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falcone busto scuola restauratoMinistro Fedeli, 'E' giorno di festa. Stato ha vinto'
Palermo. Il volto di Giovanni Falcone, a luglio scorso, era stato staccato dal busto nella scuola dedicata al giudice nel quartiere Zen di Palermo e usato come ariete per rompere il portone d'ingresso dell'istituto. Un nuovo attacco alla scuola, martoriata da anni di atti vandalici, e al ricordo del magistrato ucciso da Nostra nella strage di Capaci. A tempo di record, il busto di Falcone è tornato al suo posto e oggi c'è stata una piccola cerimonia di inaugurazione. Una risposta dello Stato a chi cerca di distruggere i simboli di legalità. Il ritorno della statua di Falcone allo Zen è anche il risultato di una gara di impegno e solidarietà che ha visto diversi protagonisti. All'indomani del raid vandalico, il segretario dell'associazione nazionale funzionari di polizia Enzo Letizia, assunse l'impegno di farsi carico del restauro dell'opera. Hanno subito risposto quattro giovani restauratori della facoltà di "Conservazione e restauro dei beni culturali" del dipartimento di Fisica e Chimica dell'università di Palermo. I giovani hanno lavorato in alcune stanze del commissariato San Lorenzo. A restaurare il busto sono stati Gianluca e Jessica Di Paola, Martina Palermo e Giuseppe Contiguglia. In collaborazione con l'amministrazione comunale, il busto trova adesso una sua nuova collocazione nell'atrio della scuola Falcone. "È un giorno di festa per voi tutte e tutti - scrive in un messaggio il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli - È un giorno di festa per il Paese intero. Mi unisco, anche se a distanza, alla vostra celebrazione: una statua oggi riprende il suo posto all'interno della scuola 'Falcone'. Ma la memoria e il ricordo degli insegnamenti del giudice ucciso barbaramente 25 anni fa non hanno mai lasciato, neanche per un secondo, il cuore e la testa delle giovani e dei giovani che si formano all'interno del vostro istituto". Il ripristino del busto avviene a pochi giorni dalla morte del boss Totò Riina, mandante dell'omicidio del giudice. "Quando è morto Riina - ha detto Maria Falcone, sorella del giudice - il pensiero è andato a mio fratello e al dolore che quel signore gli ha provocato. Voglio riprendere una frase che mi ha detto uno studente napoletano: quando uccidi un uomo non lo hai sconfitto veramente. I fatti dicono oggi che Riina è stato sconfitto mentre Giovanni Falcone ha vinto".

ANSA

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