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di Associazione Vittime del Dovere
Si è tenuta oggi presso l’Aula di Montecitorio la Cerimonia di commemorazione del "Giorno della memoria" dedicato alle vittime del terrorismo, a cui ha partecipato l’Associazione Vittime del Dovere.
Le parole del Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, hanno posto l’accento sulla necessità di ricostruire con verità le vicende storiche del terrorismo e delle stragi di tale matrice, proponendo l’apertura e la desecretazione degli archivi, anche al fine di individuare nuovi ipotetici responsabili.
Purtroppo nessun cenno o segnale concreto di opposizione alle quotidiane manifestazioni di umiliazione della memoria delle Vittime ad opera di ex terroristi, già accertati, e sulla necessità di porre in essere opportuni provvedimenti legislativi in materia.
Non si può che rimanere delusi dal mancato riscontro, ancora una volta, alle richieste di tutela della memoria delle Vittime, formalizzate già nel corso della riunione organizzativa dell’evento, tenutasi in data 11 aprile.
Non è la prima volta che dobbiamo difenderci da soggetti che, mai paghi di esprimere le loro idee, trasmettono messaggi ambigui, tentano di trovare in presunti “ideali” scusanti per le proprie azioni scellerate, fino ad attaccare le Vittime, definendolo un mestiere, e la memoria dei nostri cari, che non hanno diritto di replica.
Purtroppo la tendenza costante è quella di assurgere tali soggetti a maestri, fornendo loro anche una cattedra da cui pontificare, invitandoli ad esprimere la loro opinione su delitti feroci, da loro stessi commessi e per i quali sono stati condannati, quando la ricostruzione storica non richiede pareri personali perché è davanti agli occhi di tutti e non necessita di ricami.
L’Associazione ha sollecitato tutte le Istituzioni indistintamente dal 2010 ad oggi, ad intervenire con norme limitative, nel rispetto dei principi costituzionali, contemperando la libertà di manifestazione del pensiero con la tutela della dignità umana e della memoria delle vittime, in ossequio a quanto sostenuto dalla stessa Corte Costituzionale, fornendo una risposta concreta alla reiterata mancanza di buonsenso, di opportunità e di pudore che dovrebbe contraddistinguere chi ha avuto la possibilità di reinserirsi nella società dopo aver ucciso, seminando terrore e disagio sociale.
Purtroppo dobbiamo confrontarci con l’indisponibilità di dare a questa giornata risvolti tangibili, confrontandoci con la convinzione che la memoria sia fine a se stessa, quando in realtà la memoria è un valore talmente potente che ha la capacità di indirizzare la società e le nuove generazioni.
Con amarezza constatiamo che, se da un lato si cerca di ricostruire la storia del nostro Paese democratico, dall’altro non si è ancora compreso come le lezioni su questo difficile percorso non debbano essere lasciate a cattivi maestri.
Speravamo in un’azione di coraggio da parte della politica e del Governo anche per evitare che le Vittime e i familiari siano costretti, ogni singola volta e in prima linea, a difendere la memoria storica dei propri cari.
“Questa mancata presa di posizione istituzionale ci costringerà ad affrontare altri episodi vergognosi con la sola arma di cui disponiamo, cioè la parola declinata in comunicati, lettere e appelli alle istituzioni, sempre puntualmente inascoltati e che condurranno all’ennesima umiliazione di essere definiti polemici, vendicativi se non addirittura, come una ex terrorista ha avuto l’ardire di sostenere, vittime di professione” dichiara il Presidente Emanuela Piantadosi.
Concludiamo ricordando che la vendetta e la legge del taglione nulla hanno a che vedere con la necessaria difesa di persone che non hanno scelto di essere Vittime e che, senza il supporto di un Governo coraggioso che ne prenda oggi le parti, continueranno ad essere attaccate da sfrontati ex terroristi.