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20170810 luogo agguato foggiano c ansada bari.repubblica.it
La zona di San Marco in Lamis è stata battuta per tutta la notte dopo l'agguato che ha causato 4 morti. I dubbi degli investigatori: "Droga o faida: nessuna pista esclusa"
Foggia
. Sono state ascoltate persone e compiute perquisizioni nell'ambito delle indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Foggia per fare luce sulla strage avvenuta mercoledì 9 agosto nei pressi della vecchia stazione ferroviaria di San Marco in Lamis, nella quale sono state uccise quattro persone: il presunto boss Mario Luciano Romito, il cognato che gli faceva da autista, Matteo De Palma, di 44 anni e due fratelli contadini che sarebbero stati uccisi in quanto testimoni inconsapevoli dell'eccidio, Luigi e Aurelio Luciani, rispettivamente di 47 e di 43 anni.
Alla vigilia del vertice sulla sicurezza convocato dal ministro Minniti, i carabinieri hanno ascoltato una decina di persone tra amici e parenti delle vittime, ma finora - a quanto si è appreso - non è stato possibile trarre nessun elemento utile per le indagini. Stesso risultato alla fine delle perquisizioni effettuate, più di una decina.
Per quanto riguarda la scena del delitto, prima di poter mettere un punto fermo sulla ricostruzione effettuata dagli investigatori, sarà necessario attendere la comparazione balistica che verrà effettuata dal Ris, che dovrà stabilire con certezza se, ad esempio a sparare contro il Fiorino e, quindi contro i due contadini, siano state le stesse armi che hanno fatto fuoco ed ucciso Romito e il cognato. Diverse decine le cartucce repertate che sono state sparate da un fucile d'assalto AK 47 Kalashnikov e da un fucile da caccia calibro 12. Le indagini, a detta dei militari, al momento non hanno una pista privilegiata. Non viene, cioè, tralasciata alcuna pista e alcuna ipotesi.
"Al momento - si è appreso dagli investigatori - stiamo verificando se sia vera la possibilità che il boss si trovasse lì per un appuntamento o se la sua presenza sia stata del tutto casuale. Così come stiamo verificando ogni particolare della vita dei due contadini, anche se al momento emerge che sarebbero del tutto estranei alla vicenda".
Non è improbabile che gli omicidi di ieri si possano comunque collegare ad una vendetta per quanto accaduto circa un mese fa, proprio alla periferia di Apricena, con l'uccisione di due persone o che l'agguato possa essere inserito in un contesto più ampio di guerra per la conquista del territorio per la droga proveniente dall'Albania, un 'business' che fa gola a vari gruppi della malavita locale e che potrebbe aver scatenato una vera e propria guerra.

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Foto © Ansa