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di Jean Georges Almendras
Operazione "Magnesio": il Pubblico Ministero Ferrero smantella cellula di Primo Comando Capitale

Una cellula operativa del Primo Comando Capitale (PCC), la temibile organizzazione criminale brasiliana che si è istallata in Uruguay da sei mesi, o forse da molto prima, è stata identificata dalle autorità a seguito di un'approfondita indagine iniziata alla fine dello scorso mese di luglio e il Pubblico Ministero Mónica Ferrero, a capo della Procura Specializzata nell'Antidroga, ha cominciato a smantellarla. Il lavoro del magistrato, basato su intercettazioni telefoniche e non solo, ha portato agli arresti domiciliari di quattro persone, una delle quali membro e leader dell'organizzazione, tutti accusati di "associazione a delinquere". Il lavoro congiunto della Procura e della Giustizia, nella persona di Beatriz Larrieu, giudice del tribunale di terzo grado per il Crimine Organizzato, segna un significativo passo avanti compiuto dalle autorità uruguaiane contro il crimine organizzato nella regione, principalmente dopo che varie organizzazioni criminali internazionali, tra cui quelle dedite al traffico di droga, hanno operato all'interno dei nostri confini, e sicuramente lo fanno ancora, potenziando la loro solida e deplorevole presenza nella zona. Negli ultimi mesi da queste pagine abbiamo segnalato ad esempio l’arresto del mafioso della 'Ndrangheta Rocco Morabito e della sua successiva scandalosa fuga dalla Prigione Centrale di Montevideo e della presenza di elementi infiltrati di questa organizzazione criminale italiana, nei Tribunali di Buenos Aires e in Uruguay dove hanno svolto compiti di appoggio logistico per garantire la fuga di Morabito, come riportato in un recente articolo di ANTIMAFIADuemila.
Mónica Ferrero ha iniziato ad indagare con discrezione sulla possibilità che elementi dell'organizzazione criminale brasiliana Primo Comando Capitale (PCC), stessero operando nel nostro paese. L’indagine prese il nome di operazione "Magnesio". Era il 30 Luglio di quest'anno, quando dei dati estremamente riservati arrivarono alla sua attenzione dall'Agenzia Brasiliana di Intelligence, ABIN. I rapporti riguardavano direttamente personaggi della malavita uruguaiana strettamente legati ad un esponente del PCC. A questo punto la Ferrero dispose le intercettazioni che permisero di individuare alcune delle persone coinvolte, come Mario Bentancor, criminale uruguaiano con precedenti penali risalenti agli anni 2010 e 2014, e Fernando Otalivio Frabasil Gómez, delinquente brasiliano con numerosi precedenti penali e leader di Primo Comando Capitale.
Dall'indagine è emerso che i vertici del PCC non solo avevano reclutato circa 84 delinquenti uruguaiani, ma avevano commesso anche reati di varia gravità, come il recente assalto ad una stazione di sevizio di Montevideo a cui partecipò Mario Bentancor.
Il Pubblico Ministero Ferrero, con le copiose informazioni raccolte sull'organizzazione criminale brasiliana, ha ricostruito l'oscuro quadro delle sue attività, con varie persone coinvolte, riuscendo a scoprire il progetto in fase di pianificazione di una serie di azioni criminali nelle zone del dipartimento di Canelones, probabilmente nelle località di San Antonio e San Ramón, con il concorso di delinquenti che avrebbero usato le uniformi della polizia.
Come informazione per il lettore, il Primo Comando Capitale è un'organizzazione brasiliana con un rigido regolamento dove vengono applicati parametri duri e severi, che ha la propria base operativa nel sistema carcerario brasiliano. Conta circa 104 mila membri, con un'area di influenza, oltre al Brasile, estesa a paesi come Paraguay, Bolivia ed ora Uruguay. Secondo quanto riferito dalla stampa uruguaiana sul lavoro svolto dalla Ferrero, il Primo Comando Capitale mira direttamente a contare su una manodopera di delinquenti specializzati in differenti aree: dominio del sistema informatico, narcotraffico, furto di veicoli, ingresso di sostanze stupefacenti, traffico di armi, ecc. È emerso anche che il PCC avrebbe avuto tra i suoi piani l'introduzione di droga nel modulo 7 della struttura carceraria COMCAR, vicino a Montevideo, considerando che questa attività criminale in Uruguay risulta estremamente redditizia.
Alla fine, l’esito delle investigazioni del pubblico ministero Mónica Ferrero ha portato agli arresti domiciliari di Fernando Otalicio Frabasil Gómez (che stava già scontando una pena detentiva per altri reati e fu anche il "padrino" del delinquente uruguaiano Mario Bentancor, nella sua affiliazione al PCC e specificamente al suo circolo interno), di Bentancor stesso e delle loro compagne, una delle quali è una poliziotta penitenziaria, accusati di "associazione a delinquere". Altri detenuti, tre in tutto, hanno riacquistato la libertà per una questione di termini legali, fatto contestato dal giudice della Corte.
Per concludere dobbiamo segnalare che Fernando Frabasil fu una figura mediatica negli anni 90 nell’ambito delle indagini sull'omicidio dell'imprenditore Luis Ernesto González, il cui cadavere fu trovato il 23 agosto 1993 all'interno di una cisterna, con un colpo di pistola in testa, nella località di Cerrillos. Finirono sotto processo Walter Carmona, che morì anni dopo in un agguato durante un'uscita temporanea, Rolando Bentancor e l'ex ufficiale di polizia Washington De María, che avrebbe contrattato i sicari per commettere l'assassinio. In quei giorni Fernando Frabasil fu interrogato dalla Polizia per i suoi legami con l’ambiente del narcotraffico e del furto di automobili, sebbene dopo dichiarò di essere stato, tra gli anni 1992 e 1994, un agente sotto copertura della DEA. Da allora Frabasil ha commesso altri reati finendo sotto processo, parallelamente ha stretto legami con i membri del PCC fino al punto di diventare uno dei referenti. In questo contesto fece da garante di Mario Bentancor per entrare all'organizzazione. Le indagini del procuratore Ferrero hanno confermato il suo vincolo con il PCC, quindi la sua già ricca fedina penale si è arricchita di una nuova imputazione, “associazione a delinquere”.
L’attenzione è alta da parte delle autorità di fronte all'eventualità che possano registrarsi episodi criminali all'interno del territorio ad opera di soggetti reclutati in Uruguay da parte del PCC, e sono quindi state disposte una serie di misure preventive e di controllo al fine di neutralizzare l'avanzamento della criminalità brasiliana che a questo punto sembra essere già imminente (e inevitabile).

Foto: www.subrayado.com

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