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gela inquinamento"Mi facevano pestare lʼeternit – ha affermato il supertestimone – e poi lo andavo a sotterrare. Venivano gli ingegneri, i vari responsabili e tra di loro dicevano tra 50 anni moriranno tutti di tumore". La società: "Abbiamo sempre rispettata le leggi"

La Procura di Gela ha aperto un'indagine dopo la testimonianza di Emanuele Pistritto, 70 anni, che venerdì su Rai2 ha rivelato clamorosi episodi di inquinamento del sottosuolo con rifiuti industriali provenienti dal petrolchimico dell'Eni. "Mi facevano pestare l'eternit – ha detto l'ex operaio – io lo macinavo e poi lo andavo a sotterrare. Venivano gli ingegneri, i vari responsabili e tra di loro dicevano tra cinquant'anni moriranno tutti di tumore".

Scarti industriali sotterrati in vasche sotto terra - Pistritto, proprietario e conduttore di pale meccaniche, in pensione, per molti anni è stato titolare di appalti nel settore del movimento terra e di materie prime nello stabilimento. Gli scarti della lavorazione della chimica e della raffineria sarebbero stati sotterrati in grandi vasche di oltre 500 metri quadrati e della profondità di 15 metri, a est del petrolchimico.

"Qui di vecchiaia non muore più nessuno" - Dentro vi sarebbe stato scaricato di tutto: "Dall'amianto agli anelli di ceramica dei reattori che mi facevano frantumare con i cingoli delle ruspe - ha raccontato il supertestimone davanti alle telecamere della trasmissione "Nemo" -. Tutte queste cose che tiravano fuori dai forni sono tutte là". "Tutto il materiale andava nella falda acquifera. Qui di vecchiaia non muore più nessuno. Muoiono i giovani".

L'operaio ha sporto denuncia - Il 70enne ha deciso di sporgere denuncia in Procura. Il suo racconto ha aperto una breccia su un presunto smaltimento illecito di rifiuti industriali che avrebbe intaccato la falda acquifera provocando un disastro ambientale dalle conseguenze devastanti.

C'è già un processo in corso - La denuncia di Pistritto si aggiunge a quella fatta da un altro operaio, che ha fatto aprire un procedimento che si è chiuso con l'assoluzione dei vertici Eni. Ma a gennaio 2019 riprenderà un altro processo con 23 imputati tra dirigenti e manager dell'Eni per disastro ambientale di terra, aria, suolo e sottosuolo.

L'Eni: "Le nostre società hanno sempre rispettato le leggi" - Non si è fatta attendere la replica dell'Eni. "In relazione alla gestione dei rifiuti del petrolchimico di Gela, Eni informa che tutte le società del gruppo, che hanno operato nel sito di Gela, hanno sempre rispettato le normative vigenti in materia di gestione e smaltimento dei rifiuti industriali", recita una nota del gruppo energetico. Dopo aver appreso dell'avvio di un'indagine, Eni ha inoltre ribadito "la più assoluta e trasparente collaborazione con le autorità competenti al fine di giungere alla verità dei fatti".

tgcom24.mediaset.it

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