Trasante e i membri di Ciudad Futura.
(25 Luglio 2020)

Foto di copertina: www.sinmordaza.com

Foto 2: www.tiempoargetino.com /Telam

Foto 3: www.msn.com

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