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di Jean Georges Almendras
È una pagliacciata che risponde inserita in una persecuzione politica giudiziaria

Nonostante l’ex presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, abbia sempre sostenuto che le accuse contro la sua persona rispondono ad una persecuzione politico-giudiziaria, recentemente un giudice ecuadoriano lo ha processato per "finanziamento illecito di campagna elettorale ed associazione illecita". Il quotidiano Pagina 12 ha riferito la notizia, indicando nella persona di Daniela Camacho il magistrato in questione.
Il giudice ha richiesto un secondo processo contro l'ex presidente nell’ambito di un’indagine sul presunto finanziamento illecito del suo movimento politico. La causa chiamata “Sobornos 2012-2016" (Tangenti 2012-2016), vede coinvolto anche il vicepresidente Jorge Glas e altre venti persone.
L'accusa è incentrata nella presunta esistenza di una struttura composta da funzionari pubblici. L'organizzazione avrebbe facilitato l’erogazione di fondi attraverso due modalità: fatturazioni incrociate e denaro in contanti da parte di imprenditori per beneficiare di contratti con lo Stato.
Stando a quanto riferito da Pagina 12, la Procura aveva presentato 837 prove a sostegno dell'accusa durante gli undici giorni di udienza preliminare del processo, a cui si sono aggiunte altre accuse specifiche da parte della Procura Generale dello Stato. Secondo la Procura il valore delle tangenti del periodo preso in esame supera i 7,5 milioni di dollari.
Venuto a conoscenza della decisione del Giudice Camacho, Rafael Correa l’ha definita una grande pagliacciata, insistendo sul fatto che è vittima di una persecuzione giudiziaria e politica architettata dal presidente dell'Ecuador, Lenín Bruno in connivenza con la giustizia.
“Si tratta del Lawfare. Obiettivo: impedirci di partecipare alle prossime elezioni" sono state le parole di Correa sul suo account di Twitter, rimarcando che tutto l'apparato investigativo si è focalizzato contro la sua forza politica, affermando anche che non c’è alcun provvedimento giudiziario che riguardi l'attuale presidente.
"Il Consiglio Elettorale Nazionale ha appena certificato che tutti i conti sono in ordine, ma non importa. È la persecuzione politica più brutale che la storia del paese ricordi, ma ciò non interessa a certa stampa internazionale".
"Una stampa seria investigherebbe su come mai un ex presidente possa avere 30 processi penali, un vicepresidente in carcere, un cancelliere con ordine di arresto, segretario giuridico, ministri, etc., senza avere trovato neppure un centesimo di versamento illecito, nessun conto segreto…”.
Il quotidiano El País (di Madrid) ha scritto sul suo account Twitter: "Questo secondo processo a Rafael Correa comporta specifiche ripercussioni all'orizzonte politico dell'ex presidente e il suo annuncio di ripresentarsi alle elezioni che si terranno in Ecuador nel 2021".
Il quotidiano riferisce inoltre che durante l'udienza, il giudice ha richiamato fortemente l'attenzione alla procura Generale dello Stato per la "formulazione disordinata" dell'accusa.
Secondo il giudice ciò avrebbe complicato l'analisi giuridica del caso, sottolineando inoltre che la ditta Odebrecht non fosse inclusa tra le imprese indagate, nonostante figurasse implicata nel presunto reato sul quale ha indagato la Procura. La stampa argentina ha riportato che sono stati chiamati a processo anche vari ex funzionari, tra cui Vinicio Alvarado, Alexis Mera e Walter Solís; e che sono state archiviate le cause di tre persone, tra cui María Augusta Enríquez, ex assessore di Alvarado.

Foto di copertina: www.telam.com.ar