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di Alejandro Díaz di Our Voice, Cordoba, Argentina
"Mentre il potere centrale spende migliaia di milioni di dollari in armamenti, nella speranza che non vengano mai usati, tre quarti dell'umanità soffrono privazioni indescrivibili. (…) Qualsiasi sia il senso che si voglia attribuire a questo processo cosmico che nessuno può negare, niente appare come più radicalmente anti-naturale di questo accumulo di potenziale distruttivo. Dà l'impressione che il potere centrale voglia una struttura di dominio estremamente violenta ed ingiusta che costa un incalcolabile sacrificio di vite umane, per investire i propri profitti nell'impresa più "anti-naturale" della storia". In "Criminologia: Aproximación desde un margen" di Eugenio Raúl Zaffaroni - 1988.
L'avvocato Zaffaroni è Membro della Corte Interamericana dei Diritti umani, è stato giudice della Corte Suprema dell'Argentina, è specializzato in Diritto Penale e in Criminologia. Ed uno dei principali esponenti sui Diritti umani.
Questa dichiarazione di Zaffaroni che risale ad oltre 30 anni fa, a mio parere rende molto bene l’idea, della Crisi Umanitaria ed Ambientale che affronta il pianeta. Fame, guerra, inquinamento ed incultura sono solo alcuni dei principali argomenti da dove si può dare inizio ad un'analisi della situazione.
Perché analizzarlo dal punto di vista della criminologia?
L'idea presuppone l'esistenza di una vittima e di un carnefice, uno subisce la condotta ingiusta, dell'altro. Nelle conseguenze c’è un'origine, un piano, un disegno, uno sviluppo, una concretizzazione. La situazione del popolo di periferia, ai margini, come li chiama di solito Zaffaroni, è una conseguenza diretta di quello che lui definisce Potere Centrale. E a questo proposito dobbiamo chiederci: Cos’è, questo Potere Centrale?, o meglio, chi è questo Potere Centrale? Perché sarebbe ingiusto addossare la responsabilità, indiscriminatamente, a tutto un paese, a tutta una nazione. Forse la colpa delle società del ‘centro’ del paese è l'indifferenza o l'estrema superficialità di non interrogarsi sull’origine della loro abbondanza o del vero senso del loro dovere.
Ci sono delle posizioni intermedie tra il Potere e la Miseria, piccole differenze culturali e benefici materiali che creano l'illusione di una normalità. Ma nel numero, la normalità è la maggioranza, ed in questo senso le periferie estreme lo sono, si somigliano, e si ripetono nelle distinte latitudini, nei campi di rifugiati, nelle favelas, nelle baraccopoli, nei valichi di frontiera che lasciano intravedere gli abissi. Ma soprattutto negli sguardi di delusione, di abbandono, di oblio. In realtà sono anche loro, i ‘cittadini del centro’, gli ostaggi del Potere Centrale. Potere che si è costituito grazie ad una efficace successione di passaggi nel corso della storia. Una serie di azioni che, organizzate, configurano un metodo.
Storicamente questo Potere Centrale si è avvalso della scienza, della tecnica e della conoscenza per creare strumenti di violenza e di indottrinamento. Le ideologie di razze, la costruzione di minacce, il dosaggio della paura, l'esaltazione delle dottrine, la creazione di povertà sono manovre pianificate in think tank che permettono di massificare l'assoggettamento. Quale motivo, reale, potrebbe avere un abitante dell'Ohio di odiare un abitante di Kabul? O un cittadino di Buenos Aires di chiamare terrorista un abitante della Patagonia? La conseguenza diretta di tale manipolazione è la decostruzione sociale, la negazione dell'altro che si manifesta in una forma asociale, e dentro il contesto legale, in una forma criminale. La legge si difende, ma è necessario, perfino indispensabile che si sostenga lo Stato di Diritto in tempi e termini ragionevoli affinché non venga meno il Patto Sociale.
L'ipotesi di un colpevole ci obbliga ad identificarlo. La scuola di pensiero Antimafia riconosce come Sistema Criminale Integrato l'idea di Potere Centrale, dando forma ad un concetto alquanto astratto. Il Sistema Criminale Integrato è un insieme di individui che adottano un modello di condotta criminale basato sull'intimidazione, l'assoggettamento e l'omertà. Adottato dall’interno di una struttura organizzata permanente nel tempo. Sufficientemente flessibile per adattarsi ai cambiamenti contestuali e contemporaneamente abbastanza rigida per mantenere un centro di potere inoppugnabile.
Il legislatore italiano riesce ad inglobare queste condotte dell'anti-stato, dentro la figura di "associazione criminale di tipo mafioso" (art. 416 bis Codice Penale italiano), dove vengono ascritti fatti e caratteristiche specifiche attinenti a questo tipo di metodo criminale. L’articolo stabilisce il modello di condotta necessario: … "per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali”.
Oltre ad essere una "ricetta" anticorruzione, lo spirito dell'articolo è individuare e perseguire questi Centri di Potere, da un contesto normativo, all’interno della criminologia.
Qualificare la Mafia significa accettare la sua esistenza, la sua tradizione, la sua storia come un fatto scientifico. Un'organizzazione di quasi 200 anni di vita, che ha organizzato attentati e massacri, corrotto ed infiltrato le istituzioni, condizionato i governi e le democrazie. Un'organizzazione che protegge personaggi come "Totò" Riina, capo storico di Cosa Nostra che oltre ad essere uno spietato assassino seriale, è riuscito a resistere ad un regime carcerario per 30 anni senza collaborare al corso della giustizia. Una personalità paragonabile in questo senso a quella di Miguel Osvaldo Etchecolatz, uno dei criminali di Lesa Umanità dell'ultima Dittatura Civile-militare-ecclesiastica dell'Argentina. Chi traeva realmente profitto da questi genocidi? A chi hanno giurato il loro silenzio?
Un altro personaggio spregevole di questa storia è stato José López Rega, il "Maggiordomo di Peron", Ministro del Benessere Sociale, durante la sua ultima presidenza. Alla morte del Generale Peron, assunse ufficiosamente il comando di tutti i ministeri, fino alla sua prematura fuga, nel 1975 come Ambasciatore itinerante in Spagna, dove già nel 1973 era stato insignito con la "Grande Croce dell'Ordine di Isabella La Cattolica". Lo stesso fece Peron verso Licio Gelli quando lo insignì con l'onorificenza dell'Ordine del Liberatore Generale San Martin". Il tipo di servigi prestati oggi sono ben noti.
Nel 1986, López Rega, è stato accusato di Crimini di Lesa Umanità, morì nel 1989 senza una sentenza. Durante la sua gestione come Ministro, ancora in Democrazia, López Rega organizzò un "Grupo de tareas” (uno squadrone della morte), chiamato "La Triple A", l'Alleanza Anticomunista Argentina, alla quale sono attribuiti circa mille sequestri e sparizioni forzate di persone. È accusato inoltre di essere stato uno dei principali istigatori del "Massacro di Ezeiza".
López Rega era membro della P2, l'organizzazione massonica (deviata), presieduta da Licio Gelli, un'organizzazione segreta, ancora sotto indagine, strettamente legata alle operazioni del Piano Condor in America Latina. Ne erano membri anche Alberto Vignes, Ministro degli Esteri, ed Emilio Eduardo Massera, Ammiraglio della Marina e membro della Giunta che destituì il Governo Argentino.
Queste "Organizzazioni Segrete", dal comportamento criminale (non tutte), insidiano la storia. Ne hanno fatto parte Personaggi e padri della patria che occuparono, ed occupano, i più importanti incarichi. Quale lealtà era imposta loro? Potrebbero essersi des-affiliati? Saranno riusciti a rimanere fedeli ai propri precetti morali in ogni momento? O hanno dovuto sottomettere l'impegno dell’incarico che rivestivano alle questioni della loggia? In che modo questo influisce sulla Democrazia e la libera determinazione dei Popoli?
Perché le Istituzioni Giudiziarie non indagano seriamente su queste "Organizzazioni Segrete"? Capaci di influenzare, se non altro, i peggiori massacri della storia.
"In qualche misura - di certo molto limitata - i suoi agenti ammettono eccessi o conseguenze non desiderate, benché considerate inevitabili. Presentare il criminale di Stato come un individuo che nega tutti i valori dominanti e non prova alcun senso di colpa o vergogna, ci conduce all'inverosimile e tranquillizzante immagine del psicopatico. Il crimine di Stato è un delitto altamente organizzato e gerarchizzato, forse la manifestazione della criminalità organizzata per eccellenza". Eugenio Raúl Zaffaroni in "Il crimine di Stato come oggetto della Criminologia" nel Simposio di Criminologia di Stoccolma, 2006.
Con la caduta delle Dittature del Sudamerica si è determinata la fine di questo tipo di Organizzazioni? Come ho detto sopra, la Mafia (un'organizzazione criminale d'elite, oramai non tanto segreta), ha quasi 200 anni ininterrotti di storia.
Quando Magistrati onesti, come Roberto Scarpinato o Giuseppe Lombardo (membri delle Procure Antimafia italiane), affermano che questi gruppi stanno comprando il debito estero di altre nazioni, perché qui i tribunali nazionali non pongono in essere le loro rispettive investigazioni?
La mancanza di attenzione e considerazione da parte dei rappresentanti dello Stato Argentino e loro affini verso il Seminario italo-argentino Antimafia è una forma di negazione di questi fenomeni. E la perpetuazione di una condotta di insabbiamento dei processi di corruzione e delle condotte criminali inerenti a questo tipo di Organizzazioni Criminali. Basta dire che il titolare della Segreteria di Etica Pubblica, Trasparenza e Lotta contro la Corruzione dell’Argentina, (chiamato "Ufficio Anticorruzione"), non solo non ha risposto alle domande dei giornalisti presenti in sala durante il simposio, ma inoltre, nei giorni successivi, ha negato pubblicamente la partecipazione del suo ufficio nelle investigazioni in casi di corruzione dell'attuale Governo di Mauricio Macri.
Queste Organizzazioni Criminali mantengono il loro potere grazie all'impunità di cui godono, non solo perché evadono la Giustizia, ma anche perché ne costruiscono la storia. Un'invasione di idee, freddamente formulate da specialisti nel tema, diffuse fino allo sfinimento dagli specialisti della comunicazione sociale, al fine di naturalizzare la condotta criminale, giustificare i comportamenti immorali e legittimare il potere di queste strutture anti-naturali.
"La vera tecnica di Neutralizzazione attraverso la Negazione della responsabilità avviene quando i criminali di Stato affermano che le loro azioni non erano state intenzionali, bensì semplicemente inevitabili". (Zaffaroni 2006) óp.).
Inevitabili gli aumenti, inevitabili gli adeguamenti, inevitabile abbassare le pensioni di anzianità, inevitabile negare il nutrimento ai bambini, inevitabile cancellare l'educazione, inevitabile reprimere le comunità aborigeni, inevitabile lo smantellamento istituzionale dello Stato, inevitabile chiedere perdono a alle Corone Europee per il "cattivo comportamento", inevitabile la sottomissione alla Banca Internazionale, inevitabile aumentare il budget per la "Sicurezza" e riempire le strade di repressori. Mi chiedo se sarà inevitabile anche la dichiarazione di guerra ad un paese fratello?
Verso chi sono leali questi funzionari capaci di sopportare di venire ridicolizzati in pubblico, l'incoerenza, di personificare costantemente la menzogna, di venire considerati deficienti, stupidi, ecc.?
"L'idea ingenua e semplicistica del crimine di Stato come un prodotto psicopatico non è altro che un vano tentativo di calmare la propria inquietudine davanti alla rivelazione che qualcuno simile a noi stessi può commettere simili atrocità. La tesi che il criminale di Stato sia diverso e malato è psicologicamente una reazione comune di fronte a questa ed altre forme di criminalità dannosa ed aberrante, spiegabile psicologicamente, ma inammissibile come valida nella scienza sociale". Ed anche, "La gravità del crimine di Stato non permette che venga commesso tutelando da ulteriori danni solo la propria immagine, ma richiede molto più: richiede che questa venga esaltata portando i criminali ad essere considerati eroi o martiri. L'integrità psichica del criminale di Stato richiede simile esaltazione". (Zaffaroni 2006, óp.).
In definitiva, sono o fanno finta di essere? Non idioti, mafiosi.
Qualcuno non sapeva, qualcuno non conosceva i metodi e le motivazioni di queste organizzazioni scelte e segrete, ma i passi in avanti scientifici e giudiziali delle investigazioni dell'Antimafia aprono una via d'accesso a queste strutture. Oggi possiamo seguire gli indizi che ci guidano attraverso i massacri, i delitti eccellenti, i crimini di massa e ci portano ai più alti posti del potere. Oggi conoscere i nomi di questo Potere Centrale, di questo Sistema Criminale Integrato è alla nostra portata.
Dobbiamo solo avere coraggio.

Foto di Copertina: www.treslineas.com

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