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Risuonano inno italiano e Marsigliese. Il padre: "Giovani non si arrendano"
di VALERIA PINI
solesin funerali venezia

Il feretro di Valeria Solesin su una gondola mentre si dirige verso piazza San Marco (Ansa)


La città listata a lutto nel giorno delle esequie della ragazza uccisa a Parigi. Alla cerimonia di Stato il presidente Mattarella. Monsignor Moraglia ai terroristi: "Non vi odieremo". Imam: "Allah aiuti famiglia e Europa". La comunità islamica: "Come fosse nostra figlia"


Venezia.  Le parole di un padre contro ogni forma di fanatismo, nell'ultimo saluto alla figlia. Sono quelle che ha scelto Alberto Solesin nel giorno dei funerali di Stato di Valeria, unica vittima italiana delle stragi terroristiche di Parigi. Un messaggio di speranza rivolto "ai giovani che non si arrendono" da un uomo che affronta il dolore più grande. Ad ascoltalo una piazza gremita che si è riversata a piazza San Marco, a Venezia, per assistere ai funerali di Stato della ventottenne uccisa nella strage del Bataclan. Funerali laici, ma a cui hanno preso parte rappresentati delle tre religioni monoteiste, cattolici, ebrei, musulmani (FOTO). Un momento di commozione collettivo che si è aperto con gli inni nazionali, italiani e francesi alle 11. Poco prima era arrivato in gondola il feretro della studentessa, accolto dai suoi cari: la madre, il fratello e il fidanzato, Andrea Ravagnani, rimasto anche lui lievemente ferito dall'attacco al teatro Bataclan, gli amici, e i rappresentanti delle istituzioni: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il ministro della Difesa, Roberta Pinotti.

l padre di Valeria. "In questi giorni ho letto che siamo stati un esempio. Se questo è stato vero anche solo in minima parte, voglio dedicarlo a tutti i Valeria e Andrea che non si arrendono -  ha detto Alberto Solesin di fronte al feretro - il fanatismo vorrebbe nobilitare il massacro con dei valori. Desidero inviare un pensiero alle tante famiglie che come noi cercano di superare il dolore per la perdita di un familiare".

Visibilmente commosso ha poi voluto ringraziare  "i rappresentanti delle religioni cristiana, ebraica, musulmana in presenza congiunta" alla cerimonia. "In Francia - ha aggiunto - Valeria ha iniziato a definire il suo progetto di vita spinta dalla curiosità del mondo. Ripensando a mia figlia non voglio isolare la sua immagine dal contesto nel quale viveva a Parigi, l'istituto di demografia, l'università, il bistrot dove amavano incontrarsi tanti ragazzi e ragazze come Valeria, gioiosi, operosamente rivolti verso un futuro che tutti come lei vogliono migliore".


Un ultimo pensiero nel momento in cui la sua famiglia è così colpita dal lutto, Solesin l'ha voluto rivolgere al figlio Dario "che ha perso oltre una sorella un riferimento che dovrà ora ritrovare in se stesso e Andrea, il compagno di mia figlia che sono tra quelli che non si arrendono". A Dario Solesin, il fratello di Valeria, si è rivolta anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti. "Dario ha detto che dovremo trovare il modo di andare avanti perché Valeria non ci perdonerebbe se rimanessimo fermi", ha sottolineato il ministro.

"Non ti hanno ucciso in nome nostro". Il saluto a Valeria è stata anche l'occasione per riunire rappresentati delle tre religioni monoteiste, cattolici, ebrei, musulmani. Proprio questi ultimi hanno condannato l'attacco di Parigi. "La nostra comunità vuole dirti che non in nome del nostro Dio, non in nome della nostra religione, che è una religione di pace, e certamente non nel nostro nome ti hanno assassinato", ha detto la comunità islamica di Venezia. "Valeria, i tuoi assassini hanno fallito perchè non sono riusciti a instillare l'odio in noi e oggi siamo tutti qui per te. Il terrorismo va sconfitto, e per primi devono farlo mussulmani che ne sono le prime vittime", hanno dichiarato i rappresentanti dell'Unione delle comunità islamiche. Alla cerimonia ha partecipato anche l'imam di Venezia Hamad Al Mohamad. "Chiediamo ad Allah che abbia Valeria e tutte le vittime nella sua gloria, e di aiutare la sua famiglia e di proteggere l'Europa, l'Italia e questa città dal male e di pacificare le nostre anime", ha detto Al Mohamad.

"Non vi odieremo". Nel suo discorso il patriarca Venezia monsignor Francesco Moraglia ha scelto di rivolgersi direttamente ai terroristi. "Si tratta del coraggio di dire, abbiamo sbagliato tutto, chiedete perdono -- ha detto  - . Mai e poi mai condivideremo con voi ciò che vi appartiene, l'odio. Non riuscirete a portarci ad odiare, sarebbe la vostra vittoria, sarebbe la nostra sconfitta". Mentre il presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, rivolgendosi ai genitori di Valeria li ha ringraziati  "per aver cresciuto una ragazza italiana che ha amato la vita" e "per aver aperto oggi, nel vostro dolore, le porte a tutte di questa cerimonia civile a tutti i cittadini che sono impegnati nel difendere e a trasmettere questi valori alle giovani generazioni".

Gli amici. Nel corso della cerimonia sono intervenuti anche tanti ragazzi, i suoi amici di sempre, molti partiti come lei fuori dall'Italia per trovare lavoro all'estero. "Potranno dire ogni cosa, la più nobile, la più seria, ma per noi sarai sempre quello che eri: un'amica, Valeria", è uno dei passi dei messaggi commossi che gli amici hanno voluto dedicarle succedendosi sul piccolo palco eretto davanti al feretro. Parole che hanno ricordato ora la sua determinazione, ora la sua capacità di essere sempre a disposizione degli altri; ora la forza del suo ottimismo o il senso della sua profonda amicizia.

La città. GIà dalle prime ore della mattina Piazza San Marco era presidiata da un folto cordone di forze dell'ordine, in una città listata a lutto. Uomini di polizia e carabinieri spuntavano anche dai tetti dei palazzi, per controllare la zona dove si è tenuta la cerimonia. L'accesso all'area di San Marco era regolato da stretti varchi nei quali gli uomini della sicurezza controllano l'afflusso delle persone utilizzando anche i metal detector. Sui pennoni davanti alla Basilica di San Marco, le bandiere erano a mezz'asta il tricolore italiano e la bandiera europea. Mentre sulle transenne della piazza è stato esposto un grande striscione bianco con la scritta: "Ciao Valeria, figlia nostra angelo nel cielo".


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