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Levico Terme (Trento).
"Dobbiamo recuperare il nostro orgoglio, perché siamo stati delegittimati. Ma è giusto riconoscere che il nostro è stato a lungo un giornalismo distratto, attento ai palazzi e non al paese". Lo ha affermato Sandro Ruotolo, al congresso della Fnsi in corso a Levico Terme, in Trentino. "A Levico - ha aggiunto - ritorniamo dopo 40 anni; allora ci riunimmo per costituire 'Rinnovamento sindacale'. Nel 1978 anche noi una casta: viaggiavamo gratis, entravamo senza pagare a cinema e nei musei. Eppure fin d'allora i giornalisti venivano uccisi e non si è mai smesso di perseguitarli o colpirli, com'è capitato a Gabriele Micalizzi, che fa perfettamente e coraggiosamente il nostro lavoro, senza nemmeno avere la tessera professionale. Ebbene, un attacco a un giornalista è un attacco alla democrazia e il tema della nostra sicurezza non deve essere portato avanti solo dalle petizioni. In questi giorni c'è stata una grande solidarietà intorno alla nostra categoria, è tornata l'opinione pubblica in nostro favore, ma i politici continuano a saltare la nostra intermediazione; evitano le nostre domande e ci costringono a leggere i loro tweet".
Oggi 21 giornalisti italiani sono 'protetti'. "Borrometi - ha incalzato Ruotolo - è sotto minaccia di 4 clan delle mafie. Michele Albanese che vive nella piana di Gioia Tauro mi dice che non può andare al mare nella sua regione, perché troppo pericoloso. Molti mi chiedono: come si vive sotto scorta? Io dico soprattutto ai ragazzi che resto un uomo libero grazie alla protezione dello Stato. Io, Michele, Paolo e tanti altri rimaniamo uomini liberi. Se siamo sotto scorta è perché altri giornalisti non hanno raccontato la verità. Libero Grassi fu ucciso perché da solo sfidò la mafia. Non bisogna lasciare soli gli uomini coraggiosi. Se noi giornalisti facciamo squadra, daremo un servizio alla democrazia".

ANSA

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