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di Claudio Rojas
Nel rapporto presentato il 26 novembre dall'ONG internazionale Human Rights Watch, dopo due settimane di lavoro sul campo nel paese, oltre a denunciare che il "Cile si trova ad affrontare una situazione di estrema gravità di ordine pubblico", e che i Carabinieros incaricati di ristabilire l'ordine pubblico commettono nello svolgimento della loro funzione “gravi violazioni dei diritti umani”, richiede una urgente e profonda riforma dei Carabineros.
Il direttore di Human Rights Watch, José Miguel Vivanco, ha concluso il rapporto segnalando l’esistenza di "una cultura di abusi da parte dei Carabinieros senza subire alcuna conseguenza", e fornito esempi: "uso indiscriminato e inappropriato di armi e fucili antisommossa, abusi contro le persone fermate e sistemi di controllo interno inadeguati, hanno facilitato il prodursi di gravi violazioni dei diritti di molti cileni”.
In merito alla responsabilità del generale al comando durante queste operazioni, José Miguel Vivanco ha affermato: "Non è possibile che la massima autorità dei Carabinieros non conosca, non sappia, la composizione materiale dei proiettili. Mi sembra basilare che qualsiasi forza pubblica nel mondo conosca con chiarezza, non solo le conseguenze dell’uso di questi fucili, che fanno parte dell'equipaggiamento antisommossa, ma anche la composizione e le regole per usarli”.
A José Miguel Vivanco è sembrata inverosimile la prima dichiarazione pubblica del generale in cui ha smentito lo studio dell'Università del Cile, che indica che le pallottole sparate nelle manifestazioni dal personale sotto il suo comando, oltre altri componenti che provocano danni importanti alle persone, contengono anche piombo e che possono essere letali. Successivamente ha dovuto ammetterlo e ha fatto ricadere la responsabilità sul fornitore delle munizioni, dicendo che lui ne ignorava la composizione.
"Nel rapporto di 36 pagine, lei ha cercato di ricusare i gravi fatti riportati nel documento di Human RightsWatch. Sono state messe in discussione le cifre, specialmente quella che riguarda il numero di feriti tra il 18 ottobre e il 22 novembre che ha raggiunto 11.564 persone, delle quali "oltre 1.100 presentavano lesioni moderate o gravi" e "almeno 1.051 persone risultarono ferite colpite da pallottole". Per i Carabinieros, nel rapporto da lei presentato, veniva indicato un totale di 1.195 civili feriti fino al 2 dicembre, di cui solo 376 presentavano ferite da pallottole "la cui paternità non è stata ancora determinata dagli organi giudiziari". Sono state contestate anche le cifre di abusi sessuali.
Su quest'ultimo punto, nel rapporto dei Carabinieros che lei ha firmato, si legge: "Il rapporto HRW (Human RightsWatch) riporta l'esistenza di 74 casi relativi ad abusi sessuali in cui i detenuti sono stati obbligati a spogliarsi e fare 'piegamenti’ nelle stazioni di polizia senza che esistano elementi di prova che permettano di sostenere la veridicità di quei racconti". Ha aggiunto: "Del resto, molti di essi si sono potuti invalidare in sede amministrativa con la sola esibizione dei video di sicurezza delle caserme".
Vale a dire che il corpo dei Carabinieros non ammette nessun "piegamento" nella totale nudità, a cui sono stati obbligati anche minori, nè un solo palpeggiamento violento ai genitali di uomini e donne fermati, né una sola violenza sessuale. Nonostante la smentita di José Miguel Vivanco del 5 dicembre, le denunce per abusi sessuali in quei giorni sono arrivate a 74. Ci sono anche delle testimonianze scioccanti di cui non c’è stato un solo accenno sui verbali.
Dopo il rapporto di Human RightsWatch, anche la Commissione Interamericana per i Diritti Umani (CIDH) si è pronunciata sull’uso eccessivo della forza da parte della polizia dall’inizio delle proteste sociali lo scorso 18 ottobre. Esprime preoccupazione per l'alto numero di denunce di violazioni dei diritti umani, che presentano uno schema di ripetuto comportamento violento contro i manifestanti. Oltre ad esortare il governo alla "sospensione immediata dell'uso spropositato della forza da parte delle forze di sicurezza dello Stato", l'organismo dell'OEA ha espresso il proprio allarme per l'alto numero di denunce per abusi sessuali nei confronti di minorenni che manifestavano.
Poi è stata la volta degli osservatori dei Diritti umani dell'ONU, inviati in Cile dall’Alto Commissario Michelle Bachelet la quale ha affermato: “Ci sono ragioni fondate per sostenere che, a partire dal 18 ottobre si è verificato un elevato numero di gravi violazioni dei diritti umani. Queste violazioni includono l'uso eccessivo o non necessario della forza degenerata nella privazione arbitraria dalla vita, lesioni, tortura, maltrattamenti, violenza sessuale e detenzioni arbitrarie. Queste violazioni sono state commesse in tutto il paese, ma maggiormente nella Regione Metropolitana e nei contesti urbani", è quanto è emerso nel rapporto.
"I Carabinieros hanno fatto uso di forza non letale quando la manifestazione era pacifica, con l'obiettivo apparente di disperdere la manifestazione o evitare che i partecipanti arrivassero al punto di concentrazione", conclude il documento.
Su fucili e pallottole antisommossa hanno indicato che “ci sono ragioni fondate per sostenere che c'è stato un uso spropositato e talvolta non necessario di armi meno letali, in particolare fucili antisommossa, ma anche gas lacrimogeni, utilizzati a distanza ravvicinata”.
"Il numero allarmante di persone con lesioni agli occhi o al volto dimostra tali gravi violazioni. Preoccupa particolarmente l'uso di pallottole che contengono piombo", ha affermato la commissione dell'ONU.
Un altro aspetto rilevante presente nella relazione è la responsabilità dei Carabinieros in questi incidenti. Secondo il rapporto, l'istituzione "ha ripetutamente mancato al proprio dovere di distinguere tra manifestanti violenti e persone che manifestavano pacificamente”.

Violenza sessuale e simulazione di esecuzioni
L'organismo internazionale ha stabilito anche che un gran numero di persone arrestate e detenute sono state maltrattate (32), oltre alla violenza sessuale, simulazione di esecuzioni, le persone venivano minacciate di finire "desaparecidas", che l'ONU considera "tortura."
È stata anche riconosciuta la discriminazione nei confronti delle donne, dei popoli indigeni e delle persone LGBTI che ha generato: "la disuguale partecipazione di settori o gruppi della popolazione in certi spazi democratici ha contribuito alla separazione da partiti e processi politici”.

Foto di Copertina: www.larazon.es

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