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di Amalia De Simone
Salendo verso il vulcano, lungo tutte le strade, si vede un ammasso di rifiuti, alcuni anche dati alle fiamme. Mercoledì ci sono stati 8 inneschi: "Dietro c’è una strategia".
"I roghi del Vesuvio non c’entrano niente con la terra dei fuochi. Nessun incendio sul Vesuvio è dovuto ai rifiuti". Lo dice l’assessore regionale all’Ambiente e vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola mentre i roghi, che da una settimana divorano il vulcano, lambiscono le discariche e le zone di Terzigno e Boscoreale. Una cosa simile accadeva pochi giorni fa sul versante ercolanese del Vesuvio, dove sono presenti altre discariche spesso sotto la lente di ingrandimento degli organi di Polizia. «Questa situazione è pericolosissima perché in queste discariche hanno versato di tutto» spiega Franco Matrone, della rete Comitati Vesuviani mentre dà indicazioni ad un volontario che cerca di spegnere le fiamme della bellissima pineta che si arrampica sul vulcano. "In questa discarica viene prodotto biogas e chissà quanti veleni ci sono. Andavano fatti i controlli, andava fatta la prevenzione, come chiediamo da tempo e invece alcune istituzioni per troppo tempo si sono girate dall’altra parte". Vincenzo Capasso, leader dell’associazione «Let’s Do It» era salito insieme ad altri volontari in quelle pinete per fare pulizia. "Purtroppo sul Vesuvio, oltre a quelle ufficiali, ci sono tante mini discariche, luoghi in cui vengono sversati rifiuti della piccola industria. E anche salendo verso il vulcano, lungo tutte le strade, è pieno di rifiuti, alcuni anche dati alle fiamme. Mercoledì ci sono stati 8 inneschi e questo ci fa capire che dietro c’è una strategia, ma il Vesuvio brucia ormai da tanti giorni e spesso ad essere appiccati sono proprio i rifiuti". L’assessore Bonavitacola però di rifiuti non vuol sentirne parlare. "Nessuna terra dei fuochi, non cominciamo con questa litania. Nessun incendio sul Vesuvio è dipeso dai rifiuti". Eppure i rifiuti bruciati ci sono, proviamo a ribattere, ma l’assessore è convinto della sua tesi. Purtroppo le immagini raccontano di roghi di rifiuti ai lati delle strade e di una natura irrimediabilmente distrutta. Mentre ci incamminiamo nella riserva naturale la terra bolle sotto le scarpe, i fumi consegnano alla vista un panorama spettrale e doloroso. "Quanta gente che aveva investito con il volontariato o con il proprio lavoro su questo meraviglioso vulcano ora si trova senza più nulla - commenta Capasso - ho come l’impressione che abbiamo fatto tutto per nulla e che l’interesse da salvaguardare alla fine non sia mai quello del territorio. Chi ci guadagna in tutto questo? Secondo me abbiamo perso tutti". Intanto i comitati si organizzano. Venerdì 14 alle ore 17 i comitati Stop Biocidio si danno appuntamento presso la fermata della metro Toledo, a Napoli, per una manifestazione.

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