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Mentre l’imprenditore percorreva in auto con il con il figlio la strada provinciale tra Barletta e Margherita di Savoia esplosi colpi di fucile verso la sua auto

Foggia. I Carabinieri di Foggia stanno indagando su una intimidazione a colpi di fucile subita mercoledì scorso in Puglia dall’imprenditore trapanese Giacomo D’Alì Staiti, uno dei maggiori proprietari di saline nel mezzogiorno d’Italia. D’Alì è cugino dell’ex sottosegretario all’Interno ed ex senatore di Forza Italia Tonino D’Alì, attualmente sotto processo a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa.
L’imprenditore secondo quanto riportato in denuncia, stava percorreva in auto, insieme al figlio, la strada provinciale che collega Barletta a Margherita di Savoia, quando si è affiancata un’altra auto dalla quale sono stati esplosi alcuni colpi di fucile verso il basso . Giacomo D’Alì, professore di fisica e che è stato componente del Cda della Banca Commerciale Italiana, attualmente oggi presidente di due aziende che producono sale, la trapanese Sosalt e la pugliese Atisale (società ex Monopolio dello Stato) che si occupa in Puglia e Sardegna della gestione di impianti di produzione del sale .
Con una nota il presidente di Confindustria Trapani Gregory Bongiorno ha espresso solidarietà all’imprenditore trapanese, che è a sua volta anche vicepresidente di Sicindustria Trapani: “Siamo vicini al collega e amico Giacomo D’Alì Staiti per l’inquietante vicenda di cui è stato vittima. La scelta di fare l’imprenditore è già difficile a causa dei mille ostacoli che si incontrano quotidianamente. In questo contesto il peso della criminalità organizzata è davvero un fardello che non si può sopportare. Il collega Giacomo D’Alì Staiti - afferma il presidente di Sicindustria Trapani, - oggi si trova ad affrontare un grave attacco intimidatorio, ma potrà contare oltre che sul supporto fondamentale delle forze dell’ordine, anche sulla nostra vicinanza e solidarietà. So bene cosa significhi ribellarsi ai condizionamenti malavitosi e, per questo, saremo al fianco di Giacomo con una determinazione ancora più grande".
Solidarietà a D’Alì è arrivata anche dal segretario generale della Fai Cisl di Foggia, Lorenzo Di Varsavia, e la dichiarazione del sindacalista fa presagire che all’origine dell’intimidazione vi siano scelte inerenti l’organizzazione del lavoro dentro la Atisale, nella quale lavorano 120 persone da tempo costretti a fare i conti con una crisi che metterebbe a rischio l’occupazione. “Nessuna contrapposizione rispetto a scelte aziendali o manageriali può essere dettata dalla violenza - ha dichiarata Di Varsavia - e la Fai Cisl condanna senza appello il clima di tensione e di intimidazione che si è creato intorno alle sorti di una così importante risorsa economica, lavorativa e logistica del territorio del Nord della Puglia". Attestato di solidarietà è giunto anche dalla Rsu aziendale.

ilcorrieredelgiorno.it

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