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di A.G. - 18 maggio 2012
Un nuovo arresto scuote l’esercito messicano. Ad andare dietro le sbarre anche questa volta un generale (in pensione), Ricardo Escorcia Vargas, su cui pendono accuse pesanti relative a presunti legami con il crimine organizzato.
Già la scorsa settimana altri due ex militari erano finiti nelle patrie galere sempre per aver avuto legami con i narcos: Tomas Angeles Dauahare e Roberto Gonzales.

Fa scalpore la notizia dell’arresto di Tomas Angeles Dauahare (ritiratosi nel 2008), ex viceministro della Difesa nell’ultima legislatura ed esponente di spicco della politica messicana degli ultimi tre governi.

Intorno al fermo di Angeles ci sono ancora molti misteri. Il suo avvocato, ad esempio, ha fatto sapere che esisterebbero degli errori nelle procedure d’arresto. Non solo. Il legale avrebbe anche manifestato il suo disappunto per non aver potuto parlare con il suo assistito. Cosa che invece hanno potuto fare i familiari. Alejandro Ortega, il difensore dell’ex militare, ha già presentato una denuncia alla Commissione nazionale per i diritti umani.

Per Angeles le accuse sono davvero pesanti. Due pentiti del cartello Beltran Leyva, che attualmente vivono sotto scorta in località segrete, hanno accusato l’ex viceministro di facilitare l’azione dei criminali grazie e proficue collaborazioni.

C’è incredulità nel mondo militare messicano per questo arresto. Diverse personalità legate al mondo della sicurezza non credono alle accuse mosse contro l’ex generale che ha fatto parte del corpo diplomatico dell’ambasciata di Washington ed è nipote di Felipe Angeles, considerato un eroe rivoluzionario che combatté al fianco di Pancho Villa.

Non meno corposo ed importante il curriculum dell’altro generale fermato, Roberto Gonzales, che ha ottenuto diversi incarichi all’interno dell’ultimo esecutivo ed è stato delegato al ministero della Giustizia, nello Stato di Chihuahua.

Ora sono molti quelli che sostengono che la decisione del presidente Felipe Calderon di utilizzare l’esercito per combattere il narcotraffico sia stata una buona occasione per chi voleva fare affari ed arricchirsi facilmente e senza rischi con il traffico di sostanze stupefacenti.

La violenza dei cartelli narcos ha causato nel corso degli ultimi anni 50mila morti. Gli stati del paese al confine con gli Usa sono aree totalmente sotto controllo della criminalità organizzata e questa situazione mette quotidianamente in pericolo la popolazione che vive nella zona.

Tratto da: eilmensile.it

HECTOR GUERRERO/AFP/Getty Images

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