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dia10di AMDuemila - 17 giugno 2015
Dalle prime ore della mattina, il Centro Operativo DIA di Roma sta procedendo nel territorio di Ladispoli all’esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal GIP del Tribunale di Civitavecchia Paola Petti, su richiesta della Procura di Civitavecchia (Pm Mirko Piloni) nei confronti di 3 persone, pregiudicate per associazione per delinquere e reati contro il patrimonio di cui una riconducibile clan GIULIANO di Napoli.
I destinatari dei provvedimenti sono imputati, in concorso tra loro dei reati di usura ed esercizio del gioco d’azzardo aggravati.
L’indagine, denominata “Alsium”, avviata nel marzo del 2014 dalla DIA di Roma, ha consentito di far luce sulle dinamiche di infiltrazione nell’economia regionale di clan camorristici, attraverso propri referenti stanziatisi nel tempo in quel territorio.
In particolare, sono emersi gravi indizi di colpevolezza a carico di Patrizio Massaria (cl 53), Angelo Lombardi (cl. 61) e Carlo Risso (cl. 55), tutti residenti a Ladispoli, responsabili di aver costituito e gestito da dieci anni un articolato sistema di usura ai danni di cittadini ed imprenditori locali in crisi economica, molti dei quali anche a causa del vizio del gioco d’azzardo, incoraggiato peraltro dagli stessi usurai che lo gestivano sulla piazza di Ladispoli.
Le indagini hanno inoltre consentito di delineare come il sodalizio criminale di connotazione camorristica, agisse attraverso metodiche ben rodate, finalizzate alla concessione di prestiti a tasso usuraio, con interessi annuali che in alcuni casi hanno raggiunto il 120% dell’importo versato, per un complessivo giro di affari di varie centinaia di migliaia di euro a scapito di decine di soggetti.
Determinanti, oltre le intercettazioni telefoniche e video/ambientali, i servizi di osservazione, controllo e pedinamento, le testimonianze di alcune vittime, particolarmente vessate e prostrate dal rapporto con gli arrestati, che rilasciavano dichiarazioni sui metodi di strozzinaggio, sull’entità delle somme ricevute e versate in oltre 10 anni e sulle intimidazioni e minacce ricevute.
Emblematico, il caso di una di queste (un dipendente pubblico), succube del gioco d’azzardo e delle scommesse calcistiche clandestine (gestite da Massaria e Lombardi), che ha dichiarato di aver accumulato, in tre anni di giocate “sulla fiducia”, un debito di oltre 10 mila euro e di essere stato minacciato non potendo farvi fronte, nonostante la cessione del quinto del suo stipendio.
Tra gli arrestati, figura di primo piano è sicuramente quella di Patrizio Massaria, elemento dai trascorsi criminali significativi, già elemento di vertice del clan Giuliano, particolarmente temuto a Ladispoli per tale militanza criminale.  
A conferma, la dichiarazione di un’altra vittima che ammetteva la vessazione anche in ragione del timore nei confronti di Massaria, perché “camorrista”. A riscontro della sua trascorsa mafiosità, le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra i quali  Salvatore e Luigi Giuliano, per lungo termine al vertice dell’omonimo sodalizio, che lo indicavano quale loro “referente”  al quale  i membri di “una vera e propria colonia del crimine da loro creata a Ladispoli” si rivolgevano.

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