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video armi ita yemenFirma l'appello!
da Luigi Grimaldi

Bombardano scuole e ospedali senza pietà e usano i nostri aerei e le nostre bombe

Una petizione online al governo per non essere corresponsabili.

L'Arabia Saudita e i suoi alleati continuano nella guerra di aggressione allo Yemen. Pochi giorni fa è stato colpito un ospedale di Medici senza Frontiere (MSF): 19 morti e 21 feriti ( è la quarta aggressione a MSF nell'ultimo anno in Yemen) tanto che ieri MSF ha annunciato levacuazione dei propri staff medici da sei ospedali nel nord del paese. Il 13 agosto è stata la volta di una scuola: 10 bambini sono stati uccisi e 28 sono stati feriti. L'unica autorità internazionale sul posto che abbia confermato questo ennesimo crimine di guerra è stata proprio Medici Senza Frontiere che ha curato i piccoli nelle proprie strutture (qui il video della strage). Per compiere queste atrocità i sauditi usano bombardieri (Eurofighters) che vengono fabbricati e gli vengono consegnati grazie all'Italia e da altri partners europei transitando dall'aeroporto di Bologna e da altre strutture della nostra aviazione civile. Le bombe invece vengono fabbricate in Sardegna e inviate via aerea o via mare all'Arabia Saudita e agli emirati Arabi Uniti, come denunciato a più riprese da Rete Disarmo e dall'Osservatorio per le armi leggere (Opal).

Il parlamento Europeo nel mese di febbraio, davanti al continuo disprezzo dei diritti umani e delle leggi di guerra internazionali da parte dei Sauditi, che vietano di bomardare sistematicamente la popolazione civile, ha votato una risoluzione a favore dell'embargo sulle armi alla petromonarchia più potente del Golfo. Ma l'Italia non ha voluto adeguarsi e si è affrettata a chiudere l'accordo per la vendita di 28 miliardi di euro di aerei da bombardamento Eurofighters al Kwait, che con la coalizione a guida saudita, stanno insanguinando e affamando in modo scientifico il paese più povero della penisola arabica in sostanza reo solo di essere in posizione strategica rispetto allo sbocco nel mar arabico della rotta petrolifera che attraversa il canale di Suez.

Nei giorni scorsi il comitato di redazione del New York Times e dell'inglese The Guardian hanno pubblicato parole durissime contro i rispettivi governi per la vendita di armi ai sauditi definiti senza mezze parole come autori di “una carneficina” in Yemen.

Ormai infinite e dettagliatissime sono le denunce per crimini di guerra presentate contro i sauditi da Amnesty International, da Human Right Watch, da Oxfam e dalle strutture tecnico ispettive delle Nazioni Unite. Ciò nonostante in barba alla legge (185 del 1990) e ad ogni evidente obbligo civile e morale, continuiamo a far finta di nulla e a fornire assistenza a coloro che sistematicamente bombardano i civili in Yemen. Il bilancio delle autorità locali parla, a 500 giorni dall'inizio dell'aggressione, di 10.000 morti e 30.000 feriti.

Ma noi italiani dobbiamo continuare a essere complici di tutto questo? Il governo Italiano dica subito "basta" alla assistenza militare ai Sauditi e ai suoi alleati in questo scempio. Anzi, invece di strizzare l'occhio ai criminali sauditi, il nostro governo dovrebbe essere protagonista di una offensiva politica per denunciare queste continue e ripetute azioni criminali. Una firma non salva nessuna vita, miglia di firme invece possono cambiare qualcosa. Negli ultimi giorni 35.000 persone hanno sottoscritto la petizione che chiede al governo di non armare ancora la mano degli assassini.
La petizione può essere firmata qui. Parallelamente a questa iniziativa stiamo lavorando alla creazione di un coordimanento europeo di tutte le iniziative analoghe in corso. Cambiare il mondo si può, dal basso.

ANTIMAFIADuemila
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