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colgadosLa guerra dei cartelli della droga
di Guido Olimpio - 30 novembre 2013
I corpi di una 18enne e di una 16enne trovati a Fresnillo. Scoperta anche fossa comune con 58 corpi torturati, assassinato un parroco
Washington. Due ragazze, una di 18 anni e l’altra di 16 anni. Le hanno impiccate a un ponte di Fresnillo, stato messicano di Zacatecas. Poi la rivendicazione per giustificare la barbarie: le abbiamo uccise perché collaboravano con i Los Zetas. Segue la firma dei rivali del Cartello del Golfo. Così la raccontano. Ovviamente questa la prima versione, forse ne seguiranno altre in una città avvolta dalla paura. Sembra che le famiglie delle vittime, terrorizzate dalle possibili vendette, abbiano chiesto alla polizia di non indagare. Un aspetto riportato da alcuni media, ma tutto da verificare. Secondo fonti locali i Los Zetas sono impegnati nella riconquista di Fresnillo ma la loro offensiva si è scontrata con la reazione feroce degli avversari storici che hanno risposto con decine di rapimenti e agguati.

LA FOSSA COMUNE E GLI AGENTI COLLUSI - Spostiamoci a La Barca, Jalisco. In una fossa comune sono stati trovati i resti di 58 persone, torturate e uccise. Con un particolare che conferma il degrado della situazione. Alla scoperta dei cadaveri si è giunti dopo l’arresto di una ventina di agenti collusi con i narcos. Alcuni di loro hanno fornito informazioni che hanno permesso di individuare i corpi dei desaparecidos, solo alcuni delle migliaia di scomparsi in questi anni. Nella regione di Jalisco si danno battaglia diversi cartelli, da La Nueva Generacion ai Cavalieri templari. Oltre a trafficare - dalla droga ai minerali - sono impegnati in faide diventate sempre più violente con l’intervento di formazioni armate consistenti. A chiudere la galleria dell’orrore, infine, l’uccisione di un parroco e del suo vicario nello stato di Veracruz. Per ora non è chiaro il movente del delitto.

I GRUPPI DI AUTODIFESA - Nulla di inedito, purtroppo, in Messico, paese piagato da un fenomeno molto vicino al narco-terrorismo: armi in abbondanza, controllo del territorio da parte dei boss, complicità politiche, popolazione in ostaggio, esecuzioni di massa. Un assedio che ha spinto i civili a creare gruppi di autodifesa nel disperato tentativo di resistere alle gang. Da qui l’apertura di un nuovo fronte nella guerra infinita a sud del Rio Grande.

Tratto da: corriere.it

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