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di Karim El Sadi - Video
L’intervista al giornalista Manlio Dinucci su Radio Saiuz: “In arrivo a Ghedi e Aviano nuovi missili balistici all'idrogeno B6112

In Italia tutti i governi di qualsiasi colore hanno obbedito agli americani, la strategia guidata da Washington che stiamo seguendo sta passando di guerra in guerra e così ci stiamo ritrovando in prima linea nel confronto aperto contro la Russia”. E’ inquietante l’allarme lanciato dall’esperto di geopolitica Manlio Dinucci nel corso di un’intervista rilasciata a Radio Saiuz martedì sera sul tema dell’assai discussa partecipazione dell’Italia alla NATO (l’Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord). Su questa linea per di più, come ha sottolineato lo scrittore, “il nostro paese è diventato una sorta di base portaerei degli Stati Uniti nel Mediterraneo", tutt’ora infatti "ospitiamo ad Aviano e a Ghedi armi nucleari chiamate B61. A Ghedi in particolare ci sono caccia Tornado che si esercitano sotto comando statunitense all’uso delle armi nucleari”. Un fatto gravissimo e “assolutamente illegale” ha sottolineato Dinucci, in quanto “l’Italia ha firmato il trattato di non proliferazione (TNP, ndr)”. Nell’articolo 2 del trattato si legge infatti che “ciascuno degli Stati militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente”. Ma non finisce qui. Secondo Manlio Dinucci in Europa e quindi anche in Italia stanno arrivando per ordine della NATO le B6112, il nuovo modello di bombe nucleari all’idrogeno made in USA con potenzialità distruttive quattro volte superiori a quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki nel lontano 1945. Questo tipo di arma “è molto più efficace della precedente perché la bomba non cade in verticale dall’aereo (come il modello B61, ndr) ma viene lanciata a distanza dall’obiettivo e questa si dirige autonomamente verso di esso, in sostanza una bomba intelligente. In questo modo si abbasserebbe il rischio che il cacciabombardiere venga intercettato dal nemico. Inoltre alcune di queste bombe penetrano ed esplodono sottoterra perché ogni paese ha i centri di comando e le basi operative più sensibili in bunker sotto il suolo. E’ chiaro - ha spiegato lo scrittore - che se in un primo attacco si riesce a colpire la mente o la base operativa del nemico questi viene decapitato”.



L’Italia sulla scia del “totale asservimento ai grandi interessi” ha anche accettato la bocciatura dell’INF, il trattato sulle forze nucleari intermedie firmato nel 1987 dall’allora presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e quello russo Mikhail Gorbaciov, che pose fine ad anni di tensioni nella Guerra Fredda tra il blocco occidentale e quello orientale. Da quell’accordo storico, ha ricordato Dinucci, vennero eliminati 2692 missili, 846 americani e 1.846 russi ed altri situati in altri paesi del mondo tra cui l’Italia che a Comiso (in provincia di Ragusa) aveva 112 missili subsonici "Cruise", andati distrutti. “Oggi - ha spiegato dunque l’esperto - avremo non solo altre bombe nucleari che sostituiranno quelle vecchie presenti ad Aviano e Ghedi, ma anche nuovi missili nucleari tipo quelli di Comiso” in virtù della fine del trattato INF. Una situazione rischiosissima che di fatto espone l’Italia allo strapiombo della terza guerra mondiale di tipo atomico tra Stati Uniti e Russia. “Quindi è chiaro - ha sottolineato il giornalista - che avendo in casa armi di questo tipo si diventa automaticamente un bersaglio potenziale di qualsiasi attacco. Sia esso un contrattacco della Russia oppure di tipo terroristico, poichè le nostre basi di Ghedi e Aviano rappresentano dei punti strategici nevralgici”.
Sempre riguardo all’INF Dinucci ha dichiarato che Trump è uscito dai trattati del 1987 perché “il Pentagono ha deciso di piazzare missili analoghi attorno alla Cina. Che cosa avverrebbe se la Russia o la Cina andassero a installare missili di medio raggio in Messico? - si è chiesto lo scrittore facendo un parallelismo con la tensione che si verificò nel 1962 tra USA e URSS quando a Cuba arrivarono missili balistici - Una guerra mondiale atomica”. “Una volta che gli Stati Uniti metteranno questi missili vicino alla Russia e alla Cina - ha sottolineato - questi hanno già avvertito che hanno le tecnologie per rispondere, ma su di noi perché questi tipi di missili raggiungono massimo 5.550km di distanza. Ecco dunque che il fronte diventa Roma, Berlino, Parigi e quindi l’Europa”. Per far fronte a tutto ciò “la prima linea dello scontro è l’informazione e siamo in nettissimo svantaggio - ha affermato Dinucci - siamo messi male perché manca l’informazione. I grandi media non le trasmettono queste notizie. La gente non è consapevole o pensa che sia uno scenario esagerato. Milioni di ragazzi scendono in piazza, giustamente, contro il cambiamento climatico - ha concluso - ma si dovrebbero rendere conto che in questo momento ci sono nel mondo armi in grado di spazzare via l’ambiente che permette la vita sulla terra”.

Foto © Randy Montoya

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