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nahuel rafaeldi Jean Georges Almendras
Le comunità Mapuche continuano a subire ancora violente repressioni.
Gli oltraggi contro il popolo Mapuche non cessano, anzi si sono intensificati. Perché? Perché? Perché? Ce lo chiediamo per tre volte. E ce lo chiederemo altre mille volte ancora. E lo faremo con rabbia. Con molta rabbia. Forse tutto questo sta continuando ad accadere perché si tratta di comunità indigene? Forse perché non sono popoli in giacca e cravatta? Forse perché non sono comunità che possiedono titoli universitari? Forse perché, quella Mapuche, è una popolazione che non ha un potere politico ed economico nella società e non si è collusa con i poteri forti delle grandi multinazionali?
Sabato 25 novembre, appena 24 ore dopo che a Buenos Aires fosse reso pubblico il rapporto definitivo delle perizie forensi sul corpo di Santiago Maldonado, nella regione di Bariloche, a Villa Mascardi, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco un giovane Mapuche: Rafael Nahuel. Aveva ventidue anni e faceva il falegname.
Chi ha ucciso questo giovane? Chi ha ferito gravemente altri due Mapuche?
Secondo la versione ufficiale del tribunale federale di Bariloche, la morte di Nahuel sarebbe avvenuta durante uno scontro. Per le autorità, la pattuglia in perlustrazione sul posto “avrebbe notato la presenza di un numero determinato di persone dando luogo ad uno scontro poi degenerato nel decesso di una persona appartenente alla comunità”.
Il tribunale ha riferito che indagherà sulle armi utilizzate dalle forze di sicurezza durante la repressione. L’azione militare mirava ad individuare membri della comunità nascosti nelle vicinanze. Questa situazione avrebbe "scatenato" poi una brutale repressione inscenando un  contesto di "caccia" ai componenti della comunità Mapuche.   
Oltre all’uccisione di un giovane Mapuche e ad alcuni feriti, le forze di sicurezza hanno anche arrestato due persone: Javier Milani (Segretario Generale di ATE El Bolsón) e sua moglie Florencia Placidi. Sarebbero scomparsi inoltre altri membri della comunità e due testimoni chiave della repressione si troverebbero attualmente detenuti ed isolati. Si tratta di due ragazzi giovani: Fausto Jones Huala e Lautaro Alejandro González.
I fatti sono avvenuti nella comunità Lof Lafken Winkul Mapu e stando alle prime informazioni, il Giudice Gustavo Villanueva avrebbe negato la loro detenzione senza offrire maggiori delucidazioni in merito.  
Quali sinistre menti possono generare questo tipo di azioni criminali all’ombra della legalità? Quali sinistre menti possono attaccare e far partire violente cariche contro un gruppo di giovani che si difendono in una fuga disperata unicamente con delle pietre?
Nel caso Santiago Maldonado, la Gendarmeria Nazionale risulta la principale protagonista della sparizione forzata del giovane a cui è seguita anche la sua morte. A questo gravissimo episodio di repressione, sabato 25 novembre la Prefettura ha reagito di nuovo in modo violento e brutale, facendo uso di armi e risultando quindi seriamente coinvolta in un nuovo fatto di sangue. Sangue di un figlio di una terra ancestrale usurpata dall'uomo bianco per vili interessi economici. Una terra sottratta alle comunità indigene da un uomo bianco di uno Stato ipocrita.
Uno Stato che cerca affannosamente di reprimere violentemente i Mapuche, generando un clima di scontri e persecuzioni attraverso una sorta di terrorismo interno dello Stato al fine di imporre le sue regole.  
Continueremo a tollerare simili fatti senza dire niente? Continueremo a stare zitti di fronte a tutto questo senza creare un mobilitazione internazionale? Speriamo di no. Speriamo che le voci della protesta e della rivendicazione si facciano sentire.
E pure forte.

Foto di copertina: www.página12.com

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