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bandar-bin-sultan-webdi Alfatau - 25 luglio 2012
Sembra proprio che il meccanismo di riorganizzazione del Medio Oriente proceda secondo una pianificazione impeccabile e che tutti i pezzi di questo drammatico puzzle vadano con precisione al loro posto, pur in un crescendo di instabilità e violenza.
In Arabia Saudita il nuovo capo dell'intelligence, nominato la scorsa settimana, è il principe Bandar bin Sultan. Si tratta di un personaggio molto importante nei fondamentali rapporti fra Arabia Saudita, Usa e Israele.

Bandar bin Sultan è stato infatti ambasciatore negli Stati Uniti dal 1983 al 2005, un lungo periodo di storia determinante per gli attuali assetti del Medio Oriente, nel quale, ad esempio, il diplomatico saudita gestì il pagamento di ben 32 milioni di dollari ai Contras nicaraguegni nel corso del famoso affaire Irangate, un intreccio affaristico-strategico fra Usa, Israele e Iran che serviva in quella fase a prolungare da un lato il conflitto Iran-Iraq, mediante forniture militari agli ayatollah iraniani, e dall'altro a sostenere le operazioni anti-comuniste Usa in Centro America. Un'attenzione alle grandi opportunità che si offrono a chi sa unire politica e affari che il principe saudita sembra abbia replicato anche in seguito, ad esempio nel caso di forniture militari britanniche al suo Paese, per le quali avrebbe beneficiato di tangenti piuttosto consistenti.
Bandar bin Sultan è stato legatissimo alle amministrazioni dei due presidenti Bush ed al vice-presidente Cheney in particolare, del quale è anche amico personale, condividendone le visioni strategiche sul "Nuovo Medio Oriente": sono infatti gli anni in cui Bandar bin Sultan è responsabile degli enormi aiuti che l'Arabia Saudita sta inviando ai combattenti afghani che si oppongono ai comunisti. In questo contesto, farà da intermediario fra Osama bin Laden ed i servizi Usa, come Bandar bin Sultan stesso ebbe modo di dichiarare al New York Times nel fatidico settembre 2011: "Bin Laden veniva da noi quando l'America, sottolineo l'America, attraverso la Cia e l'Arabia Saudita, stava aiutando i nostri fratelli mujaieddin in Afghanistan a scacciare dal paese le forze materialiste dell'Unione Sovietica. Osama bin Laden venne a dirci «grazie, grazie per averci portato gli Americani in aiuto». A quell'epoca, io pensavo che non fosse neanche in grado di far attraversare la strada a qualcuno".
Dal 2005, è divenuto Segretario generale del Consiglio di Sicurezza del regno saudita, quindi al vertice dell'elaborazione delle strategie politico-militari saudite: in questa veste, nel 2007 dichiarò pubblicamente che era necessario rafforzare i rapporti con Israele per contrastare la vera minaccia per il regno, costituita dall'Iran. Un'impostazione così netta a favore dello Stato ebraico potrebbe spiegare la sua singolare assenza dalla scena pubblica nel corso del 2010, che si è però conclusa con un ritorno assai prestigioso nel corso del 2011, quando Bandar bin Sultan si è assai speso a livello diplomatico, anche presso Cina e Russia, in difesa dell'intervento militare diretto saudita in Barhein.
La sua odierna nomina a responsabile dei servizi segreti sauditi è davvero un fatto notevole anche nell'immediato, dato che proprio il principe saudita era stato accreditato nel corso del 2011 quale autore, insieme all'assistente segretario di Stato americano Jeffrey Feltman, esponente di punta di quella classe dirigente mista israelo-statunitense che da vent'anni ormai gestisce la politica estera degli Usa, di un piano di destabilizzazione della Siria di cui clarissa.it si è occupata in dettaglio nel marzo del 2011.
Certo è che proprio Bandar bin Sultan è stato il fautore del diretto impegno dell'Arabia Saudita nell'invio di armi e denaro ai ribelli siriani: questo significa che il regno, da sempre pilastro della politica mediorientale statunitense, sta attivamente collaborando ad una ridefinizione degli assetti del Medio Oriente che prevede chiaramente la scomparsa degli ultimi epigoni del nazionalismo arabo laico e socialista, l'affermazione dell'integralismo wahabbita (di esportazione saudita) come cemento ideologico della rinascita religiosa islamica, e la collaborazione con Israele in funzione anti-iraniana. Si tratta di un evento che ci fornisce molte indicazioni su quello che sarà il dopo Assad in Siria e su quello che ancora potrebbe accadere in Medio Oriente.

Tratto da: clarissa.it

In foto: il principe Bandar bin Sultan

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