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manca famiglia 2di Laura Ciulli
Viterbo. In questo 12esimo anniversario della morte di Attilio, ho provato una sensazione mai percepita prima: affetto; tanto affetto; affetto sincero promanare da tutte le persone presenti. Romano Battaglia ha scritto: "Il vero affetto è un legame che comporta una devozione molto più profonda di ogni altra. È come una pianta che cresce lentamente sotto le cui fronde possiamo ripararci dalla pioggia".
Così si esprime ore fa sul suo profilo Facebook, Angela Manca, la madre di Attilio, il giovane urologo siciliano in servizio presso l'ospedale di Belcolle, rinvenuto senza vita nel suo appartamento a Viterbo, l'11 febbraio 2004.
Proprio ieri, a 12 anni dalla sua morte, un incontro-dibattito ha ricordato il tragico evento che ha devastato una famiglia,
presso l’Auditorium di San Vito di Barcellona
Ad organizzarlo l’ANAAM (Associazione Nazionale Amici di Attilio Manca), con il quale la famiglia Manca chiede  luce e giustizia sulla vicenda di Attilio.
Questa famiglia si batte da anni, ribadendo incongruenze su questa morte che ancora fà parlare e pesa come un enorme macigno su molti italiani che seguono le vicende di una storia che ancora non trova via d'uscita pienamente.
Ora c'è un nuovo elemento che potrebbe aprire nuovi scenari proprio alla Procura  nazionale antimafia.
Gli avvicati Antonio Ingroia e Fabio Repici già da un anno hanno presentato un esposto.
La sua morte venne archiviata come suicidio. Una versione a cui la famiglia non crede ed ha mai creduto in questi 12 anni in cui, sono convinti che la verità non è ancora emersa.
Per loro Attilio  avrebbe incontrato  Bernardo Provenzano a Marsiglia nel 2003, per un’operazione alla prostata, potrebbe averlo riconosciuto ed essere diventato un testimone scomodo, troppo scomodo.
Ultimamente la Gazzetta del Sud lo scorso gennaio in un articolo  riporta alcune parti  di un verbale con dichiarazioni rilasciate dal pentito Carmelo D’Amico, considerato  l’ex capo militare di Cosa Nostra barcellonese.
Secondo  Carmelo D’Amico ad uccidere Attilio Manca, sarebbe stato “U Calabrisi un ufficiale dei servizi”, secondo quanto riporta la Gazzetta del Sud, “bravo a far apparire come suicidi quelli che erano a tutti gli effetti degli omicidi”.
Ora la famiglia Manca e l' ANAAM vogliono  nuove indagini per verificare nuovi  possibili scenari.

newtuscia.it

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