da La Stampa - 31 maggio 2012
La Corte speciale per i crimini di guerra in Sierra Leone, con sede all’Aja, ha condannato a 50 anni di carcere, in primo grado, l’ex presidente liberiano Charles Taylor per crimini di guerra, crimini contro l’umanità e per aver armato i ribelli del Fronte Rivoluzionario Unito nella guerra civile del 1991-2002, scoppiata per la corsa alle miniere di diamanti del Paese e costata 50 mila morti.
Taylor, 64 anni, presidente della Liberia dal 1997 al 2003, arrestato nel 2006 in Nigeria, è stato riconosciuto colpevole di undici capi di imputazione, fra cui stupri, omicidi e saccheggi. Per l’accusa, «aiutò e incoraggiò» una campagna di terrore per ottenere il controllo della Sierra Leone e mettere le mani sui suoi diamanti, «incoraggiando e pianificando alcuni dei crimini più efferati della storia dell’umanità». È il primo ex capo di Stato a essere giudicato da una corte internazionale dai tempi del processo di Norimberga. Per lui l’accusa aveva chiesto una pena di 80 anni. Taylor sconterà la pena in un carcere inglese. Il governo della Sierra Leone ha accolto la notizia con soddisfazione. «È un passo avanti per la giustizia - ha commentato il viceministro dell’Informazione - anche se l’entità della sentenza non è paragonabile alle atrocità che ha commesso».
Tratto da: La Stampa