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di AMDuemila
Decine di feriti e centinaia di arresti, tre poliziotti uccisi in un attentato

Dopo Cile, Bolivia ed Ecuador disordini anche in Colombia. Da qualche giorno a Bogotà e nelle altre città principali del Paese (Medellin e Cali comprese) centinaia di migliaia di persone hanno invaso le strade in segno di protesta contro il governo di destra del presidente Ivan Duque. Sindacati, studenti, partiti d'opposizione e organizzazioni indigene, tutti uniti contro le politiche di sicurezza di Duque, i tentativi di rendere più flessibile il mercato del lavoro, l’indebolimento dei fondi pensione pubblici e aumentare l'età per la pensione. Richieste, queste, soffocate dagli agenti antisommossa che da giovedì, giorno del maxi sciopero nazionale, sono schierate in massa nelle piazze per reprimere i manifestanti. Numerosi gli scontri registrati, centinaia di arresti, decine di feriti e 3 poliziotti rimasti uccisi in un attacco compiuto ieri sera a una stazione di polizia a Santander de Quilichao. Il presidente Iván Duque è rimasto in silenzio fino a sera. Poi ha ordinato il “toque de queda” (coprifuoco) dalle 21 fino alle 5 di oggi, sabato. Ma dopo l'appello del sindaco della capitale, Enrique Peñalosa, che lamentava la serie di assalti soprattutto nella zona sud, nei quartieri di Bosa, Ciudad Bolivar e Kennedy dove centinaia di giovani si scontravano da ore con la polizia, il presidente ha deciso di mobilitare l'esercito e di affiancarlo agli agenti anti sommossa. Non accadeva dal 1977, oltre 40 anni fa. "Dobbiamo respingere categoricamente qualsiasi forma di violenza", ha detto Duque in un messaggio trasmesso venerdì sera in tv prima di convocare un gabinetto straordinario e incontrare i vertici delle Forze Armate e della polizia nel centro di coordinamento. L'ufficio dell'Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni unite nel Paese ha espresso preoccupazione per questo, affermando che lo Stato debba limitare l'uso della forza militare "per il controllo dei disordini interni".
Qualche ora fa il presidente Ivan Duque ha annunciato l’avvio di un dialogo nazionale con tutti i settori politici e sociali per la prossima settimana in modo da rispondere alle proteste che da giorni incendiano il Paese. "A partire dalla prossima settimana lancerò un dialogo nazionale per rafforzare l'attuale agenda delle politiche sociali, lavorando in modo unitario con una visione di medio e lungo termine che ci permetterà di colmare le lacune sociali", ha affermato il capo di Stato in un discorso in tv.

Foto © Ansa / EPA

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