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cutro ignazio 850Presidente associazione testimoni di giustizia, potrei essere io il prossimo ma non mi pento di aver denunciato
Roma. "Le mafie non dimenticano chi denuncia. Lo Stato, nella tutela di chi denuncia, siano essi testimoni di giustizia che familiari dei collaboratori di giustizia mostra ogni giorno un grave calo di attenzione e sottovalutazione del fenomeno mafioso". Così all'Adnkronos Ignazio Cutrò, testimone di giustizia e presidente associazione testimoni di giustizia, riflette sull'agguato avvenuto a Pesaro in cui è stato ucciso Marcello Bruzzese, fratello del collaboratore di giustizia Girolamo. "Non è stato sufficiente averlo nascosto in località protetta lo denunciamo da anni, le mafie vogliono vendicarsi dell'affronto subito dopo che li abbiamo fatti condannare", afferma Cutrò denunciando come "nonostante le minacce ricevute attraverso intercettazioni telefoniche alla mia famiglia hanno revocato il programma di protezione e la scorta". "Lo Stato deve tutelare chi ha messo in gioco la sua vita e ha creduto nelle istituzioni. Potrei essere io il prossimo ma non mi pento di aver denunciato" riflette Cutrò ammettendo di "avere paura tanto che il giorno di Natale non sono uscito di casa. Si sa che la mafia attacca proprio in questi giorni per dare un segnale".

AdnKronos