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diana-peppe-webdi Antonio Maria Mira - 9 giugno 2014
Ho avuto lo sfortuna di vederlo morto quella mattina di 20 anni fa. Oggi è risorto, sta qui, sta insieme a noi, siete tutti voi don Peppe Diana”. Queste le prime parole del nuovo sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, amico del parroco ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994, e già allora primo cittadino del paese simbolo del potere camorristico.

Sindaco per appena dieci mesi, anche lui nel mirino del clan che aveva progettato l’omicidio, poi costretto a dimettersi dalla sua stessa maggioranza. Per tutti questi anni è stato il medico degli immigrati, impegnato sul territorio con Libera e il Comitato don Peppe Diana.

Ora il ritorno nel municipio dopo la vittoria al ballottaggio con più del 68% dei voti alla guida di due liste civiche, trasversali (nel 1994 vinse col Pci), fatte soprattuto di giovani provenienti dalle associazioni e dalle professioni. Un elezione che guarda al passato e anche al futuro. Memoria e impegno. “La nuova identità di questa città – dice ancora Natale – si deve basare proprio sul ricordo di chi ci ha lasciato per combattere contro la camorra, dando la vita per tutti noi. Questa è la nuova immagine di Casal di Principe. Ma ora – aggiunge – bisognerà dare risposte a tante attese e non sarà facile”. Intanto è festa. Compare un cartello con la scritta “Casal di Principe: qui la Camorra ha perso!”.

Renato indossa la fascia tricolore dopo averla baciata. Poi tutti per le strade. La gente si affaccia, applaude. C’è chi apparecchia davanti casa i “tavolini” come in occasione dei matrimoni. Ma Renato ha un’ultima tappa da raggiungere. È San Nicola, la chiesa di don Peppe. Si brinda davanti alla targa che ricorda quella frase per la quale il sacerdote pagò con la vita: “In nome del mio popolo non tacerò”. Un popolo che domenica ha scelto di cambiare. “Dopo 20 anni il tuo popolo siamo noi”. E non solo qui. Anche in un altre paese simbolo della camorra, Castel Volturno, vince un sindaco del cambiamento, sostenuto dal mondo dell’antimafia, Dimitri Russo. E allora, come recita un altro cartello che cita la canzone di Rocco Hunt, davvero “oggi è nu juorn buon!”.

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