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Il provvedimento è del gip Lorenzo Matassa, che ha accolto la richiesta della procura
di Salvo Palazzolo
L’esposto dei deputati grillini coinvolti a Palermo nell’inchiesta sulle firme false aveva fatto scattare un’indagine sul candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle. L’avvocato Ugo Forello,  storico leader del movimento antiracket, era stato indagato dalla procura di Palermo per l’articolo 377 bis del codice penale, “induzione a rendere dichiarazioni mendaci”. Secondo i parlamentari Nuti,  Di Benedetto, Di Vita, Lupo e Mannino, il legale avrebbe orientato le dichiarazioni della super testimone dell’inchiesta sulle firme false, Claudia La Rocca, “millantando” rapporti con la procura. Accuse  che Fiorello ha sempre respinto, e anche la procura di Palermo chiedeva di archiviare il fascicolo.  Adesso il gip Lorenzo Matassa chiude il caso, accogliendo la richiesta di archiviazione della procura (l'esponente politico era assistito dall'avvocato Giovanni Di Benedetto).

In una mail Forello si offriva di fare da intermediario con la procura per offrire delle collaborazioni da parte degli indagati. La frase sotto accusa era questa: "Il procuratore aggiunto Petralia è una persona che conosco molto bene e con cui collaboro per diverse situazioni delicate. E' un buon magistrato che svolgerà le indagini con scrupolo e attenzione". Secondo il giudice Matassa, "qualunque lettura di questa frase non può legittimare una interpretazione delle parole diverse da quella testuale; si' che può dirsi serenamente che, in nulla, questo passaggio concettuale potrebbe avere rilievo illecito. La conoscenza riferita da Forello, in questo contesto, ben potrebbe essere quella raccontata da un grande scrittore di giallistica giudiziaria in un suo romanzo. A titolo esemplificativo, il narrratore assumeva che vi fosse una grande partizione secondo cui il bravo avvocato conosce il Diritto, l'ottimo avvocato conosce la Giurisprudenza, l'eccellente avvocato e' colui che conosce, soprattutto, la giurisprudenza del suo giudice". Per Matassa, "in questa prospettiva, la frase ha una sua continente legittimazione di pensiero".

Un provvedimento quello di Matassa ampiamente liberatorio per Forello. "Avrebbe favorito gli interessi pubblici e non quelli privati, ossia avrebbe invitato i suoi colleghi del movimento a cooperare per il rispetto della legge". E ancora: "Non avrebbe detto che il suo riferimento nell'ufficio inquirente era avvicinabile, ma esattamente il contrario, ossia ne avrebbe tracciato la caratura professionale di magistrato sensibile ed integerrimo".

In tredici pagine di provvedimento, Matassa rileva pure che Forello "mai formulo' alcuna richiesta di un corrispettivo materiale. Il querelanti hanno ipotizzato che Forello volesse sbarazzarsi di alcuni concorrenti scomodi per ottenere la candidatura come sindaco dei Cinque Stelle a Palermo. Per il giudice solo "ipotesi" legati a "pensieri (non certo binari) dei parlamentari denuncianti piuttosto che alla verità storica o procedimentale qui esaminate".


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