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NEWS 240574a cura di Margherita Furlan - 28 aprile 2015
Alex Zanotelli: Il 15% della spesa nelle armi va ai partiti

L'ultimo apporto Sipri sulle spese militari ci dice che ogni minuto si spendono nel mondo a scopo militare 3,4 milioni di dollari, 204 milioni ogni ora, 4,9 miliardi al giorno. La spesa militare italiana, calcolata al tasso di cambio corrente dollaro/euro, è salita da 65 milioni di euro al giorno nel 2013 a circa 70 nel 2014. Sputnik Italia ha intervistato il noto pacifista per approfondire questi allarmanti dati della spesa pubblica, italiana e internazionale.

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- Padre, qual è il ruolo delle armi nell'economia del pianeta?

Sono prima di tutto un missionario, ho fatto 12 anni in una baraccopoli e so che cos'è l'inferno umano. Per capire le armi, le guerre, dobbiamo prima comprendere bene che viviamo in un mondo assurdo. Le ultime statistiche dicono che nel 2016 l'1% della popolazione mondiale avrà più del 99% del resto del mondo. Il 20% del mondo consuma più del 90% dei beni prodotti su questo pianeta. Tre miliardi di persone sopravvivono con circa 2 euro al giorno e un miliardo di uomini, donne e bambini fanno la fame. Dai 30 ai 40 milioni di persone muoiono ogni anno di fame. Diventa così fondamentale che noi guardiamo in faccia la realtà. Per mantenere il 20% del mondo che continua ad appropriarsi del 90% dei beni, è chiaro che ci vogliono le armi. Non c'è altra via. Le armi servono a questo, a mantenere i privilegiati di questo mondo.

E' davvero incredibile che l'anno scorso, secondo il Sipri, sono stati spesi in armamenti 1.776 miliardi di dollari, pari a quasi 5 miliardi di euro al giorno. Almeno la metà delle spese mondiali sono per la NATO, oltre mille miliardi di dollari. Si tratta di pura follia totale dinanzi a un mondo affamato.Lo aveva già capito molto bene San Francesco d'Assisi in quel famoso episodio in cui si era spogliato nudo e il vescovo gli chiese: "Francesco, hai altro da fare?" e Francesco gli ha risposto: "Padre, se io ho, devo avere la lancia per difendere quello che ho". E' questo il cuore del problema. E le conseguenza sono la crisi ecologica e la crisi globale che ci sta investendo.

E' importante che i parlamentari si rendano conto che il cambiamento strategico della Nato, alleanza che da difensiva è diventata offensiva.

- Come può incidere la politica su tutto questo?

E' importante che i parlamentari si rendano conto che il cambiamento strategico della Nato, alleanza che da difensiva è diventata offensiva, deve passare attraverso il voto di camera e senato. I gruppi parlamentari dovrebbero svolgere un ruolo centrale sulle armi nucleari. Un paese come l'Italia che ha detto no al nucleare non può avere nel proprio territorio 70 bombe atomiche che, tra l'altro, ora, verranno modernizzate da Obama.

E' assurdo ancora che la Chiesa cattolica, di cui io sono membro, non abbia ancora pronunciato ciò che Robert Oppenheimer disse quando prese parte al Manhattan Project: "Oggi la scienza ha conosciuto il peccato, abbiamo il potere di distruggere questo pianeta: siamo diventati Dio". Ricordiamoci che ci sono ventimila bombe atomiche attive in tutto il mondo. Quando ero Direttore di "Nigrizia" ho saputo una cosa da un importante membro del governo di allora. Alla domanda: "Quanto va ai partiti in tangenti sulle armi?" mi fu così risposto: "Il 15%". Finché non capiremo questo non comprenderemo realmente le decisioni dei parlamentari.

Mi preme ricordare uno dei più importanti vescovi degli Stati Uniti, Raymond Hunthausen, arcivescovo di Seattle, non ben gradito in Vaticano, che disse: "Nella società odierna la base della violenza è data dalla nostra intenzione di utilizzare l'arma nucleare. Le armi nucleari proteggono i privilegi e lo sfruttamento. Rinunciare a esse significherebbe che dobbiamo abbandonare il nostro potere economico sugli altri popoli.

La pace e la giustizia procedono insieme. Sulla strada che perseguiamo attualmente, la nostra politica economica verso gli altri paesi ha bisogno delle armi nucleari. Abbandonare queste armi significherebbe qualcosa di più che abbandonare i nostri strumenti di terrore globale. Significherebbe abbandonare il nostro posto privilegiato in questo mondo.

(26 aprile 2015)

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PHOTO © SPUTNIK. VITALIY ANKOV

Tratto da: megachip.globalist.it

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