Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di Jean Georges Almendras
È la seconda vittima della stampa in Messico dall'inizio del 2020

Un altro attacco alla vita. Alla libertà di espressione. Contro il giornalismo libero. La vittima questa volta è stata la cinquantenne giornalista messicana, María Elena Ferral, corrispondente del Diario di Xalapa, a Veracruz.
Autori del vile attacco due sconosciuti a bordo di una motocicletta. La collega è stata sorpresa mentre camminava per strada nel centro della città di Papantla. Erano circa le 14.00 di ieri 30 marzo.
Gli assassini hanno sicuramente studiato molto bene gli spostamenti della giornalista, per tenderle infine un'imboscata mentre si dirigeva alla sua automobile. Dopo averla vista cadere sulla strada gli sconosciuti si sono dati alla fuga senza essere fermati dalle persone che si trovavano nelle vicinanze. Mentre gli assassini si dileguavano in una folle corsa dal luogo del delitto, la collega agonizzava. Nonostante la confusione del momento, i passanti hanno chiamato i soccorsi e la giornalista, gravemente ferita, è stata trasportata in ospedale dove i medici l’hanno sottoposta ad un intervento chirurgico. La donna presentava tre colpi da arma da fuoco al torace. Il killer aveva un’arma automatica calibro 45, con la quale ha sparato circa 8 colpi.
María Elena Ferral ha lottato duramente in sala operatoria aggrappandosi alla vita ma le ferite erano estremamente gravi e, dopo circa cinque ore in cui i medici hanno fatto di tutto per strapparla alla morte, la collega è deceduta.
La notizia dell’agguato si è diffusa rapidamente in tutta la città e le organizzazioni di giornalisti hanno condannato fortemente questo nuovo crimine commesso contro un membro del giornalismo messicano, in un paese in cui esercitare la professione di giornalista, continua a rappresentare un biglietto alla morte.
Dalle informazioni delle agenzie internazionali e del Messico giunte alla nostra redazione nelle ultime ore, si è appreso che la giornalista uccisa apparteneva all'Organizzazione Editoriale Messicana (OEM) ed era la direttrice del giornale digitale Quinto Poder.
Della giornalista assassinata possiamo dire che ha collaborato per oltre 20 anni con il Diario di Xalapa, come corrispondente dalla zona di Poza Rica-Papantla. La collega aveva denunciato alle autorità di aver ricevuto diverse minacce di morte, aveva addirittura dichiarato di essere stata aggredita da personaggi della politica locale della zona dove esercitava la sua professione.
È stato reso noto che Ferral svolgeva il suo lavoro di investigazione e informazione in un'area conosciuta come Sierra di Papantla, dove sono costanti le sparizioni forzate di persone (per mano della polizia).
Un fatto di sangue che ci indigna e ci ripugna. Vogliamo ricordare che l'assassinio di Ferral è il secondo dall’inizio dell’anno. Il primo ebbe come vittima il giornalista Fidel Ávila Gómez dato per scomparso lo scorso 29 novembre 2019, il cui corpo è stato ritrovato l’8 gennaio all'interno del suo veicolo, nello stato di Michoacán.
Con il crimine di Ferral sono 24 i giornalisti uccisi nel solo Stato di Veracruz dall'anno 2000, mentre a livello nazionale le vittime di entrambi i sessi, nello stesso periodo, sono 150.
Dopo aver appresso la notizia della morte della donna, i giornalisti messicani e quelli della regione di Veracruz si sono mobilitati dinanzi alle sedi di governo, condannando questo nuovo fatto di violenza contro il giornalismo, denunciando (per l'ennesima volta), il grado di vulnerabilità in cui si trovano a svolgere il loro lavoro.
Ovviamente, come in tutti questi fatti, gli autori materiali del crimine, sarebbero solo la punta dell’iceberg di una rete di corruzione dalla quale dei personaggi (sicuramente della zona e del sistema di potere oggi vigente), che hanno un nome e un cognome, e hanno organizzato e ordinato senza alcuna formalità l’omicidio.
Ovviamente, María Elena Ferral, ha dato fastidio a molte persone. Disturbava il potere marcio che è radicato in terra messicana. Che ha quindi deciso di sbarazzarsene. E lo ha fatto: a colpi di pistola.
Noi redattori di Antimafia Dos Mil, ancora una volta, da lontano, ripudiamo e condanniamo questo atto criminale, e riteniamo responsabili le autorità per la negligenza e la corruzione (del potere di turno), che sono serviti per liberare la zona scelta per l’agguato, per pianificarlo e, ancora di più, per averlo ordinato.

Foto di copertina: www.mujermexico.com

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos