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di AMDuemila
Doppio appuntamento domani a L'Isola del Cinema, sull'Isola Tiberina a Roma: in Arena Groupama verrà proiettato alle 21,30 'Il traditore' di Marco Bellocchio, vincitore di sette Nastri D'Argento, sul mafioso Tommaso Buscetta. La pellicola è incentrata sulla figura del Boss dei due mondi, secondo una prospettiva inedita e mai utilizzata prima. La storia del primo grande collaboratore di giustizia, l'uomo che per primo consegnò le chiavi per avvicinarsi alla Piovra, cambiando così le sorti dei rapporti tra Stato e criminalità organizzata: Tommaso Buscetta. La serata è anticipata dalla presentazione del libro di Vito Bruschini 'Il Traditore della mafia' (Newton Compton Editori), alle 20 presso lo Schermo Tevere. Previsto l'intervento anche dell'autore Tonino Rossi, presidente della Federazione Unitaria Scrittori Italiani. Reading a cura degli attori Virna Zorzan, Matteo Fasanella e Fabio Morici. Il maxi processo di Palermo, l'infinito dibattimento che vide alla sbarra oltre 400 mafiosi, si concluse con 19 ergastoli e oltre 2.665 anni di condanna, colpendo i vertici di Cosa Nostra, fino ai più semplici fiancheggiatori. Alla base del gigantesco dispositivo giudiziario elaborato dai giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e dagli altri magistrati del pool, ci sono le rivelazioni di Buscetta. 'Il Traditore della Mafia' racconta la lunga testimonianza che l'autorevole padrino di Porta Nuova fece a Falcone e Bruschini nel suo racconto è bravissimo a ricostruire con attenzione il lato umano del suo protagonista, a mostrare i suoi dubbi, il cammino da una convinzione ad un cambiamento, la volontà di liberarsi e tenere al sicuro i suoi figli. Bruschini ha scelto di entrare nella sfera più intima e quotidiana di Buscetta, presentando il 'boss dei due mondi' come padre, amante e marito. Buscetta è stato accusato dai suoi compagni di aver tradito Cosa Nostra, e il romanzo fa capire perché lui non si consideri un traditore, ma l'ultimo degli uomini d'onore, accusando i sodali di Totò Riina, di essere loro i veri traditori dello spirito mafioso. Nel tentativo di neutralizzarlo (perché temevano che il suo carisma avrebbe potuto coalizzare i mafiosi scappati), i corleonesi gli massacrarono i familiari: due figli, un fratello, cognati e nipoti, undici parenti in tutto. Grazie alla sua testimonianza, lo Stato finalmente poté comprende e riconosce per la prima volta il fenomeno mafioso. In definitiva 'Il traditore della mafia' è un libro che ha nello stesso tempo il pregio di far conoscere alle giovani generazioni eventi del nostro recente passato, ricordando i nostri uomini migliori e la passione per la giustizia e la verità che li ha mossi anche a costo della vita, ed ha anche il pregio di far conoscere i falsi miti di una criminalità che promette il paradiso e offre soltanto l'inferno.