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«La sopravvivenza dell'agenzia di stampa non può dipendere soltanto dai sacrifici dei giornalisti, ma questo è ciò che l'azienda si ostina a chiedere sottraendosi ai doveri di chi fa impresa», si legge in un documento approvato all'unanimità.

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«La sopravvivenza dell’agenzia di stampa Askanews non può dipendere soltanto dai sacrifici dei giornalisti, ma questo è ciò che l’azienda si ostina a chiedere sottraendosi ai doveri di chi fa impresa». È quanto si legge in un documento approvato all'unanimità dall'assemblea dei redattori.

I giornalisti, prosegue il documento, respingono «le pretese del management, che vorrebbe caricare interamente ed esclusivamente sul personale giornalistico l’onere di sostenere l'agenzia nella fase di incertezza che sta attraversando. Una richiesta che rischia di provocare gravi danni al prodotto, al patrimonio di credibilità dell’agenzia, finora faticosamente preservato e alla capacità dell’azienda di restare sul mercato».

Malgrado il Cdr abbia responsabilmente accettato un confronto, in costanza di un accordo di cassa integrazione vigente, firmato a settembre, l'Ad Daniele Pelli, scelto dall'azionista di riferimento Luigi Abete, ha risposto rilanciando con percentuali di cassa integrazione impraticabili e insostenibili. «Questo – insistono i giornalisti – a fronte del fatto che l'azienda non ha fornito convincenti argomentazioni sulla logica di alcune operazioni di bilancio su cui ci siamo già attivati per fare chiarezza».

I giornalisti di Askanews auspicano quindi che «l'azienda riconsideri questo pericoloso approccio, presentato al tavolo Fieg-Fnsi, in attesa che la situazione emergenziale che sta attraversando l'agenzia si risolva»; tornano a richiamare «l’attenzione del governo sulla situazione che mette a rischio oltre 130 posti di lavoro e un presidio dell’informazione di base contro le fake news» e infine, ribadendo «piena fiducia nel Comitato di redazione per tutte le iniziative pubbliche che intenderà intraprendere in questa dura vertenza», conferma il pacchetto di quattro giorni di sciopero.

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