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16 gennaio 2014
Caserta. Era un business talmente remunerativo quello delle polizze false, che il clan dei Casalesi, gruppo Michele Zagaria, dopo aver imposto una tangente di 6mila euro al mese sui guadagni illeciti all'imprenditore casertano che le realizzava, Vincenzo Bruno (già arrestato il 23 gennaio 2013 dai carabinieri per gli stessi motivi), ha pensato bene di gestirlo in proprio arrivando a guadagnare somme esorbitanti, fino quasi a 100mila euro in alcuni giorni. La stima è degli investigatori dell'Arma (Ros di Napoli e Reparto Operativo di Caserta), che hanno eseguito arresti su mandato della Direzione distrettuale antimafia napoletana.
La circostanza emerge dalle intercettazioni telefoniche e ambientali allegate al provvedimento restrittivo emesso questa mattina dal Gip di Napoli Maria Vittoria Foschini su richiesta dei pm Cesare Sirignano e Giovanni Conzo. Il 7 settembre 2011, gli uomini di Michele Fontana, "o' sceriff", Giovanni Di Bernardo e Ulderico Ciccarelli, arrestati stamani, parlano in auto del pizzo da imporre a Bruno per la vendita delle polizze false: "...ci devono passare 5000 euro alla settimana, iniziando da ora... e ce ne andiamo". La tangente sarà poi di 6mila euro al mese hanno accertato gli inquirenti. Il clan quindi decide di gestire in proprio l'attività. Lo si capisce dalle parole intercettate di Di Bernardo: "E mo faccio l'assicurazione sulla macchina mia - dice il braccio destro di Fontana a Ciccarelli - poi faccio sempre pure io così.. li facciamo noi stesso.. ma tu hai capito che questi fanno 1500 polizze alla settimana...".
"Quelli la (Bruno e i suoi sodali) - prosegue Di Bernardo - 5000 euro alla settimana non gli fai niente... non si possono permettere di dire di no...perchè loro ne abbuscano 16..17..18... (cioe' 16, 17, 18 mila euro al mese)".

AGI

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