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klaus davi 300Minacciato di morte dalla mafia calabrese, ha potuto contare sulla solidarietà del Consiglio Superiore della Magistratura. “Guardi vado pure al Grande Fratello Vip se mi fanno parlare della criminalità organizzata in prime time. Sono tutt’altro che demotivato".


Non rinuncia a provocare il massmediologo Klaus Davi anche dopo le minacce di morte ricevute negli ultimi giorni in seguito alla pubblicazione di una lettera aperta indirizzata a Giovanni Tegano, giovane incensurato, nipote però di quel feroce omonimo zio che venne catturato da Giuseppe Pignatone e Renato Cortese nel 2010 e che, tra le altre cose, è accusato di aver fatto uccidere senza pietà  il proprio nipote Paolo Schimizzi.

Lei ha scritto a Giovanni Tegano, nipote di un big del crimine, chiedendogli di dissociarsi, si aspettava una simile reazione?
Onestamente non tanta virulenza . Gente che si augura la mia morte, che mi 'fracassino la testa', che 'mi sciolgano nell'acido'. E tutto per aver rivolto una lettera, in fondo affettuosa e amicale, al giovane Tegano. Uno che dava dei pavidi ai poliziotti ed esaltava l’ideologia mafiosa in pubblico sul suo profilo Facebook senza che nessuno, dico nessuno, fiatasse. Con lo staff dell’emittente LaC, con cui collaboro, stiamo raccogliendo tutto il materiale in merito.

Ha toccato un potere forte del crimine.
La cosca  Tegano è stata indicata da sentenze definitive come ala militare della Ndrangheta reggina, che da anni è considerata quella dominante in Calabria. In parole povere sono quelli che uccidono e decidono chi uccidere. Tegano è un vero e proprio brand e vuol dire 'terrore puro'. Sono conosciuti e temuti in tutto il mondo. Quando passano loro, in Calabria, la gente abbassa il tono di voce e lo sguardo. I giovani Tegano non girano mai soli, sono scortati da ‘amici’ - li ho visti con i miei occhi nei bar di Archi  so di cosa parlo non mi limito a trascrivere brogliacci  -  quartiere 'difficile' di Reggio Calabria.

Questo però non fa di loro dei mafiosi….
Mai detto. Ho semplicemente scritto a Giovanni perché attaccava i testimoni di giustizia e i poliziotti in modo volgare. E gli ho suggerito di prendere un libro e studiare, invece di propagandare l’ignoranza e la pigrizia - come faceva impunemente sul suo profilo pubblico. A 20 anni perché tanto odio per lo Stato? Sono certo che a Giovanni siano state raccontate cose sbagliate. Ho conosciuto anche suo padre nei miei sopralluoghi ad Archi, il signor Bruno. Con il quale ho avuto anche scambi di battute. Quando vado a Reggio bevo puntualmente il caffè nel bar di Bruno Tegano e sono stato sempre trattato con cortesia. Spero di poter continuare a farlo.

Lui le ha dato la solidarietà, questo gli fa onore...
Certo. Ne prendo atto e non me lo aspettavo, lo ammetto. Ci siamo anche scritti direttamente. E’ stato educato ma ha detto che vuole 'vivere libero'. Purtroppo in certi contesti della  Calabria la stampa viene vista come forma di induzione in schiavitù! Come se il contatto con un giornalista lo rendesse un soggetto meno libero. A questo siamo ridotti. Gli ho detto comunque che può anche non incontrarmi - è un suo sacrosanto diritto -  ma che almeno dovrebbe studiare. Non mi ha risposto anche se mi ha ringraziato del consiglio….Mi perdoni l’autocitazione ma io alla sua età lavoravo come cameriere in gelateria, traducevo dal tedesco per guadagnarmi da vivere e pagarmi gli studi. Avrei potuto spiegarli che esiste anche la strada della fatica e dell’impegno. Ma non mi è stato possibile farlo.

Le minacce che le hanno fatte più male?
Oltre agli incitamenti pubblici alla violenza nei miei riguardi, mi hanno ferito le  pesantissime allusioni relative alla mia vita sessuale. Post e messaggi in tal senso sono stati numerosi e molto offensivi. Spero ci siano  provvedimenti in merito, perché sono stati scritti anche da individui accusati di gravi reati, usciti allo scoperto pubblicamente su diversi siti, per prendermi personalmente  di mira. Persone molto pericolose, come sarà possibile sapere al momento opportuno. Lo Stato non può stare a guardare e trincerarsi dietro la libertà di espressione, anche perché certe frasi, sulla bocca di chi è coinvolto in precise indagini, fanno venire i brividi. In questi momenti ho anche capito quanto sia necessaria una legge sull’omofobia e approfitto dell'occasione per chiedere scusa all’Arci Gay con cui avevo precedentemente polemizzato in merito. In ogni caso, se queste cose non fossero perseguibili, penserò io a usare le mie armi che non sono le mitragliette della Ndrangheta, ma possono fare danni. Una cosa è certa : userò tutta la mia forza per sputtanarli davanti al paese. Non si devono permettere.

Pentito?
No, scherza? In migliaia mi hanno scritto messaggi di affetto. Donne, uomini, ragazzi, poliziotti, carabinieri, cittadine e cittadini comuni. Gente che mi scrive 'non ne possiamo piu dei Tegano, dei De Stefano, della mafia in generale'. E poi amici come il mio mentore Massimo Giletti, Paola Ferrari, Eleonora Daniele, Rita Dalla chiesa e tanti altri.

E la politica?
Vicinanza da tutti i partiti. Dal Movimento Cinque Stelle nelle persone dei senatori Nicola Morra e Mario Giarrusso, dal sempre presente Maurizio Gasparri alla giovane piddina Anna Rita Leonardi. E poi il messaggio di Giovanni Legnini, vice Presidente del CSM; un segno, il suo, molto responsabilizzante, data l'importanza della carica e la levatura personale. Ringrazio, inoltre, le  moltissime aziende con cui collaboro, in qualità di consulente d'impresa, che mi hanno fatto sentire la loro vicinanza emotiva.

Ora che farà?
Ora sono a Milano. Sto lavorando per la mia agenzia , la Klaus Davi, e a breve sarò a Venezia al Festival  per degli eventi che seguirò. Con la mia amica Alessandra Ghisleri, sondaggista di fama internazionale, stiamo dando vita a un progetto molto bello sull’analisi del mondo della pubblicità e del marketing, ambito nel quale lavoro. Presenteremo il nostro progetto alle aziende a settembre.

E la 'ndrangheta?
Ripeto: le parole di Legnini mi hanno ampiamente rincuorato. Non si torna indietro. Sia sul fronte dell'impegno televisivo, sia al fianco delle imprese con molte delle quale stiamo sviluppando progetti. Confindustria su questo tema sta facendo un'importante battaglia. Ricordo che il Direttore Generale dell’associazione , la dottoressa Marcella Panucci, una calabrese determinata e di grande valore, è venuta a presentare il mio format - Gli Intoccabili - alla Camera dei Deputati.

Tornerà in Calabria?
Scherza? Certo. L'ho detto direttamente in chat anche al giovane Tegano. Presto sarò di ritorno ad Archi. Ma non solo andrò in Campania nei luoghi della Camorra, in Sicilia ma anche al Nord.  Ho la testa dura, durissima, proprio come i piu coriacei calabresi. Io non mollo. Vedremo se incontrandomi per strada, Giovanni risponderà al mio saluto.

Tratto da:affaritaliani.it

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