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niceta angelo changeInterrogazione parlamentare su Niceta, la replica dei familiari
Quasi tre settimane di sciopero della fame per lo storico rampollo della storica dinastia palermitana che opera nel settore dell'abbigliamento: "Sta rischiando la vita perché siano riconosciuti i suoi diritti"
Diciannovesimo giorno di sciopero della fame per Angelo Niceta, rampollo della storica dinastia palermitana che opera nel settore dell'abbigliamento. "Testimonio contro Cosa nostra ma nessuno mi protegge", è l'accusa dell'imprenditore. "Sono stato isolato e annientato dallo Stato"; denuncia Niceta. Intanto la petizione lanciata in suo sostegno per chiedere allo Stato di provvedere immediatamente alla protezione sua e della famiglia a Palermo, ha superato le 22 mila adesioni.

La storia di Angelo Niceta è più unica che rara. Un anno e mezzo fa aveva deciso di puntare il dito contro la propria famiglia, gettando ombre su possibili collegamenti con la mafia e finendo per questo nel programma di protezione testimoni. Ma adesso Niceta gira libero per Palermo, senza alcuna protezione. Più di un anno fa ha anche deposto al processo sulla trattativa Stato-mafia. I pm Nino Di Matteo e Pierangelo Padova, avevano chiesto nel 2015, lo status di testimone di giustizia. Ma il Ministero dell'Interno lo ha inserito tra l'elenco dei pentiti, sebbene Niceta non abbia mai commesso alcun tipo di reato. Oggi infatti pur non essendo mai stato indagato per mafia, viene considerato dallo Stato come un “collaboratore di giustizia”. Nonostante questo "status", Niceta si trova abbandonato e senza nessuna protezione. In tanti, sul web, stanno cercando di raccogliere le firme necessarie da presentare alle autorità palermitane per ottenere una tutela.

Oggi l'imprenditore è intervenuto alla trasmissione "Restate scomodi" di Radio 1, raccontando la sua vicenda. "Chiediamo di dare notizia dell’esistenza della petizione - dicono dal Comitato dei cittadini per Angelo Niceta - e della possibilità di firmarla al link: a questo link. Continuano a non pervenire risposte chiare ed esaustive da parte delle Istituzioni, a partire dal prefetto di Palermo Antonella De Miro, cui è demandato istituzionalmente l’obbligo di predisporre le misure ordinare di protezione per Angelo Niceta. In considerazione della gravità della presente situazione, e della preoccupazione per lo stato di salute di Angelo stesso che si sta sottoponendo ad un digiuno prolungato, il comitato invita tutti i cittadini a digiunare mercoledì 21 giugno in segno di solidarietà verso Angelo, che sta rischiando la vita perché siano riconosciuti i suoi diritti. Le foto dei nostri piatti vuoti saranno rese pubbliche, a l’atteggiamento prossimo all’assenza delle Istituzioni che dovrebbero essere in prima fila nella lotta alla mafia ci disgusta a tal punto da farci passare l’appetito. Riteniamo che la lotta di Angelo Niceta sia anche la lotta di tutti i cittadini contro le trattative e quegli atteggiamenti 'ambigui' da parte di pezzi delle Istituzioni che rendono legittimo il dubbio che non si voglia davvero combattere ed estirpare la mafia insieme con le collusioni politiche ed economiche per essa essenziali".

palermotoday

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