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NEWS 226771da megachip. globalist.it - 14 dicembre 2014
Un lettore scrive a Giulietto Chiesa con dure critiche alla dirigenza russa e una diversa lettura della crisi Ucraina. La risposta di Chiesa richiama il contesto storico

Salve Giulietto Chiesa,

molte delle sue analisi della geopolitica internazionale le condivido, anch'io sono molto critico nei confronti della politica estera dell'Occidente, ovviamente in particolare nei confronti della politica estera degli USA, principalmente sulla questione di Guantanamo, l'embargo contro Cuba, sulla questione della guerra tra Israele e i palestinesi e ovviamente sulla questione siriana in cui la CIA inizialmente (forse e spero inconsapevolmente) ha finanziato l'ISIS per combattere il governo di Assad, un governo antidemocratico ma sicuramente non più antidemocratico dell'Arabia Saudita o dell'Egitto, forti alleati dell'Occidente, a questo aggiungiamoci il caso Assange.
Sicuramente bisogna elogiare Putin che si è opposto alla guerra in Siria, a questo aggiungiamoci il coraggio di aver concesso l'asilo politico ad Edward Snowden, sicuramente una certa guerra mediatica contro la leadership russa è stata causata da questo e solo apparentemente per la pena eccessiva attuata nei confronti delle Pussy Riot.
- Premesso questo, io non condivido la sua analisi sull'Ucraina, ma anche su altre questioni; alcuni principi universali come la democrazia, il rispetto dei diritti umani, il rispetto nei confronti delle minoranze (che ovviamente non devono essere categorie privilegiate rispetto alla maggioranza ma nemmeno categorie da liquidare con qualche vaga tendenza hitleriana), la libertà di stampa e di espressione non sono valori da non considerare in nome dell' anti-americanismo e dell'anti-occidentalismo.
- Principi Universali che molto spesso i primi a non rispettare sono gli americani, sia in politica estera (Guantanamo ad esempio) sia in politica interna (pena di morte; potere eccessivo alla polizia associato anche al razzismo come abbiamo visto ultimamente); quindi già dicendo questo certamente non considero Obama e chi gli stà dietro un buono.
Ma lo stesso discorso vale anche per Putin, se in Russia molti giornalisti molto critici nei confronti di Putin sono, guarda caso, morti in circostanze "misteriose", Putin era e resta un assassino anche se ha fatto delle cose buone come l'opposizione alla guerra in Siria.
- Stesso discorso può riguardare anche il trattamento nei confronti delle minoranze sessuali, comprendo l'opposizione alle manifestazioni dei gay pride, fanno schifo anche a me non solo a Putin, e comprendo anche l'opposizione a certi eccessi di esibizionismo come il travestito con la barba che ha vinto un festival di musica europeo.
Tutto comprensibile e rispettabile ma quando si viene a conoscenza che in Russia ci sono moltissimi gruppi di neonazisti che si divertono a picchiare e a uccidere ragazzi gay anche minorenni con il sostegno diretto delle autorità politiche e religiose russe (e su questo non posso essere smentito perchè ci sono una quantità enorme di video e di testimonianze che testimoniano questo"schifo") non è accettabile; utilizzare poi la giustificazione del confronto con i Paesi arabi non la trovo una giustificazione accettabile, d'altronde le ultime olimpiadi sono state fatte in Russia non in Arabia Saudita o in Iran; ma sulla questione dell'omofobia forse è meglio non parlarne, a certe persone per avere un minimo di empatia verso gli altri, l'unico modo è farli rinascere gay (poichè essere gay non è una scelta per quanto possa fare schifo) e poi essere picchiato a morte da qualche estremista di destra o da qualche fondamentalista religioso che si definisce cristiano ma in realtà di cristiano non ha nulla (loro rappresentano satana, non qualche sfigato che ha avuto la sfortuna di essere gay in un Paese in cui si mette sullo stesso livello l'omosessualità con la pedofilia) per capire che a rappresentare il male sono loro con i loro comportamenti nazistoidi.
- Se poi, sempre parlando della Russia, prendiamo in considerazione che Putin è un uomo che si è arricchito molto con la caduta del Comunismo, che lavorava per Eltsin ed è andato al potere grazie ad Eltsin, e che ha contribuito a trasformare la Russia da uno Stato autoritario comunista in uno stato semi-autoritario mafioso con un capitalismo oligarchico in cui i super-ricchi pagano meno tasse rispetto all'Occidente (da ciò si evince che del vecchio Socialismo reale c'è rimasto solo l'autoritarismo), ultimamente associato al conservatorismo clericale di destra, strizzando l'occhio ai partiti politici di estrema destra dell'Europa occidentale (alcuni esponenti di questi partiti come Forza Nuova sono stati persino invitati a dei convegni al Cremlino) tutto ciò è inaccettabile e indifendibile, per il semplice fatto che qui parliamo della Russia ossia di una potenza nucleare che più che un Paese è un Continente viste le sue dimensioni territoriali, non stiamo parlando dell'ennesimo debole "stato canaglia" che rischia di essere attaccato con anche il contributo dei mass media occidentali.
- Sulla questione Ucraina, sicuramente nella rivoluzione di Maidan hanno partecipato anche estremisti ultra-nazionalisti, ma non si può dire che è stato un colpo di stato fascista o nazista e accusare di nazismo l'80% degli abitanti di Kiev che era favorevole alle dimissioni immediate del presidente corrotto Yanukovich (che si era arricchito parecchio con i soldi pubblici in un Paese con gravissimi problemi economici), quindi il cambiamento dei confini geografici dell'Europa dando motivazioni etniche e mandando i militari lì non è stato un comportamento giusto, che tra l'altro è stato persino criticato da Yanukovich e persino dal presidente della Bielorussia Lukashenko (certamente non un leader politico filo-occidentale).
Detto questo prendo in considerazione il fatto che le maggiori responsabilità del casino avvenuto in Ucraina sono dell'Occidente, e la tragedia della strage di Odessa è un crimine contro l'umanità gigantesco, ma non si possono accusare milioni di ucraini dell'Ucraina occidentale di essere nazisti.
- Per concludere, non crede che lei e le 200 mila persone che la seguono su Facebook o YouYube (tecnologie inventate dall'Occidente) dovreste cercare di portare un po' più di rispetto verso chi la pensa diversamente da voi, evitando di insultare dando del "nazista russofobo" o "stupido lobotomizzato dalla stampa occidentale" chiunque la pensi diversamente da voi ?

Simone Melito

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Gentile Signor Melito,

comincio dal basso. Io assegno il titolo di "nazista" a tutti coloro che fingono di non sapere (o che non si sono dati la briga di informarsi) su cosa i nazisti ucraini hanno fatto, per esempio a Odessa il 2 maggio 2014. Con questi non c'è dialogo possibile. Lei non fa parte di questa gentaglia e qui parla civilmente, dunque le rispondo volentieri.
Non senza averle detto subito che lei è affetto da una malattia contagiosa: la russofobia. La mia diagnosi è che lei non ha ancora capito che il sistema informativo in cui vive è interamente inquinato da false notizie, da enfiagioni di piccole e secondarie notizie, da distorsioni dei fatti e - quando non si può dire nulla di sensato, da un mortale silenzio: tutte cose innaturali che vengono instillate ad arte da farabutti, spesso ignoranti, spesso mal pagati, talvolta pagati profumatamente per avvelenare le coscienze.
Purtroppo è così, e lei - lo si vede da quello che scrive - è fortemente influenzato da questo diluvio di menzogne e di liquame. Il tono che lei usa dice, però, che lei non è ancora lobotomizzato. Infatti è capace di argomentare. Dicendo ciò che sa, ma senza insultare. Dunque sono qui per risponderle civilmente.
Subito dicendo che la sua descrizione della "rivoluzione" di Maidan è davvero lacunosa. A cominciare dal termine "rivoluzione". Quando i dirigenti americani e europei applaudono a una "rivoluzione", sapendo che le temono come la peste, io mi metto sempre una mano davanti e una di dietro. Per prudenza.
Yanukovic dittatore corrotto? Sul corrotto non ho dubbi. Sul "dittatore" (lei non l'ha scritto, ma l'hanno scritto in molti) si può solo dire che è una delle tante menzogne di cui i cercelli sono stati farciti. Yanukovic è stato eletto regolarmente (secondo gli standard europei accettati). I tre presidenti precedenti dell'Ucraina indipendente lo erano di meno? E l'attuale presidente, anche lui oligarca miliardario? E il suo passato di - provata - collaborazione con il Dipartimento di Stato USA? Tutto questo, insieme ai 5 miliardi di dollari stanziati dagli USA per rovesciare Yanukovic, dove li mette? E i nazisti sono stati solo "parte" della folla o l'hanno guidata? E i cecchini che hanno sparato su poliziotti e dimostranti dove li mettiamo? E il massacro di Mariupol lo ha dimenticato? E cosa avrebbe fatto lei se fosse stato russo e abitante di Crimea? Io, per esempio sarei stato molto inquieto nel rimanere in un paese che educa da 23 anni la propria gioventù a odiare i russi e la Russia. In un paese dove i russi venivano massacrati, angariati, trattati come nemici. Infatti, in larghissima maggioranza, i russi di Crimea hanno deciso di andarsene e di "ritornare in patria". E' colpevole Putin di averli accolti? Io rovescio il ragionamento: avrebbe potuto non accoglierli? Provi a ragionare, almeno una volta, usando le categorie della ragione. La Russia non aveva e non ha nessun interesse a prendersi né l'Ucraina, né il Donbass. Non lo ha fatto per 23 anni, perché avrebbe dovuto o dovrebbe farlo ora? Ma la Crimea non poteva restare dov'era in quelle condizioni. I popoli hanno anche il diritto all'autodeterminazione, oltre a quello della libertà sessuale, non le pare?
E vogliamo dimenticare le responsabilità dell'Europa, della Polonia, dei baltici, che hanno soffiato sul fuoco, si sono ingeriti in ogni modo, hanno promesso mari e monti, che adesso non potranno mantenere. Tutte queste sono responsabilità della Russia? Ma non le è evidente che non è stato Putin ma Washington a lanciare un'offensiva contro la Russia attraverso la "provocazione" ucraina?
E poi veniamo ai "valori". Quelli che lei elenca sono valori che io rispetto e in base ai quali cerco di agire. Sono, per altro, i valori della nostra Costituzione che io condivido e per i quali mi batto. Per esempio il rispetto delle minoranze. In Ucraina ciò che è avvenuto da febbraio in avanti è esattamente il contrario. Una grande minoranza (i russi) di quasi dieci milioni di persone, è stata prima ignorata, poi massacrata. E si continua a farlo. La tragedia in corso, che si è trasformata in un grande pericolo per la pace mondiale, è cominciata proprio così: violando platealmente i diritti della minoranza russa. Chi c'era all'origine di tutto questo? Gli Stati Uniti d'America. Lei, del resto, riconosce che "i primi a non rispettare questi diritti sono proprio gli americani. Su questo siamo d'accordo. Ed è per questo che io, instancabilmente, polemizzo con coloro che ce li portano ad esempio in ogni discussione.
Significa questo che io penso che Vladimir Putin sia un santo? Non ho mai scritto, né penso che lo sia. Al contrario l'ho criticato quando andò al potere, per il suo passato di sostenitore di Boris Eltsin, per esempio; per la guerra di Cecenia (di cui fu solo in parte responsabile); per non avere riformato l'economia; per non avere tentato di allargare la democrazia e la partecipazione dei cittadini, per essersi mosso in modo debole e contraddittorio nel rafforzamento dello stato di diritto in Russia. E potrei continuare, ma chi ha letto le cose che ho scritto può confermare. La questione, però non è la santificazione di Putin. La questione è precisissima: chi ha provocato questo disastro, anche umanitario oltre che politico. La risposta è nei numeri: quasi un milione di persone del Donbass sono fuggite in Russia, per salvarsi. Non sono scappate a Kiev.
Ma qui bisogna chiarire parecchie cose che lei scrive sulla Russia.
Non condivido per nulla il suo elenco di accuse. Per ragioni di fatto, che spiegherò. E per ragioni di storia.
Cominciamo dalle ragioni di fatto. Lei dice che ci sono giornalisti spariti in circostanze "misteriose" e accusa Putin di essere un assassino. Su quali prove lei si basa? La Russia è piena di giornalisti molto critici verso Putin, i quali vivono e perfino prosperano, scrivendo non sui giornali di Singapore, ma su quelli che si stampano a Mosca. E' vero che non pochi giornalisti, a Mosca e in periferia, sono stati uccisi. Ma da questo a incolpare Putin delle loro morti il passo è lunghissimo. Con lo stesso metro si potrebbe accusare Obama dei morti neri fucilati dalla polizia in queste ultime settimane. E' evidentemente una sciocchezza farlo. E io non lo faccio. Anche se affermo che Obama è responsabile di non avere fatto pulizia nella CIA e nell'FBI quando arrivò al potere. La Russia non ha una storia democratica. Il punto più alto della democrazia, simile a quella che esistette in occidente e che ora nemmeno più in occidente esiste, fu durante la perestrojka. Prima di invocare l'applicazione delle regole democratiche occidentali in Russia bisogna chiedere ai russi cosa ne pensano. C'è chiaramente, una minoranza di russi che proprio questo vogliono. Ma sono una minoranza. E dunque? L'unico rimprovero che si potrebbe muovere a Putin sarebbe il non rispettare i diritti della minoranza. Ma questo non risulta.
Io penso che Putin sia il legittimo capo di un paese che ha una sua storia, che precede Putin di secoli, e che dunque non può essere addebitata a Putin. Ma lei qui, come nel caso dei giornalisti russi assassinati, accetta, senza nessuna verifica, ciò che i media occidentali propagandano da anni. Che in Russia ci siano "moltissimi gruppi di neonazisti" , come lei scrive, è tutto da dimostrare. Chi ha vissuto e vive in Russia sa benissimo che questa è pura propaganda russofoba. Questi gruppi ci sono, (l'ho già scritto in altre occasioni) ma non sono "moltissimi". Sono ininfluenti politicamente. Che siano sostenuti, come lei scrive, dalle autorità politiche e religiose, è totalmente falso (anche se di questo parlano spesso e volentieri i nostri giornali). Di nazisti in Russia ce n'è meno che in Occidente, meno che in America, meno che in Germania.
Altrettanto falso è che esiste una "persecuzione" contro gli omosessuali. Non c'è nessuna persecuzione in atto. Gli omosessuali sono visibili, hanno luoghi di ritrovo molto noti. In certi ambienti, specie artistici, ma anche politici, sono numerosi e tutt'altro che clandestini. E' vero che sono circondati da una generale ostilità, di massa, specie in provincia. E' vero che la Duma ha approvato provvedimenti che perseguono la propaganda dell'omosessualità (cosa che, per altro, io stesso considero parzialmente corretta). E' vero che ci sono in Russia molti ignoranti che equiparano omosessualità e pedofilia. E' vero che c'è una massiccia maggioranza di russi che è ostile ai matrimoni tra omosessuali. E' vero che c'è un generale rifiuto all'idea stessa delle adozioni da parte di coppie omosessuali (anche su questo punto io ho molte riserve da opporre). E si potrebbe continuare. Ma sono, queste, caratteristiche della Russia soltanto? In Europa, e negli Stati Uniti queste posizioni sono largamente presenti. In Italia altrettanto. Sono queste che caratterizzano il nostro paese? Non mi pare. Esistono, punto e basta. Si tratta di questioni culturali complesse, che richiedono una discussione, un confronto, e si superano con il tempo. Non è lontanissimo il tempo in cui in Italia il divorzio era vietato. E l'aborto era penalmente colpito. Poi siamo cambiati. C'è voluto del tempo. Per certi aspetti la Russia di oggi è simile all'Italia di quarant'anni fa. E' uno scandalo? E perché mai dovremmo essere noi a misurare, con i nostri metri, li livello di evoluzione della Russia? Lei vede tutte queste cose come "scandalo", mentre sono elementi della molteplicità del mondo. Se lei allargasse il suo sguardo al resto del mondo (vedo che il mondo, per lei, sembra finire ai confini dell'Occidente), si accorgerebbe che in gran parte dell'Asia, dell'Africa, dell'America Latina, queste non sono le questioni centrali all'ordine del giorno. E, quando vengono sollevate, avviene in forme e modi completamente diversi d quelli occidentali.
Non si vede dunque perché la Russia dovrebbe essere misurata - intendo il suo tasso di democrazia - sulla base del nostro metro. Che è anch'esso un metro decisamente scadente. Dunque la ragioni di fatto che lei accampa sono deboli, molto fortemente esagerate, molto poco fondate. La Russia non è affatto il paese intollerante e "nazistoide" che lei descrive. E, in ogni caso, di Putin, sotto questo profilo, si può dire che è colui che ha saputo interpretare meglio di ogni altro il tenore morale dei russi in questa fase storica. In questo senso, visto dalla parte della Russia, Putin è un leader democratico. Ma cambiare democraticamente un paese come la Russia è un compito gigantesco che deve ancora essere intrapreso. Io ho le mie opinioni in materia, e molti rilievi sia alla classe dirigente russa, sia agl'intellettuali russi, ma rispetto il percorso che i russi stanno compiendo e mi guardo bene dal mettere davanti a quel carro i miei principi. Non lo faccio verso la Russia, Non lo faccio verso la Cina, o l'India. Non lo faccio verso gli Stati Uniti. In quest'ultimo caso semplicemente cerco di difendermi dall'immonda quantità di propaganda che da quella parte ci invade. E non dimentico che da parte russa non ci arriva non solo la propaganda, ma nemmeno una elementare informazione sullo stato reale delle cose.
Per quanto concerne il dialogo con i partiti europei di destra, io muovo due obiezioni al suo ragionamento. La prima è che i primi responsabili dell'esistenza dei partiti di destra in Europa sono i paesi e i popoli che li hanno creati e votati. La Russia, in questo, non ha responsabilità. In secondo luogo constato che tutti o quasi i partiti di sinistra, socialdemocratici, variamente progressisti, verdi, liberali, conservatori etc, sono tutti, per così dire, emigrati in America. L'isteria antirussa che caratterizza il Parlamento Europeo attuale nella sua grande maggioranza è clamorosa. E si accompagna all'isteria russofoba dei governi. Putin non è mai stato un rivoluzionario comunista, né ha alcuna intenzione di diventarlo. E' un leader di un paese capitalista che è diventato tale in forme selvagge e espropriatrici. Ma tutta questa forsennata battaglia per dividersi i beni della Russia è stata applaudita e perfino organizzata dagli Stati Uniti. Putin mi pare si comporti da accorto uomo di stato, che difende gl'interessi nazionali del suo paese. Cerca interlocutori. Quelli che ci sono. E quelli che ci sono sono fuori dalle attuali leadership europee. Dunque lui li cerca dove sono. Magari scandalizzerò qualcuno, ma penso che, se fossi al suo posto, con i suoi compiti, farei la stessa cosa. L'essenziale è comprendere che la Russia non è stata né aggressiva, né espansiva. Non ha "occupato l'Ucraina". Si è solo difesa da una provocazione attuata sulla soglia di casa. La vera domanda è chiedersi: perché questa provocazione? A cosa può condurre? Ma di questo ho già scritto molto in questi mesi.

Cordiali saluti

Tratto da: megachip.globalist.it

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