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di Gino Martina
Arrivano a domicilio, tramite regolare corriere espresso, pacchettini dal contenuto innocuo Da qui, come provetti chimici, i ragazzi estraggono Thc in concentrazioni maggiori della media
Non più solo per strada ma anche sul web. La droga a Bari si compra sempre più nelle piazze virtuali e meno nei luoghi fisici della città. È il fenomeno transnazionale dell’acquisto via internet delle cosiddette smart drugs, droghe intelligenti. Molti ragazzi del capoluogo pugliese, e tra questi tanti in età scolastica, le conoscono alla perfezione. Così anche le forze di polizia, che preferiscono chiamarle ‘furbe’.

Smart drugs
Sono “esche” per nuovi clienti. Non è necessario conoscere i siti nella la rete oscura, definita anche dark web. Basta navigare e cercare una delle decine di pagine dei legali di negozi online intelligenti, gli smart shop. Con una carta di credito o una prepagata di un maggiorenne, genitore, fratello o amico, i ragazzi si organizzano e fanno gli ordinativi a gruppi ristretti, con il più temerario a capo. Più semplice e meno rischioso che rivolgersi agli spacciatori che si possono trovare a Bari vecchia, nella zona di Poggiofranco due, in piazza Umberto o nelle aree limitrofe ai giardinetti di Madonnella.

Sali da bagno e profumatori
Con una spesa di una manciata di euro, anche a partire da 3 o 5, arrivano a domicilio, tramite regolare corriere espresso, pacchettini dal contenuto di per sé innocuo: prodotti di cosmesi, bagnoschiuma, aromi e deodoranti per la casa o profumi per l’ambiente. L’acquisto non rappresenta alcun reato, ma è nei nomi di fantasia dei prodotti che si nasconde il vero obiettivo. Da qui, come provetti chimici, i ragazzi estraggono Thc in concentrazioni maggiori rispetto a quelle consentite, se non nitriti alchilici, vale a dire elementi della famiglia dei Popper, anfetamine e altre sostanze droganti.
L’assimilazione avviene per lo più per inalazione, per aumentare l’impatto dell’effetto “sballo”.

Tabelle ministeriali
Alcuni di questi prodotti in passato non rientravano nella tabella del ministero della Salute come sostanze droganti. Mentre ora lo sono, perché di fatto la tabella è aggiornata semestralmente per stare al passo coi tempi e con le nuove scoperte che emergono dalle operazioni di contrasto delle forze di polizia, da cui partono le segnalazioni al ministero. Dalla sezione antidroga della squadra mobile di Bari, ad esempio, era stata segnalato l’uso improprio dei semi di Argyreia Nervosa. Da qui si estraeva l’acido lisergico Lsa, versione naturale del più noto Lsd. Ora non è più vendibile legalmente. Altre, tra le tante, divenute illegali sono l’oramai vecchio Pop x e la Rosa Awayana. O le miriadi di “Spice”, spezie. Spesso il prodotto finisce in tabella, ma il contenuto psicotropo risbuca poco dopo in altri contenitori, presentati con nuovi nomi fantasiosi, riconoscibili da chi fa uso di sostanze stupefacenti. C’è chi punta all’effetto onirico e chi al rilassamento, chi all’eccitazione e chi prova per la prima volta, giovanissimo, l’approccio a questo mondo complesso e spesso pericoloso per la salute. A confermarlo sono inchieste e sequestri. Ma anche informatori, famiglie che si rivolgono alle forze di polizia, per conoscere cosa accade ai propri ragazzi. Nonché recenti esperienze e racconti, come quelli raccolti da Antonello Taranto, direttore del dipartimento delle Dipendenze patologiche dell’Asl di Bari e provincia.

I piccoli chimici
In internet c’è molto - spiega - il quanto però non lo sappiamo. Da noi, finché la persona che fa uso di queste sostanze non degenera e necessita di assistenza, non arriva. Ma ci arrivano sentori e voci su quanto accade. Sappiamo di ragazzi, anche in età scolastica, che si approvvigionano di catinoni, sostanze simili a cannabinoidi e anfetamine, che vengono commercializzate con nomi di fantasia. Sono molecole sintetiche ottenute in laboratorio. Il più utilizzato è il mefedrone.
Basta spostare un atomo di idrogeno da una catena all’altra della molecole e una sostanza inserita nella tabella ministeriale da illegale diventa legale. Dai nomi in commercio si percepiscono deodoranti, bagnoschiuma, cosmetici, ma poi i piccoli chimici fanno evaporare estrazioni approssimative. E a Bari ci risulta che ce ne siano diversi.
Quando facciamo esami - aggiunge - compaiono Thc, oppiacei e anfetamine ma oramai c’è da aggiungere quanto arriva dalla galassia in internet delle smart drugs”. Ci tiene anche a precisare altro, Taranto. “In 40 anni di esperienza - dice - tutti gli allarmi in materia lanciati a mezzo stampa non hanno trovato perfetta corrispondenza. A mio parere, da clinico antropologo, queste cose che girano nel web sono solo esche per pesciolini.
L’utilizzatore viene attratto dall’acquisto legale e semplice.
Pensiamo a chi vuole provare per la prima volta. Si avvicina ai negozi legali che fanno meno paura.
Acquistano infiorescenze o altri prodotti con 20 euro e provano questa esperienza, con i cannabinoidi e altre sostanze. Su cento, però, approssimativamente tre si rivolgeranno poi allo spacciatore che gliele farà pagare meno con effetti più forti, rischiando di diventare in seguito tossicodipendente”.
Facilità dell’acquisto Non solo. “Nell’uso delle smart drugs - precisa Taranto - tanti di questi ragazzi hanno capacità di controllare l’assunzione e non diventare dipendenti ma solo abusatori, soprattutto in età scolastica. Secondo una nostra statistica rileviamo che l’85-90 per cento della popolazione studentesca ha la possibilità di avere contatti e usarle, ma quelli che arriveranno a essere nostri utenti sono il 3-4 per cento. Molti la possono toccare, molti la toccano, molti si domandano chi me la fa fare e l’abbandonano e pochi - conclude - sono quelli che hanno predisposizioni particolari e diventano tossici”. Non da meno di ciò che già in passato è stato segnalato, come gli assuntori in maniera impropria di ansiolitici e antidolorifici, come Xanax e Oki, quest’ultimo addirittura sniffato.

I gruppi WhatsApp
Dalle scuole, però, salvo casi isolati, arriva un quadro di sostanziale controllo del fenomeno in generale. Rimane alta l’attenzione per le droghe leggere tradizionali, hashish e marijuana. Sembra confermata la tendenza all’acquisto a gruppi organizzati ormai su WhatsApp, con appuntamenti mirati di una ristretta delegazione con lo spacciatore di turno. I gruppi hanno nomi come “Il viaggio”. O sono organizzati dagli spacciatori stessi, che arrivano a lanciare vere e proprie offerte a prezzi speciali ai loro contatti, con messaggi criptati: “Sono arrivati i panzerotti o la focaccia è pronta”. Il pericolo maggiore in questi casi è dato dalla scarsa qualità della sostanza, a volte mischiata ad additivi chimici o sintetici nocivi oltremodo per l’organismo. Il monitoraggio nelle scuole avviene attraverso il corpo docenti e da qualche tempo con le telecamere in cinque istituti della città.

Tratto da: la Repubblica

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