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di Francisco Medina, fratello di Pablo Medina
Lettera aperta ad Antimafia Dosmil

Ciao amici della Rivista Antimafia Dosmil.
Sono Francisco Medina, fratello di Pablo Medina, giornalista assassinato per mano di sicari al servizio del crimine organizzato del mio Paese.
Ancora una volta voglio esprimere la mia gratitudine a tutti voi per averci accompagnato durante questi cinque lunghi anni peregrinando alla ricerca della tanto anelata giustizia. So che per voi non è facile, perché dovete allontanarvi dalla vostra casa per giorni, a volte settimane, per essere presenti al nostro fianco nei momenti in cui più abbiamo bisogno delle persone. Sentiamo il vostro immenso affetto e questo ci dà la forza interiore e spirituale per andare avanti con coraggio, ma soprattutto di non perdere mai la fiducia di arrivare alla verità e di conseguenza alla giustizia.
Posso dire con certezza che l’appoggio di ognuno di voi ha grande valore. È un supporto straordinario. Dico e sostengo che senza di voi non si sarebbe arrivati tanto lontano, perché per la prima volta in Paraguay è stato condannato il mandante dell’omicidio di un giornalista con una condanna a 29 anni, più dieci anni di misure di sicurezza, quasi la pena massima contemplata dalla C.P.P vigente in Paraguay (la pena massima è di 30 anni). Purtroppo per gli altri sfortunati giornalisti non è successo lo stesso, compresi gli altri miei due fratelli.
Quello che più ci è dispiaciuto in tutto questo tempo è la tiepida vicinanza, per non dire assenza o quasi, del direttore stesso di ABC Color, sapendo che lì Pablo lavorò per oltre 16 anni, impegnandosi con tutta la sua saggezza ed esperienza; soprattutto con molto coraggio, senza conoscere mai la paura, fino ad offrire la propria vita.

Grande Pablo!
Solo i codardi ti hanno lasciato solo in vita, privandoti anche della scorta. Un’azione che ha visto tanti complici: la Polizia Nazionale, i giudici ed anche il direttore di ABC Color. Ti hanno abbandonato al tuo destino. Dopo la tua ingiusta morte ci aspettavamo la vicinanza di tutti i colleghi di ABC Color e di altri mezzi giornalistici che però non abbiamo mai sentito appieno: come ad esempio nel sentito ricordo dell’incontro nella Plaza de las Indias, il 18 novembre, un mese dopo la tua morte.
Erano presenti noti giornalisti di molti Paesi fratelli reclamando giustizia e noi volevamo vedere i colori gialli sparsi in tutta la Piazza che identificano i giornalisti di ABC Color. Ma ciò non è avvenuto, è rimasto solo un sogno; perché non c’era nessuno dei tuoi colleghi, né di altri mezzi stampa. Anche in altre occasioni hanno dimostrato indifferenza; specialmente quando abbiamo rivendicato giustizia nella città di Curuguaty, dove hai formato la tua famiglia e dove avevi la tua redazione. Lì, ancora una volta, i colleghi si sono contraddistinti per la loro assenza così come in varie altre occasioni, come quando abbiamo chiesto giustizia nella Sala Bicamerale del Congresso della nazione paraguaiana. Non sono mai stati presenti.
Tutto ciò ci fa pensare, non supporre, ma affermare che la stampa libera non esiste in Paraguay; che la libertà di espressione è ancora una questione in sospeso e ad oggi un'utopia. Perché affermo questo? Per una semplice ragione! Perché tutti i mezzi di comunicazione sono in mano a potenti uomini d'affari: Natalia Zucolillo (Diario ABC Color, Radio ABC Cardinal 730 AM, ABC TV cable); Antonio J. Vierci (Canal 4 Telefuturo, Diario Última Ora, Radio Monumental 1080 AM, Canal 11 La Tele, Centro Informativo Multimedios, Canal 2 Red Guaranì, Canal Noticias PY (cable), Diario Extra, www.paraguay.com, Radio Urbana 106.9 FM, Radio Estación 40 91.1 FM, Radio Virtual FM,: Horacio Cartes (Diario La Nación, Radio 970 AM, Diario Popular, Diario Crónica, www.hoy.com.py, Radio Montecarlo 100.9 FM).

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