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manette2di Ilario Lombardo e Gaetano Mazzuca
Nessuna regola è perfetta. Il metodo di selezione organizzato e gestito negli uffici della Casaleggio Associati dove i responsabili dellAssociazione M5S devono vagliare e bollinare le candidature non ha funzionato. E i grillini si scoprono permeabili. Michele Panetta è il primo arrestato per mafia del M5S. Non un semplice attivista, ma un candidato certificato, che ha corso sotto il simbolo di Beppe Grillo alle comunali di Reggio Calabria nel 2014 a sostegno di Vincenzo Giordano. Il suo profilo social è da grillino duro e puro che diffonde il verbo del leader al grido "onestà". Le carte dell'antimafia di Reggio raccontano invece il lato oscuro del trentenne Panetta. Braccio operativo della ndrangheta, prestanome, pusher e picchiatore. Una sorta di dottor Jekyll e mr Hyde, che di giorno su Facebook si scaglia contro «i poteri forti» e di notte, invece, si muove sotto le insegne delle più potenti famiglie della ndrangheta reggina. Alla causa grillina del 2014 Panetta portò appena 61 voti. Il 27 aprile scorso è finito in carcere nellambito dell'operazione "Eracle" che ha svelato il controllo della ndrangheta sulla movida e sullo spaccio in riva allo stretto, attraverso una rete di buttafuori. Minacce e veri e propri agguati avrebbero convinto anche i proprietari più reticenti a cedere il controllo delle loro attività agli uomini dei clan. E Panetta in questa strategia avrebbe giocato un ruolo da protagonista, "attuando - scrivono gli inquirenti - ritorsioni violente [...] costringendo al silenzio le persone informate sui fatti, cedendo stupefacenti per conto della cosca". Sempre Panetta avrebbe fatto parte del commando che il 29 agosto 2015 entrò in azione sul lungomare di Reggio con caschi e mazze. Un vero e proprio agguato terminato con un giovane gambizzato.
Panetta aveva un approccio muscolare anche alla politica, e lo sfogava sul social dove lanciava appelli "a bruciare la città" e ad andare alle urne con il kalashnikov. "All'epoca non potevamo sapere, era in lista per tappare un buco" si difendono i grillini calabresi. "Il M5S non è in grado di prevedere il futuro" ribadiscono in una nota di rettifica i parlamentari. Ma già nel 2010, era stato raggiunto da un Daspo. E proprio un mese prima delle elezioni il proprietario di un locale aveva inoltrato alla prefettura la richiesta di iscrivere Panetta tra i buttafuori. La risposta, arrivata a urne chiuse, fu negativa. La questura infatti aveva evidenziato che il giovane era stato «in più occasioni controllato con persone aventi a carico gravi pregiudizi penali".

Tratto da: La Stampa

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