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di Augustin Saiz
Sabato 27 Aprile, presso la facoltà di psicologia della città di Cordoba, si sono riuniti esponenti di diverse organizzazioni antinucleari dell'Argentina, insieme al brasiliano Chico Whitaker (creatore del foro sociale mondiale), per sviluppare delle proposte per porre fine al piano nucleare e impostare reti di lavoro con i movimenti antinucleari Brasiliani.
A 33 anni dalla catastrofe, (non incidente) di Chernobyl e mentre osserviamo attoniti il continuo sversamento nel Pacifico di centinaia di tonnellate di acqua radioattiva da Fukushima, in Sudamerica sono ancora vigenti i piani nucleari di due dei paesi più importanti della regione.
Brasile ed Argentina hanno riproposto quasi in parallelo durante il mandato di Lula e di Néstor Kirchner, i loro antichi progetti nucleari, che proseguono oggi sotto gli attuali governi dei loro nemici politici della destra, soprattutto con l'istallazione di nuove centrali nucleari e l'ampliamento del settore minerario dell'uranio.
In un mondo in cui recentemente si sono ritirati dal piano di non proliferazione di armi nucleari gli USA e la Russia, Israele si rifiuta di firmare il Trattato e l’Iran sta valutando se uscirne, i paesi latinoamericani riprendono i loro progetti nucleari per uso civile, ma vincolati ad un rapporto quasi coloniale, di totale dipendenza politico-economica, verso le potenze mondiali che si disputano geopoliticamente il destino della regione.
Mentre i governi di sinistra negli anni passati hanno stretto alleanze con l'asse Russo Cinese mediante macro accordi commerciali che includevano tecnologia nucleare (l'Argentina, il Brasile ed ora anche la Bolivia), oggi la continuità dei contratti firmati genera forti tensioni con le nuove alleanze e la forte ingerenza degli USA e di Israele nella regione. mara logo movimento antinucleare.argentina
L'allarme rispetto la piega che può prendere la situazione in Venezuela (sulla cui destabilizzazione giocano un ruolo fondamentale le minacce di guerra con il Brasile), ci riporta il fantasma di quello potrebbe essere stato un piano nucleare parallelo, iniziato da Lula a fini bellici, e che oggi, se esistesse, potrebbe seguire il suo corso nelle mani di Jair Bolsonaro. Al di là del fatto se effettivamente sia esistito o meno (e della presunta portata dello stesso), il fatto concreto è che la possibilità di sviluppare tecnologia nucleare a fini bellici mascherato da un piano per uso civile è reale e può esserlo ancora di più, con paesi come gli USA ed Israele capaci di fomentare nei loro soci strategici questa idea e renderla concreta. Come esempio abbiamo il recente piano nucleare dell'Arabia Saudita il cui infinito potenziale energetico in idrocarburi non è in discussione, lanciato per “la necessità di diversificare la sua matrice”, mentre il resto del mondo si interroga se sono già in possesso della bomba o no.
Nell’ambito del 2º incontro del Movimento Antinucleare in Argentina è da sottolineare l’ingente numero di persone che si stanno mobilitando spinte dai devastanti effetti delle imprese nucleari in ognuno dei suoi differenti cicli. Bisogna ricordare che l’Argentina durante la dittatura del governo militare pianificò in modo strategico di elaborare il ciclo completo dell'uranio, come vantaggio competitivo nei confronti del resto del mondo. È da lì che provengono le basi del già insensato piano nazionale, rilanciato nel 2009 e lasciato in mano delle corporazioni Russe e Cinesi per la sua gestione, con la totale compiacenza degli organismi governativi (CNEA, ARN) che implica la totale perdita della sovranità tecnologica conseguita all'epoca.
Per un mondo senza guerra né energia nucleare. 

Fonte: facebook.com

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