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basso juan peiranodi Jean Georges Almendras
Trascorsi 16 anni dallo scandalo bancario che travolse la famiglia Peirano Basso in Uruguay, lo scorso mese di settembre la giustizia argentina ha richiesto alla giustizia uruguaiana l'estradizione dell'imprenditore Juan Peirano Basso. Il caso, a suo tempo, ebbe grande risalto in Uruguay e nei Paesi vicini, dato che ne subirono conseguenze anche cittadini dell’Argentina e del Paraguay. Alcuni membri del clan Peirano furono processati e condannati a pene detentive. A carico di Juan Peirano Basso è ora in corso un’indagine in Argentina per associazione illecita e riciclaggio di denaro, a seguito della chiusura del gruppo bancario Velox, del quale Juan è stato uno dei principali dirigenti. La richiesta di estradizione è stata presentata in una sede di giustizia ordinaria di Montevideo dopo l’apertura del giudizio penale argentino, di cui è titolare il dottor Marcelo Malvar. In Uruguay la richiesta è stata inoltrata alla Procura per i Reati economici, titolare il dottor Enrique Rodríguez che sta valutando la procedura per dare corso o meno alla richiesta di estradizione, ovviamente in corrispondenza all’ordine di arresto contro Juan Peirano Basso, libero dal 2011.
In Argentina la denuncia fu presentata nel 2015 dall'avvocato Mariano Moyano presso il Tribunale per i Reati Economici (PROCELAC); l’accusa è di riciclaggio di denaro e associazione illecita e coinvolge anche l’ex moglie di Juan Peirano, il figlio maggiore e due cittadini argentini.
L'avvocato Moyano, specializzato in casi di frode, rappresenta un gruppo di risparmiatori e imprese truffate dai Peirano attraverso la Trade Commerce Bank (TCB) delle Isole Cayman e la Banca Velox.
Le indagini si sarebbero intensificate circa un mese fa e sarebbero 16 i risparmiatori danneggiati, i quali reclamano l’importante somma di 33 milioni di dollari.
Per fare un po’ di memoria sullo scandalo Peirano, dobbiamo ricordare che Jorge Peirano e i figli Dante, Jorge, José e Juan furono processati nell’agosto del 2002 per una truffa bancaria che portò alla grave crisi finanziaria di quello stesso anno. Juan Peirano Basso riuscì a fuggire negli Stati Uniti dove rimase latitante fino al 2006, quando fu fermato. Nel 2008 fu così estradato in Uruguay, dove fu scarcerato (ottenendo la grazia della Suprema Corte di Giustizia) nel 2011, pur restando sottoposto al processo per "insolvenza fraudolenta" e non per "associazione a delinquere", come avrebbero voluto non pochi risparmiatori frodati, prima così come oggi, dopo 16 anni.
Sottolineiamo che in quel momento, mentre lo scandalo scuoteva le fondamenta dell'economia uruguaiana, il capo della famiglia Peirano, l'accademico, economista e giurista Jorge Peirano Basso, anche lui detenuto e processato (dal giudice Pablo Eguren), moriva in prigione nel pieno svolgimento del processo giudiziario, nel 2003.
Il gruppo Vélox era proprietario, tra altre imprese, delle Banche Vélox in Argentina, in Paraguay, a Montevideo in Uruguay, della Trade and Commerce Bank nelle Isole Cayman, e aveva partecipazioni nella catena di supermercati Santa Isabel in Cile.
Nel mese di settembre, 16 anni dal suddetto scandalo, quando la notizia della richiesta di estradizione è stata resa pubblica, le agenzie internazionali hanno riferito la notizia riprendendo i dettagli della denuncia del 2015 e ricostruendo la narrazione dei fatti attinenti alla grave crisi bancaria causata dalla famiglia Peirano.
Nel contesto delle ripercussioni dei media sulla recente richiesta di estradizione, nel noto programma "Rompekabezas" del giornalista Daniel Figares, della radio El Espectador di Montevideo, è stato riferito che l'attuale compagna di Juan Peirano Basso ha ricevuto che l'attuale compagna di Juan Peirano Basso ha ricevuto una notifica dall'avvocato dei risparmiatori argentini danneggiati.
La notifica l'avvocato Mariano Moyano reguardisce la signora in questione “dal non realizzare alcun movimento che implichi l’occultamento di denaro del citato Pereira, con la diffida di considerarla penalmente responsabile dei reati di cui lui stesso è accusato”.
Da precisare che sebbene inizialmente la denuncia fu presentata alla PROCELAC, la stessa è stata poi inoltrata alla Giustizia Federale; gli accusati sono Letizia Fiorentina Vejo Mailhos (ex moglie di Juan Peirano); Juan Salustiano Peirano (figlio maggiore di Juan Peirano), ed i cittadini argentini Tomas Carmelo Sosa Moreira e Fernando Benjamín Menendez, quest’ultimo figlio del generale Luciano Benjamín Menendez, militare argentino già condannato all’ergastolo per crimini di lesa umanità.
Sempre nello stesso programma di Figares, è stato riferito che tanto in Uruguay come in Argentina le autorità sarebbero in possesso di prove secondo le quali Letizia Vejo tratterrebbe parte del denaro rubato, mentre il figlio maggiore di entrambi sarebbe l’intermediario. È emerso anche che la denuncia riguarda diversi beni acquisiti dopo la caduta del gruppo: Mil Amores Sociedad Anonima, di Tomas Carmelo Sosa Moreira, Fernando Benjamin Menendez e Letizia Florentina Vejo Mailhos, il 17 giugno 2011; Dona Florentina Sociedad Anonima, appartenente a Juan Peirano e Letizia Florentina Vejo Mailhos, trasferita a San Martin 683, quarto piano; Oficina C Caba (con lo stesso domicilio di Mil Amores SA), di cui Tomas Carmelo Sosa Moreira e Fernando Benjamín Menéndez sono presidente e vice direttore dal 23 maggio 2012; Agropecuaria San Felipe y Santiago Societad Anonima, dove troviamo Juan Peirano e sua moglie, Florentina Vejo Mailhos, che sarebbe titolare anche di una proprietà rurale nella Banda, Provincia di Santiago del Estero; Los Chorrillos Sociedad Anonima, appartenente al Gruppo Velox e che sarebbe per essere trasferita a Letizia Fiorentina Vejo Mailhos, detentrice di una proprietà rurale nella Provincia di Tucumán, dove si trova l’hotel; Cubos del Sur, società anonima appartenente a Juan Peirano, che sarebbe stata trasferita a vari membri della famiglia, e sarebbe stata utilizzata per l'acquisizione di altri immobili nella capitale federale; Agropecuaria El Cimarron Sociedad, società appartenente a Juan Salustiano Peirano Vejo e a Soledad Maria Reynal (coniuge del denunciato), costituita il 14 Giugno 2010, che sarebbe titolare di un immobile sito in Provincia di Buenos Aires, di un valore stimato in vari milioni di dollari.
Nel programma "Rompekabezas" è stato riferito anche che Juan Salustiano Peirano Vejo è proprietario di La Cabaña La Pacífica, nel dipartimento di Paysandú, dove vengono allevati cavalli criollo. Già il 21 agosto 2010 il giornalista Víctor Carrato apportò ulteriori informazioni riguardo a dove potrebbe trovarsi gran parte del denaro che i Peirano hanno sotratto ai risparmiatori. L'informazione era questa: "Scoperta società occulta dei Peirano a Montevideo. Imusol Trading Suiza, sotto il cui nome sarebbero stati trasferiti 500 milioni di dollari in Svizzera, e che ha un’altra sede a Montevideo. Si tratta di Imusol Trading SA, creata il 23 settembre 2002”. “Domiciliata a Bulevar Artigas 76, appartamento 402, il suo presidente è Edgar James Burke, condannato negli anni ‘90 per frode finanziaria e presunto titolare del conto a Zurigo. Il vicepresidente di Imusol Trading SA è l'attuale avvocato di Juan Peirano Basso, il Dr. Daniel Sellanes Mendoza. I dati sono stati forniti dalla Dirección General de Registros de Comercio dell’Uruguay”.
Il lettore potrà continuare a trarre le proprie conclusioni. Conclusioni e trame che sicuramente la giustizia sta (e continua ancora oggi) mettendo insieme nel corso delle indagini. Così come fece 16 anni fa, in Uruguay.
Ad ogni modo, l’avvocato dei risparmiatori, Mariano Moyano Rodríguez, nel mese di gennaio dello scorso anno diffuse, attraverso i mezzi di stampa, una lettera pubblica espressamente diretta a Juan Peirano Basso. Una lettera che - per il suo contenuto, forte di dati e precisazioni - mette sul tavolo convincenti particolarità dell’agire di Juan Peirano Basso in relazione ai risparmiatori che l'avvocato rappresenta.
"Gentile Signore:
Riconosco che per Lei devo ormai risultare fastidioso. Ogni tanto sente parlare di me e del lavoro che un gruppo di professionisti sta svolgendo. Che scocciatura, no? Ricordo il nostro primo contatto a New Orleans, e poi nel Tennessee. Lei manifestò la migliore volontà di risolvere il "problema" dei nostri clienti. In quell'epoca lei era John Basso, e riconosco quanto la sua creatività lasci a desiderare. Ci lasciò in attesa in due incontri. Ricordo come se fosse oggi quella chiamata nel 2006 dove i nostri soci ci chiedevano come agire di fronte al suo atteggiamento. In quel momento Lei si rese conto che facevamo sul serio e 24 ore dopo fu fermato a Coral Gables. Abbiamo successivamente saputo che il Messico sarebbe stata la sua destinazione. Magari ci sarà un'altra occasione. Ricorda quando il mio collega andò a farLe visita nel carcere di Miami?
Un posto abbastanza brutto di certo, ma Lei si mostrava tranquillo. Lo accolse addiritura mangiando patatine fritte, senza mostrare la minima volontà di restituire ai nostri clienti i soldi rubati. Lei ripeteva e ripeteva: "Io non ho alcun bene"... e devo riconoscere che era la verità. Ma poi abbiamo scoperto dai conti bancari che ha aperto presso la Legends Bank e da altri che i soldi non mancava, e ha anche riscosso la sua polizza assicurativa di 550mila dollari. Una domanda tra noi Peirano... I viaggi che faceva a Las Vegas non erano per giocare alla roulette, vero? Ma suppongo che le amicizie che ha stretto negli Usa sono state molto produttive, come Eduardo Rufo, che tanto gentilmente le prestò per un po' la sua cantina in Clarksville per la sua latitanza. O Robert Ramón, o persino James Burke... Sapeva che Burke si associò con il suo avvocato Daniel Sellanes Mendoza in Uruguay? Come può un Signore come Burke, condannato dalla giustizia degli USA per frode, associarsi al suo avvocato? A quale scopo? Poi è sopraggiunta tutta quella questione dell’estradizione in Uruguay, il carcere e le dichiarazioni alla stampa. È bello tornare a casa, ma non così. Riconosco che non volevo che andasse così. La credevo più intelligente. Sottomettersi allo scherno e alla vergogna pubblica... sarebbe stato facile da evitare. Suppongo che avrà creduto che non sarebbe mai successo... ma è successo.
Credo anche che Lei abbia sbagliato nel dire che non ha né soldi, né beni. La verità è che non ci crede nessuno. Persino dei film in Romania erano finanziati con i soldi dei nostri clienti che lei non vuole restituire. Una domanda: che ne è stato di quell’azienda cinese chiamata Imusol Trading? Le racconto che molti uruguaiani sanno che lei intesta ai suoi amici i suoi beni. Si rendono conto...
Riconosco che mi ha sorpreso quando coinvolse tutta la sua famiglia nell'imbroglio. Sicuramente Lei sa che la sua ex, Letizia, e suo figlio maggiore sono accusati di associazione illecita e riciclaggio di denaro in Argentina. Ma non sembra importarle molto.È chiaro, cosa può importarle, se da quindici anni non vuole ammettere i fatti. I debiti si pagano Peirano, per quanto si possa nascondere sotto la mattonella, o nella casa di un'amica a Punta del Este, troverà sempre gente che la riconoscerà e che non è disposta a dimenticare. A questo punto si chiederà cosa spinge "...questo ragazzo... " come qualche volta ha detto. Oltre ad avere una sentenza a suo carico per 17 milioni di dollari che eseguiremo (ovviamo non ci aspettiamo più che Lei paghi volontariamente), la cosa certa è che ci sono varie motivazioni. Per prima cosa mi motiva l'indignazione. Sappia che sono cattolico e quando incominciai a occuparmi di questo caso nel 2002, mi dissero che Lei era un Cavaliere ed una persona impegnata nell'Opera di Dio. Dentro di me pensai... ‘deve essere una persona onesta, avrà solo sbagliato’. Ma no, chi sbagliava ero io. Poi mi dissi, sicuramente è una persona che in nessun modo coinvolgerebbe la sua famiglia nella sua disgrazia. E di nuovo mi sono sbagliato. La sua ex è stata condannata a restituire 16 milioni e suo figlio è incriminato. Niente, non ha nemmeno esposto la sua di faccia.
Per ultimo pensai "... anche solo per pietà...” Ricorda quando Elba Estevez Losino (sì!, quella che affidò a Lei tutto il suo denaro), Le chiese di pagare poco a poco perché aveva bisogno di denaro per sostenere la sua cura contro il diabete.... Bene, la signora è morta tre mesi fa, dopo che Lei non ha risposto alle sue chiamate neanche attraverso i suoi avvocati, poiché lei era "molto occupato". A questo punto devo riconoscere che non posso più agire obiettivamente... grande dolore e rabbia mi avvolgono riguardo a questo tema.... Sa cosa succede Peirano? Elba era mia amica ed era una persona straordinaria ed estremamente generosa. E non ho potuto risolverle il problema che Lei ha creato. Ma è chiaro, chi sbagliava sono io, che ho sperato in qualche gesto di carità, di onorabilità, di bontà verso il prossimo. Che illuso! Ora so che da questo punto di vista posso aspettare in eterno. La questione è che, come già le ho commentato, non lo spero più. Intanto pregherò per la sua anima, perché evidentemente ne ha bisogno. E se tramite Dio Lei arrivasse a pentirsi chiedo al Signore di tenerla ben distante da me. Non sia mai che debba notificarLe qualche altra questione... La saluto cordialmente".
Come si può apprezzare, la famiglia Peirano, e in particolare Juan Peirano Basso, sono stati duramente affrontati dall'avvocato Moyano. Un professionista che ha spesso dichiarato pubblicamente che in dodici anni Peirano non ha mai riconosciuto il debito: "La verità è che è un menefreghista. A lui non importa nulla o crede che nascondendosi tutto si risolverà. La sentenza a favore dei risparmiatori si prescriverà nel 2025 e potrà prorogarsi 20 anni ancora per cui lo perseguiteremo fino al giorno della sua morte. La questione non si chiude quando lo vuole Peirano ma quando la gente si stancherà".
La grande ecatombe bancaria ed economica provocata dalla famiglia Peirano colpì l'opinione pubblica e la Giustizia 16 anni fa. Il 2002 segnò molte persone. Molte famiglie.
Nove anni dopo (dopo tanti andirivieni, udienze giudiziarie, fughe ed estradizioni, colpi di scena per gli operatori della giustizia) le acque si calmarono per i Peirano. Dal 2011, con il padre già morto e i fratelli Peirano liberi, le vite di ognuno continuarono il loro corso.
C’è stata impunità nonostante i processi? C'è ancora impunità attorno allo scandalo Peirano? Crediamo di sì, perché gli effetti si sentono ancora dopo 16 anni. La fila di persone danneggiate non è finita. Ma i risparmiatori hanno ripreso a lottare per recuperare il loro denaro e con la richiesta di estradizione dall'Argentina si apre un nuovo capitolo.
Dopo 16 anni continueremo a sentire il sapore amaro dello scandalo Peirano?
Sembra proprio di sì.
E sembra che Juan Peirano Basso continui intestardito a comportarsi da "menefreghista", come diceva l'avvocato Moyano.
E sembra che la gente non si stancherà, e quindi la questione non si chiuderà, inizierà invece quando verrà nuovamente fermato ed estradato Juan Peirano Basso per essere indagato in Argentina.
Ci rimane solo d’aspettare la sua estradizione.
Il resto a seguire è un enigma. Un inesorabile enigma. Un enigma proprio delle cause giudiziarie che riguardano il mondo delle frodi commesse da gruppi di banchieri. Banchieri come i Peirano.
Banchieri che fanno i loro comodi alla vista di tutti. Come sempre.

Foto de copertina: immagine di Juan Peirano Basso quando viene condotto all’udienza giudiziaria a Montevideo dopo la sua estradizione dagli USA nel 2008 (www.lainformacion.com)

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