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children killeddi Angela Lano - 1° luglio 2014
I corpi dei tre coloni israeliani sono stati ritrovati lunedì pomeriggio 30 giugno, in un campo, nei pressi di Halhoul, nella Cisgiordania occupata dall’esercito israeliano, non lontano da dove erano spariti il 12 di giugno, facendo autostop vicino all’insediamento illegale di Gush Etzion. I tre sono stati identificati come Naftali Frankel, 16 anni; Gilad Shaer, 16 anni, Eyal Yifrah, 19 anni.
La morte di qualsiasi essere umano deve suscitare tristezza. E la morte violenta deve provocare orrore. La morte di chiunque. Non ci sono umani di serie A e umani di serie Z. Morti che fanno riempire le pagine dei giornali, scrivere titoli cubitali, e morti che passano inosservate perché hanno come bersaglio palestinesi o altri popoli in Asia, Africa o America Latina. Popoli che non dominano altri popoli, che non hanno alleanze potenti e media prosternati.
Tre adolescenti israeliani trovati morti – e non si sa ancora come, e per mano di chi, nonostante Israele abbia già incolpato Hamas – e si fa lutto pure in Italia.

Bambini palestinesi fatti a pezzi dalle bombe israeliane; ragazzini torturati e resi invalidi; neonati morti ai check-point, e molto altro ancora, e i nostri media mainstream trovano sempre una giustificazione: lotta al terrorismo palestinese, Israele deve difendersi; ecc.
Il ritrovamento dei tre giovani morti giustificherà, ancora di più, il terrorismo israeliano, che ha già trovato il colpevole: Hamas e una famiglia, Abu Eisha, di cui si appresta a demolire la casa.
“Il vice-ministro della Difesa, Danny Danon – si legge su Ma’an -, ha anche confermato il ritrovamento dei cadaveri, dicendo che sono stati assassinati dai ‘terroristi di Hamas’, e ha invocato una vasta campagna per ‘sradicare’ il movimento islamista”.
Non sono bastate tre settimane di violenze contro la popolazione della Cisgiordania e bombardamenti su Gaza. Altre aggressioni, altre guerre unilaterali verranno scatenate dallo stato canaglia più riverito del mondo.

Tratto da: infopal.it

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