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27 novembre 2013
Napoli. I Carabinieri della Compagnia di Pozzuoli stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli a carico di 5 persone ritenute elementi di spicco del clan camorristico dei ''Longobardi-Baneduce'' per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Nel corso di indagini i militari hanno accertato che il gruppo, operante per il controllo degli affari illeciti nella zona puteolana, da anni costringeva alcuni imprenditori a pagare il ''pizzo'', con versamenti di denaro tre volte l'anno.
Le estorsioni ai danni degli imprenditori della zona flegrea sono state commesse "lungo un arco di tempo ultradecennale": prima imposte con la violenza, poi proseguite nel tempo con la partecipazione di un numero variabile di 'esattori' sempre diversi, garantendo "una 'tranquillità in forma di fittizia 'guardania'". A spiegarlo è il procuratore aggiunto Giovanni Melillo, indicando nei boss Gaetano Beneduce, Gennaro Longobardi, e nei loro fedelissimi Francesco Saverio Di Costanzo, Giacomo Russolillo e Vincenzo Caiazzo i cinque destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguite dai carabinieri della compagnia di Pozzuoli questa mattina. Tutti sono già detenuti per condanne riportate negli anni scorsi a seguito di indagini coordinate dalla Dda di Napoli. Gli imprenditori vittime delle estorsioni erano indicati in dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e in un documento sequestrato nel 2010, nel corso di un'indagine che portò all'esecuzione di 84 misure cautelari, nelle mani di un componente della famiglia Pagliuca, allora reggente dell'organizzazione criminale: nella lettera sequestrata erano riportati i nomi degli imprenditori che avevano sempre pagato il 'pizzo', tra i quali figurano i nomi di imprenditori vittime dell'estorsione oggetto dell'attenzione della Dda napoletana. Un "ruolo fondamentale" nella repressione del fenomeno estorsivo nella zona flegrea dove "ha assunto carattere di allarmante sistematicità", spiega Melillo, è svolto dalla collaborazione degli imprenditori sotto estorsione, "inizialmente poco inclini alla denuncia" .

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